SAINT-MARTIN, Louis-Claude de
Teosofo francese nato il 18 gennaio 1743 ad Amboise, morto il 13 ottobre 1803 ad Annay presso Châtillon. Il libro L'Art de se connaître soi-même di J. Abbadie lo spinse a riflessioni mistiche. Entrato nella carriera militare, conobbe Martinez de Pasqualis, cristiano portoghese di origine giudaica, che teneva scuola di scienze occulte e insegnava formule per ottenere l'assistenza delle potenze superiori e delle loro manifestazioni sensibili. Lasciata la milizia nel 1771, prese parte attiva alle logge massoniche del rito degli "eletti Cohen", dove per opera del Martinez quella forma di misticismo aveva ottenuto largo credito; conobbe le esperienze del Mesmer, ma non vide in lui nulla più che un "materialista che disponeva di un gran potere". Nel 1775 pubblicò: Des erreurs et de la verité, ou les hommes rappelés au principe universel de la science par un Philosophe Inconnu (tradotto in tedesco nel 1782), e con tale nome si qualificò anche nelle sue opere successive. Frequentò a Parigi l a più alta società dei nobili, dei dotti e dei letterati, ammirando il Rousseau col quale condivise il concetto dell'uomo naturalmente buono. Per questa società pubblicò nel 1782-83: Tableau ataturel des rapports qui existent entre Dieu, l'honmte et l'univers (tradotto in tedesco nel 1875). Nel 1786 viaggiò in Inghilterra dove da W. Law ebbe una prima notizia del Boehme; nel 1787 passò in Italia col principe russo Alessio Galitzin (Golicyn) e visse a Roma alcuni mesi in buoni rapporti con l'alta società romana. Nel giugno 1718 stava a Strasburgo, dove si mise in relazione con Madame de Boeklin la quale lo iniziò allo studio delle opere di J. Boehme. Là compilò alcune opere: L'homme de désir (pubblicato nel 1790), Le nouvel homme, Ecce homo (pubblicati nel 1792). Ritornato ad Amboise per la morte del padre (1793), attese alla traduzione del Boehme facendo delle apparizioni a Parigi. Sul principio del 1795 fu addetto all'École Normale e polemizzò con D.-J. Garat; pubblicò Lettre à un ami ou Considérations sur la Révolution Française, reputata da lui la rivoluzione dell'intero genere umano e miniatura del grande giudizio finale; ivi riteneva che il cattolicismo fosse disonorato dal traffico e dall'impostura e incapace perciò di creare la salvezza del genere umano, ma che la Provvidenza farebbe nascere nel cuore dell'uomo una nuova religione adatta a tale scopo. Nel 1799 pubblicò Le Crocodile ou la guerre du bien et du mal arrivée sous le règne de Louis XV, poema grottesco in 102 canti, misto di poesia e di prosa, nel quale intercalò il trattato sulla questione proposta dall'Institut de France, De l'influence des signes sur la formation de la pensée. Nel 1802 pubblicò l'ultima opera originale: Le ministère de l'homme-esprit, dove è evidente l'influsso del Boehme mentre è sparito quello del Martinez; il successo di quest'opera fu oscurato dal Génie du Christianisme dello Chateaubriand.
Bibl.: J. Matter, S.-M., le philosophe inconnu, 2ª ed., Parigi 1864; J. Claassen, S.-M., Leben und theosoph. Werke, Stoccarda 1891; trad. it. (passi scelti): Louis-Claude de Saint-Martin, il filosofo sconosciuto, a cura di A. de Rinaldis, Napoli 1908.