Mayer, Louis B. (propr. Eliezer)
Produttore cinematografico russo, naturalizzato statunitense, di famiglia ebrea, nato a Minsk (od Bielorussia) il 4 luglio 1885 (data da lui dichiarata dopo l'arrivo negli Stati Uniti, poiché le sue carte erano andate distrutte in un pogrom) e morto a Hollywood il 29 ottobre 1957. Il suo nome è legato alla Metro Goldwyn Mayer che guidò nel periodo chiave, divenendo tra gli anni Trenta e Quaranta il più importante produttore e il dirigente più pagato d'America. Impresse alla produzione della casa caratteri di qualità e popolarità, sostenendo un'idea di cinema come divertimento ed evasione, adatto al consumo in famiglia, provvisto di una forte componente patriottica e di sani valori morali (come nella serie di Andy Hardy, con Mickey Rooney e Judy Garland). Nel 1951 gli fu assegnato un Oscar speciale alla carriera.
Quando era ancora bambino la sua famiglia emigrò negli Stati Uniti, per trasferirsi subito in Canada, a St. John (New Brunswick) e avviare un'azienda di raccolta di rifiuti, nella quale M. subentrò successivamente al padre con buoni risultati economici. Ambizioso e desideroso di integrarsi, si spostò negli Stati Uniti nel 1904, dove iniziò a lavorare nel mondo dello spettacolo a Boston, acquistando nel 1907 una modesta sala a Haverhill (Massachusetts), che subito restaurò, pubblicizzandola come sala specializzata in film di qualità. Nel 1911 i profitti di esercente gli permisero di espandersi, aumentando il numero di sale controllate fino a diventare il più grande gestore del New England. Nel 1914 iniziò anche a distribuire film; nel 1915, in piena battaglia tra produttori ed esercenti, si ribellò al Trust (v. Motion Picture Patents Company) e partecipò alla fondazione della Metro Pictures Corporation, capeggiata da Richard Rowland; come esercente, ottenne l'esclusiva per il New England di The birth of a nation (1915; Nascita di una nazione) di David W. Griffith.
Nel 1917 cominciò a produrre in proprio, con la Louis B. Mayer Productions, strappando la star Anita Stewart alla Vitagraph e avviando la produzione in California. Con un'altra abile mossa portò via il giovanissimo Irving G. Thalberg alla Universal Pictures, assicurandosi così la collaborazione di uno dei migliori produttori della storia del cinema. La politica della casa puntò sullo sviluppo dello star system, con un occhio attento alla qualità di ogni fase della lavorazione, così che Marcus Loew, proprietario di un'importante catena di sale, e il suo socio Nicholas M. Schenck, per garantirsi un flusso costante di prodotto di buon livello, decisero di acquistarla insieme alla Metro Pictures e alla Goldwyn Pictures Corporation, formando la MGM; M. e Thalberg furono chiamati a seguirne la produzione. Nell'aprile 1924 M. fu nominato vicepresidente incaricato della produzione della MGM, carica e ruolo che mantenne fino al 1951. Anche se da un punto di vista imprenditoriale il capo della MGM era Schenck, con il quale M. non andava d'accordo, la direzione del settore produttivo era saldamente nelle sue mani. Tirannico e intollerante, ma anche paternalista e sentimentale, M. fu un conservatore, uno strenuo difensore dell'ordine sociale. Finanziatore del partito repubblicano, fin dal 1924 aveva sostenuto C. Coolidge, incontrando nel corso della campagna l'abile Ida Koverman, che divenne sua segretaria. Nominato presidente del comitato repubblicano per la California, al contrario di altri produttori non modificò mai il suo credo politico. Convinto sostenitore di H. Hoover, nel 1934 intervenne attivamente durante la campagna contro lo scrittore U. Sinclair, candidato governatore della California: insieme a William R. Hearst predispose una serie di falsi cinegiornali in cui si mostravano gli elettori dell'avversario come dei diseredati dallo spiccato accento straniero. Quando Orson Welles realizzò Citizen Kane (1941; Quarto potere), che secondo lui offendeva la reputazione di Hearst e minacciava i valori dell'imprenditoria statunitense, M. offrì a George Schaefer della RKO Radio Pictures 850.000 dollari affinché ritirasse e distruggesse il film. Come ulteriore conferma della sua tendenza politica, nel 1927 M. aveva istituito l'Academy, organizzazione unitaria dell'industria, destinata a prevenire potenziali dispute sindacali attraverso l'esaltazione dei valori professionali. Nel 1936, alla morte prematura di Thalberg, M. cercò di proseguire nella linea produttiva che aveva garantito tanti successi alla MGM; per un po' sembrò riuscirci, con l'assistenza dello sceneggiatore-produttore Dore Schary. Tra i due vi erano però contrasti ricorrenti che Schenck, presidente della casa, non riuscì a sanare; messo di fronte a una scelta, egli preferì inaspettatamente Schary, cui M. dovette cedere la guida della MGM nel 1951. Il vecchio produttore cercò invano di destabilizzare la nuova leadership; si ripromise allora di riprendere la produzione cinematografica, ma rimase ai margini e morì senza essere tornato alla ribalta.
B. Crowther, Hollywood rajah; the life and times of Louis B. Mayer, New York 1960; Th. Schatz, The genius of the system: Hollywood filmmaking in the studio era, New York 1988; R. Brownstein, The power and the glitter. The Hollywood-Washington connection, New York 1990.