DUCROS (Du Cros), Louis (Abraham-Louis-Rodolphe)
Nato a Moudon (Cantone di Vaud, in Svizzera) il 21 luglio 1748 da Jean-Rodolphe, maestro di calligrafia e disegno, e da Jeanne-Marie Bissat, trascorse la prima giovinezza a Yverdon, sulle rive del lago di Neuchátel. Dopo essere stato per circa un anno insegnante di disegno in questa città al posto del padre, morto il 16 giugno 1764, diede le dimissioni e si allontanò da Yverdon. Presente a Ginevra almeno dal 1769, entrò in contatto con alcuni studiosi come il naturalista Ch. Bonnet, collezionisti, tra 1 quali F. Tronchin, e pittori come i ginevrini J.-D. Huber e P.-L. De La Rive e il belga N.-H. Fassin. Fin dal 1769 seguì i corsi di quest'ultimo in un'accademia privata e con lui fece un viaggio nelle Fiandre fra il 1771 e il 1772.
Ma il D. doveva apprendere gli elementi essenziali della sua arte a Roma. Vi giunse alla fine dell'anno 1776; il suo nome si trova negli Stati d'anime della parrocchia di S. Lorenzo in Lucina ogni anno dal 1777 al 1792 (Roma, Archivio generale del Vicariato). Disegnava vedute di Roma per i viaggiatori ed entrò così in contatto con alcuni olandesi che si fecero accompagnare da lui in un viaggio nel Regno delle Due Sicilie e a Malta. Dal 10 aprile al 12 ag. 1778 il D. e i suoi committenti viaggiarono attraverso l'Italia meridionale (Napoli, Avellino, Canosa, Bari, Brindisi, Gallipoli, Taranto, Reggio Calabria), visitarono la Sicilia (Messina, Taormina, Catania, Siracusa), si imbarcarono per Malta e Gozo, poi ritornarono in Sicilia (Agrigento, Palermo) e raggiunsero Napoli per mare. Il pittore esegui durante questo viaggio più di trecento disegni e acquerelli (conservati nel Rijksprentenkabinet di Amsterdam).
Di ritorno a Roma, il D. si mise in società con l'incisore Giovanni Volpato e insieme pubblicarono nel 1780 una serie di 24 acqueforti acquerellate di grande formato che rappresentavano Vedute di Roma e dei suoi dintorni. Nel 1782 il D. poté aprire in via della Croce un suo studio dove esercitava anche un'attività commerciale, vendendo le sue opere e stampe di altri artisti come Louis-jean Desprez e Francesco Piranesi. Incise ad acquatinta una serie di dodici costumi italiani disegnati dal suo compatriota Jacques Sablet. Il nome del D. cominciava ad essere conosciuto negli ambienti del grand tour: illustri viaggiatori che facevano tappa a Roma andavano a visitare il suo studio e ad ordinargli dei paesaggi. Nel 1782 dipinse due quadri ad olio per il granduca di Russia Paolo Romanov che era in viaggio in Italia (Il granduca Paolo e la granduchessa di Russia a Tivoli e Il granduca Paolo al Foro, attualmente nel palazzo di Pavlovsk vicino a Leningrado).
L'anno seguente accompagnò a Terracina papa Pio VI che aveva intrapreso dal 1777 i lavori di bonifica delle paludi Pontine. L'artista immortalò quest'opera di risanamento in parecchie stampe e quadri, il più conosciuto dei quali è il grande quadro ad olio, Pio VI alle paludi Pontine, oggi al Museo di Roma (palazzo Braschi). Il pittore doveva tuttavia abbandonare questa pittura ufficiale e i quadri ad olio, facendosi conoscere piuttosto come specialista del paesaggio ad acquerello. Fra il 1784 e il 1792 dipinse i monumenti antichi di Roma, le cascate di Terni e di Tivoli, come pure la pittoresca campagna romana. Le sue opere furono per la maggior parte acquistate da ricchi anglosassoni come ricordi del loro grand tour in Italia e tuttora adornano molti castelli inglesi (Stourhead, Dunham Massey, Coughton Court) e svedesi (Drottningholm, Lövstad).
