LOU-LAN (A. T., 97-98)
Antica città del Turkestan cinese nell'attuale provincia di Sin-kiang a NE. del Lop Nor, posta sull'antica via carovaniera della seta; ivi, alla foce del fiume Tarim, Sven Hedin scoprì nell'anno 1900 le vestigia della colonia militare cinese; Aurel Stein seguì nel 1906 e 1913 le orme del pioniere svedese. Considerati nell'insieme, i ritrovamenti di Lou-Lan sono unici per completezza sebbene abbraccino solo pochi secoli. Si distinguono in due gruppi: al primo appartengono gli oggetti dell'età Han, abbandonati dalla guarnigione cinese in quel remoto luogo di guardia. Gli scritti su legno, carta e seta, consentono di conoscere la vita cinese di quell'epoca, come non altrove. Tra le opere d'arte sono da ricordare lacche e tessuti di seta e di lana in ottimo stato di conservazione. Tra gli oggetti minuti di scavo vi sono anche lavori di indigeni, probabilmente mongoli; essi si distinguono, in contrasto con l'arte Han, per uno spiccato carattere barbarico e si riattaccano in parte persino alla tradizione dell'età della pietra, come ad esempio una piccola figura di pietra priva di braccia, la quale rappresenta un uomo di tipo barbarico, figura che ricorre anche nell'arte cinese primitiva e ritrae il tipo del vicino popolo nordico.
Appartengono al secondo gruppo documenti del sec. III e al massimo del IV, poiché la città fu abbandonata circa il 330 a. C. Sono d'arte cinese alcuni ottimi avanzi pittorici. I documenti redatti in scrittura kharosthi rivelano le origini delle opere d'arte di questo periodo: architettura, affreschi e scultura sono al servizio del buddhismo e particolarmente nelle sculture in legno seguita ancora la tradizione ellenistico-buddhista; Lou-Lan si ricollega così alla vita del Turkestan, che ebbe tanta importanza per la diffusione del buddhismo in Oriente.
Bibl.: A. Conrady, Die chinesischen Handschriften und sonstigen Kleinfunde Sven Hedins in Lou-lan, Stoccolma 1920; A. Stein, Innermost Asia, Oxford 1928, voll. 4; A. Herrmann, Lou-Lan, Lipsia 1931.