HÉROLD, Louis-Joseph-Ferdinand
Compositore, nato a Parigi il 28 gennaio 1791, ivi morto il 19 gennaio 1833. Primo maestro gli fu il padre, Franz-Joseph, compositore e pianista (nato a Seltz, in Alsazia, nel 1755, e morto a Parigi nel 1802). In seguito, al conservatorio, studiò la composizione con E. N. Méhul. Ottenne il "Premio di Roma" e a Roma rimase tre anni. Si trasferì poi a Napoli dove, nel 1815 esordì col suo primo lavoro teatrale: La gioventù di Enrico V. Tornato a Parigi ebbe la fortuna di farsi subito notare collaborando con Boïeldieu all'opera Charles de France (Opéra Comique, 1816); nello stesso anno affrontò da solo il pubblico con Les Rosières ottenendo un successo schietto e caloroso, successo rinnovato l'anno di poi con La clochette. Seguirono però per il musicista anni d'incerto lavoro e d'incerta fortuna. La difficoltà di procurarsi un libretto originale indusse spesso il H. a servirsi di vecchi soggetti (per lo più già sfruttati) e di mediocri poeti che gli ricucirono tali soggetti con poca arte e scarsa scienza del teatro. Sono di quegli anni Le premier venu (1818), Les Troqueurs (1819), L'amour platonique (1819), L'auteur mort et vivant (1820). Scoraggiato dal cattivo esito di queste opere, dovette adattarsi alla composizione di musiche frivole e di scarsa importanza e a riduzioni pianistiche di musiche altrui. Accettò anche l'impiego di maestro al piano dell'Opera italiana. Riaffrontò il teatro nel 1823 con l'opera in un atto Le Muletier, ch'ebbe buon esito, e fu seguita da: L'Asthénie (1823), Vendôme en Espagne (in collaborazione con D. F. Auber), Le Roi René (1824), Le lapin blanc (1825). Il miglior tono della sua ispirazione e della sua tecnica fu da lui raggiunto con l'opera Marie (1826). Divenuto maestro dei cori all'Opéra H. compose per quel teatro balletti di fresca grazia e di delicata fattura. Citeremo: Astolphe et Joconde, La Somnambule (1827), Lydie, La fille mal gardée, La belle au bois dormant (1828). Compose anche musica di scena (corale) per il dramma Missolonghi e tre poco fortunati lavori teatrali: L'illusion (1829), Emmeline (1830) e in collaborazione con M. E. Carafa: L'auberge d'Aurey (1830). Ottimo esito riportarono invece Zampa (Opéra-comique 1831) e Le pré aux clercs (ivi 1832). Lasciò incompiuta l'opera Ludovic che fu ultimata da J.-F.-E. Halévy e rappresentata nel 1834, un anno dopo la sua morte.
Le sue composizioni, pervase da un sentimento delicato e non prive di pregi costruttivi, gli valsero non soltanto il facile e immediato favore delle folle ma anche il più attento e meditato apprezzamento degli studiosi e dei critici, dai quali lo stile del H. fu ravvicinato a quello dei suoi più celebri contemporanei Auber e Boïeldieu. Le opere migliori furono Zampa e Le pré aux clercs. (L'ultima raggiunse nel 1871 la millesima rappresentazione). La morte lo colpì dunque in piena ascesa, quando in lui la fusione tra lo spirito e la sapienza artistica aveva raggiunto un risultato molto notevole.