NOAILLES, Louis-antoine de
Secondo figlio di Anne primo duca di Noailles, nacque il 27 maggio 1651, divenne dottore in teologia a Parigi il 14 marzo 1676 e vescovo di Cahors nel marzo 1679. Fu tosto trasferito a Châlons-sur-Marne nel giugno 1680, diventando così pari di Francia. Partecipò alle lotte politico-religiose di quegli anni, e nelle discussioni a proposito del quietismo tentò di conciliare il Bossuet con il Fénelon; ma, sostenendo le idee del primo, entrò in polemica con il secondo. Fu eletto arcivescovo di Parigi il 19 agosto 1695 e creato cardinale il 21 giugno 1700 dietro presentazione di Luigi XIV. Da Clemente XI ricevette il titolo di S. Maria sopra Minerva. Buono, generoso, guastava queste belle qualità con l'ondeggiare nelle sue risoluzioni. Aveva approvato a Châlons nel 1695 il libro dell'oratoriano Pasquier Quesnel, Réflexions morales sur les Évangiles, concepite in senso giansenistico e ristampate più volte con molte correzioni e aggiunte. Quando nel 1696 uscì, per opera di G. Gerberon, un libro postumo del dottore giansenista Martin de Barcos, Exposition de la foi touchant la grâce et la prédestination, il N. lo condannò in una lettera pastorale, e la condanna fu sanzionata dal papa. Fu allora che un altro dottore giansenista pubblicò il famoso Problème eccléśiastique, in cui si chiedeva se si dovesse seguire il N., che, vescovo di Châlons, nel 1695 approvava il libro del Quesnel, ovvero il N. che, da arcivescovo di Parigi, nel 1696 condannava l'Exposition de la foi, contenente la stessa dottrina. Quando poi sorsero le questioni provocate dallo scritto Cas de conscience e dalla teoria del "silenzio ossequioso" a proposito delle sentenze papali, condannata con la bolla Vineam Domini di Clemente XI nel 1705, il N. non seppe mettersi risolutamente dalla parte del papa, come faceva anche la Corte, per mettere fine a questioni che tenevano in agitazione, insieme con il clero, anche le classi colte della Francia. Ma burrasca più grave scoppiò quando Clemente XI, con la bolla Unigenitus del settembre 1713, condannò in globo 101 proposizioni estratte dalle ultime edizioni del libro del Quesnel. E quando i quattro vescovi di Mirepoix, Montpellier, Boulogne e Senez, il 1° marzo 1717, osarono interporre formale appello a un concilio ecumenico contro la costituzione Unigenitus e diedero con ciò principio al partito degli "appellanti" il cardinale li prese a proteggere, nonostante le censure lanciate dal papa contro costoro, e tentò anche di difendere in pubblici scritti l'opera propria e insieme quella degli appellanti, quantunque si sforzasse talora di spiegare in senso più moderato l'opera propria per non romperla del tutto con la S. Sede. Solo nel 1728, significò al papa il proposito di sottomettersi (18 luglio) e l'11 ottobre fece atto d'adesione alla bolla Unigenitus. Il 30 ottobre confermò la sua sommissione. Morì il 14 maggio 1729.
Bibl.: E. Barthélemy, Le card. de N. d'après sa corresp., Parigi 1887; ulteriore bibl. in Dictionn. de théol. cath., XI-i, ivi 1931, coll. 678-681.