DUCHESNE, Louis-Marie-Olivier
Storico della Chiesa, nato a Saint-Servan (Bretagna) il 13 settembre 1843, morto a Roma il 21 aprile 1922. Appena ordinato prete (1867) insegnò storia ecclesiastica nel seminario di Saint-Brieux. Inviato a Roma a perfezionarsi (1865-66; 1870-72), seguì i corsi di Giovan Battista De Rossi e conseguì a Parigi la laurea in lettere nel 1877. Nel 1878 fu nominato professore di storia ecclesiastica nella École de théologie di Parigi e subito dopo dovette sperimentare le sue prime difficoltà ecclesiastiche con la denuncia sporta, ma senza conseguenza, al S. Ufficio, contro la sua tesi sul Liber Pontificalis; in seguito gli articoli che il D. andava pubblicando nel Bulletin Critique sulle presunte origini apostoliche delle chiese francesi (ripubblicati a parte: Fastes épiscopaux de l'ancienne Gaule, 3 voll., Parigi 1894-1910) gli provocarono vivaci attacchi da parte del card. Bernadon che ne chiese la destituzione; fu invece concesso al D. un congedo illimitato che, esonerandolo praticamente dall'insegnamento, gli permettesse di attendere, a Roma, all'edizione del Liber pontificalis (Parigi 1886-1892), lavoro questo che, nonostante la successiva (ma parziale) edizione del Liber data dal Mommsen, rimane capitale. Nel 1895 il D. fu nominato direttore dell'École française in Roma, carica che mantenne sino alla morte; nel 1902 fu chiamato a far parte di una commissione pontificia per la correzione delle lezioni storiche del Breviario, e il 26 marzo 1910 eletto membro dell'Académie Française. La sua Histoire ancienne de l'Église (3 voll., Parigi 1905-1910; trad. it., Roma 1911) fu posta all'Indice nel gennaio 1912 e il D., ossequiente al decreto di condanna, sospese la pubblicazione del IV volume, che fu dato alla luce postumo da H. Quentin (Roma 1925) col titolo L'Église au VIe siècle.
In queste opere come nelle sue altre (Les premiers temps de l'État pontifical, Parigi 1898; 2ª ed., 1902; Origines de culte chrétien, Parigi 1889; 5ª ed., 1925; Martyrologium Hieronymianum, Parigi 1894; Autonomies ecclésiastiques, Parigi 1896; oltre ad articolì sparsi nei Mélanges della Scuola francese e nel Bullettino di archeologia cristiana da lui condiretto), il D. si rivela studioso fedele al più rigido e scrupoloso metodo storico accompagnato da una conoscenza notevolissima dei problemi archeologici, liturgici, topografici, teologici e politici che implicavano gli argomenti da lui svolti. Va però notato che le sue ricostruzioni storiche, sempre precise, sempre suggestive per l'ammaliante vivezza con cui le vicende esteriori dei fatti sono narrate, lasciano talora l'impressione che i motivi profondi per cui i movimenti religiosi nascono e si sviluppano non siano sempre stati dal D. intuiti ed esattamente valutati.