LAVELLE, Louis
Filosofo e moralista francese, nato a Saint-Martin-de-Villeréal il 15 luglio 1883, morto il 1° settembre 1951. Studiò all'università di Lione, ove ebbe tra i maestri Arthur Hannequin. Risentì poi dell'influsso di O. Hamelin, com'è manifesto fin dalla sua tesi di dottorato su La dialectique du monde sensible (Strasburgo 1921) scritta durante la guerra e presentata alla Sorbona. Con R. Le Senne fu il fondatore e il più eminente rappresentante del movimento cristiano della Philosophie de l'esprit: la collana dell'ed. Aubier avente questo titolo s'iniziò nel 1934. Insegnò al Collège de France.
La sua opera, vasta e complessa, porta alla confluenza del bisogno metafisico e sistematico con l'esigenza analitico-descrittiva dei problemi psicologici e morali. Quasi contemporaneo alla tesi è lo studio psicologico La perception visuelle de la profondeur (Strasburgo 1921), mentre la presentazione più completa e articolata del suo pensiero filosofico rimane affidata ai quattro volumi de La dialectique de l'éternel présent: I, De l'Être (Parigi 1928, 3ª ed. rifatta 1947), II, De l'Acte (ivi 1937), III, Du temps et de l'éternité (ivi 1945), IV, De l'âme humaine (ivi 1951): ai due del Traité des valeurs (I, ivi 1951, II, ivi 1955), a La présence totale (ivi 1934), all'Introduction à l'ontologie (ivi 1947), a De l'intimité spirituelle (ivi 1955). Le più notevoli opere lavelliane di filosofia della pratica sono: La conscience de soi (ivi 1933) Le moi et son destin (ivi 1936; trad. it., Milano 1943), L'erreur de Narcisse (ivi 1939), Le mal et la souffrance (ivi 1940), La parole et l'écriture (ivi 1942), Les puissances du moi (ivi 1948), Quatre saints (ivi 1949; trad. it., Brescia 1953) e la postuma Conduite à l'égard d'autrui (ivi 1957). Una trattazione storica è quella su La philosophie entre les deux guerres (ivi 1942; trad. it., Brescia 1949) da lui definita "chroniques philosophiques". Il pensiero di L. è in sostanza una egologia, in quanto la restaurazione della metafisica vi è ottenuta mediante il riconoscimento dell'universalità all'esperienza intima della persona, portatrice dei valori. Il dialettismo proprio del rapporto tra individuo e valore è rivelatore dell'eternità come annullamento del tempo, eterna presenza dell'essere nell'atto dell'io.
Bibl.: O. M. Nobile, La filosofia di L. L., Firenze 1943; E. Centineo, Il problema della persona nella filosofia di L., Palermo 1944; G. Truc, De J.-P. Sartre à L. L. ou Désagrégation et réintégration, Parigi 1946; G. Grasso, Lavelle, Brescia 1949; L. Stefanini, Critica costruttiva dell'esistenzialismo teistico, in Giornale di metafisica, V (1950), n. 3, pp. 272-84; id., Esistenzialismo ateo ed esistenzialismo teistico, Padova 1952; Autori varî, in Giornale di Metafisica, fasc. dedicato a L. L., VII (1952), n. 4; F. P. Alessio, Studi sul neo-spiritualismo, Milano-Roma 1953; B. Sargi, La participation à l'Être dans la philosophie de L. L., Parigi 1957; J. École, La métaphysique de l'Être dans la philosophie de L. L., Lovanio 1957; Autorî vari, in Les études philosophiques, fasc. dedicato al Lavelle, genn. 1958; W. Piersol, La valeur dans la philosohpie de L. L., Parigi 1959.