Generale francese (Parigi 1621 - Fontainebleau 1686); nel 1643, nominato a 22 anni comandante dell'esercito di Fiandra contro gli Spagnoli, li batté nella battaglia di Rocroy, conquistando di colpo fama europea; vinse poi col Turenne gli eserciti imperiali a Friburgo (1644) e a Nördlingen (1645). L'anno seguente riconquistò Dunkerque, e dopo aver compiuta una spedizione non troppo felice in Catalogna, tornò in Fiandra, ove, conquistata Ypres, conseguì la vittoria di Lens (1648). Dopo la pace di Vestfalia, rientrato a Parigi, ebbe parte nei movimenti politici della prima, e soprattutto, della seconda Fronda, contro la corte e il Mazzarino. Imprigionato per un anno, alla liberazione (1651) passò dalla parte spagnola per continuare la lotta contro il potente ministro: ma i suoi tentativi di invasione della Francia vennero frustrati dal Turenne. Con la pace dei Pirenei (1659), C. poté rientrare in Francia: e, reintegrato nel suo grado, riportò per Luigi XIV nuove vittorie nella Franca Contea (1668). Nel 1672, comandando col Turenne gli eserciti per la guerra contro l'Olanda, il C. poté confermare le sue doti di tattico geniale, anche se impulsivo, efficace più negli scontri isolati, che nell'organizzazione di un piano militare unitario: la vittoria di Seneffe del 1674 può essere esempio delle sue doti e delle sue deficienze. Ancora nel 1675 difese l'Alsazia minacciata dal Montecuccoli: ma fu la sua ultima impresa. Orazioni funebri per il Gran C. pronunciarono Bossuet e Bourdaloue.