Le vedute del D. uniscono alla grande precisione dei dettagli topografici una messa in scena grandiosa che molto deve all'ascendente di G. B. Piranesi. I suoi acquerelli, tra i primi che siano stati eseguiti in grande formato, interrompono la tradizione degli schizzi e degli abbozzi.
Nel 1786 il D. incontrò a Roma sir Richard Colt Hoare", un collezionista inglese, futuro protettore di Turner, che diventò il suo principale committente; questi, par-, lando delle opere del D. che ornavano il suo castello di Stourhead nel Wiltshire, affermerà che "proprio a Ducros deve essere attribuita la prima scoperta della potenza dell'acquerello" (The history of modern Wiltshire, I, London 1822, p. 83). I giornali romani contemporanei abbondano di elogi per i paesaggi del pittore svizzero e ricordano le numerose conunissioni di clienti celebri come il conte di Bristol o lord Breadalbane (Memorie per le belle arti, [1785], aprile, pp. 55 ss.).
I disordini verificatisi a Roma nel 1793 in reazione agli avvenimenti rivoluzionari francesi, obbligarono il D., sospettato di giacobinismo, ad abbandonare gli Stati pontifici. L'artista si rifugiò quindi nel febbraio di quell'anno in Abruzzo, dove eseguì numerosi paesaggi di luoghi ancora poco conosciuti: dintorni di Licenza, il monte Velino, la valle del Liri. Dal 1794 al 1799 si stabilì a Napoli, nella parrocchia di S. Giuseppe a Chiaia. Dipingeva le antiche rovine della Campania e il Vesuvio per illustri clienti come sir Williani Hamilton (J.-I. Gerning, Kunstnachrichten, Neapel, bis zum 30. april 1798, in Der Neue Teutsche Merkur, ott. 1798, p. 10; C. Knight, La quadreria di sir W. Hamilton a palazzo Sessa, in Napoli nobilissima, XXIV [1985], pp. 54, 57) e quadri di marine, genere che diventò una sua specialità. Parecchie vedute dei cantieri navali di Castellammare di Stabia saranno acquistate dal ministro John Francis Edward Acton.
Nel 1800 e nel 1801 il D. si recò di nuovo a Malta, dove dipinse una serie di grandi vedute di La Valletta per il generale Thomas Graham, che aveva conquistato l'isola al comando delle truppe inglesi. Le opere dell'ultimo periodo dell'attività del D. in Italia (dal 1799 al 1807) hanno accenti preromantici e mostrano la sua predilezione per gli elementi della natura scatenata (eruzioni, temporali, tempeste, ecc.). Nel 1807 ritornò in patria e tentò, ma senza successo, di creare un'accademia a Losanna.
Qui il D. morì il 18 febbr. 1810.
Il governo del Cantone di Vaud riscattò parecchie centinaia di acquerelli eseguiti in Italia che erano rimasti nello studio dell'artista e che formarono il nucleo originario del primo Museo di belle arti di Losanna e che, ancora oggi, costituiscono una delle ricchezze del Museo di belle arti di questa città.
Bibl.: J.-R. Fuessli, Aligemeines Künstlerlexikon, II, Zürich 1806, p. 245; M. Verdone, Carriera romana dell'acquarellista D., in Strenna dei romanisti, XVII (1956), pp. 206-212; P. Chessex-F. Haskell, Roma romantica: vedute di Roma e dei suoi dintorni di A. L. R. D., Milano 1985; J. W. Niemeijer, De Zwitsere tekenaar L. D. wergezelt Hollandse toeristen in Italië in 1778. Reisjournaal in aquarel - A Tour in words and watercolour; the Swiss artist L. D. accompanies Dutch tourists in Italy in 1778, Amsterdam 1986; P. Chessex, D. (1748-1810). Paesaggi d'Italia all'epoca di Goethe, Roma 1987 (con documentazione e bibl. completa); C. Brun, Schweizerisches Künstlerlexikon, I, Frauenfeld 1905, ad vocem; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, X, p. 48; Abraham-Louis-Rodolphe Ducros. Un peintre suisse in Italie (catalogo della mostra), Losanna 1998.