RUSCA, Loterio (Lotario, Luterio, Lutero, Eleuterio). – Del ramo Rusca di Locarno (conti di Lugano), figlio di Franchino e di Beatrice Casati, fratello minore di Pietro Antonio e Giovanni (avviati già attorno al 1450 alla milizia e alla carriera civile)
, nacque nel 1440; il luogo della nascita è ignoto.
Nel 1459 il duca di Milano Francesco Sforza lo raccomandò al papa Pio II per la carica di protonotario apostolico, avviandolo così a una carriera ecclesiastica secolare: per lui il padre richiese la commenda di un priorato a Cernobbio con rendita di 500 fiorini (1465). L’anno successivo, alla morte del padre, i fratelli Rusca ereditarono il titolo comitale, entrando tuttavia presto in contrasto tra loro e con alcune comunità soggette. La situazione si normalizzò nel 1469, quando Rusca non era ormai più coinvolto nella gestione del patrimonio di famiglia, perché nel luglio del 1467 (forse proprio per quei contrasti) aveva deciso di entrare nel convento domenicano osservante di Santa Maria delle Grazie di Milano per partire immediatamente alla volta di Padova, lasciando eredi dei suoi beni feudali i fratelli.
La notizia suscitò stupore nella corte sforzesca: scegliere le rigorose famiglie osservanti non era pratica diffusa all’interno del patriziato. Santa Maria delle Grazie, poi, era allora una fondazione recentissima, nemmeno un convento formale, abitato da meno di dieci frati. I Rusca, per giunta, erano invece legatissimi ai francescani dei quali uno zio di Rusca, Antonio, era stato nel 1443 ministro generale; nel gennaio del 1467 i tre fratelli donarono un loro fondo ai minori osservanti di Santa Croce in Boscaglia, un convento quasi ‘di famiglia’ dove fu eretta una cappella in memoria della madre dei tre, Beatrice Casati, terziaria francescana.
Nel 1468 il novizio Loterio Rusconi fece la sua professione adottando il nome di fra Germano da Como, rimanendo per lo più in Santa Maria delle Grazie senza fare una carriera appariscente. Nel 1478 risulta peraltro in contatto con Cicco Simonetta, il potente segretario ducale: il fratello Pietro gli scrisse infatti nella speranza di ottenere da Milano qualche provvisione di denaro per fronteggiare gli svizzeri che assediavano Lugano. A fra Germano, Pietro lasciò nel 1479 cospicui legati (per un totale di 700 ducati), affidandogli compiti di tutela patrimoniale e familiare (i conti del figlio ed erede, Franchino, e la dote della figlia Ippolita). Un’altra conseguenza della scelta domenicana e osservante di Rusca fu l’apertura di nuove direzioni alla devozione familiare: la madre Beatrice Casati lasciò un consistente legato al convento, e buona parte della famiglia (il fratello Giovanni, la sorella Antonia con il marito Giovanni Maria Visconti) fu sepolta alle Grazie.
La data della morte non è nota, ma avvenne tra il febbraio del 1481 – quando agì come procuratore del priore di S. Giovanni Pedemonte di Como – e il 28 luglio 1482, quando a seguito della sua morte il fratello Pietro modificò le proprie ultime volontà.
Nel testamento redatto quando entrò in religione, Rusca aveva destinato all’antico luogo pio della Scuola delle Quattro Marie un credito di 3200 fiorini che vantava presso i fratelli e designato come esecutori i priori dei conventi domenicani osservanti di Milano e Como (S. Giovanni Pedemonte), oltre a Giovanni Rodolfo Vismara. Il denaro, una volta riscosso, doveva essere versato alle pievi di Locarno, alle valli Travaglia e Intelvi e alla terra di Osteno. Loterio aveva disposto inoltre la vendita di un paramento e di alcuni suoi libri assegnandone il ricavato a fra Tommaso da Lecco, nel 1469 vicario della Congregazione osservante di Lombardia.
Fonti e Bibl.: Roma, Archivio generalizio dell’Ordine dei Predicatori, Serie IV, cart. 3, c. 190r (31 ottobre 1474), 4, c. 4 (18 marzo 1480); Archivio di Stato di Milano, Famiglie, cart. 161 (15 gennaio 1465, 12 novembre 1468, 5 ottobre 1474); Fondo notarile, Luchino Appiani, cart. 2868 (22 marzo 1479); Antonio Bombelli, cart. 1627 (18 novembre 1479), cart. 1430 (28 luglio 1482); Giosafat Corbetta, cart. 2058 (2 maggio 1478), cart. 2059 (20 febbraio 1481); Boniforte Gira, cart. 2520 (8 dicembre 1468; 3 settembre 1489, inserto), 2522 (14 settembre 1490); Giorgio Rusca, cart. 2144 (11 settembre 1464, 15 luglio 1465); Ticino ducale. Il carteggio e gli atti ducali, a cura di L. Moroni Stampa - G. Chiesi, I, 2, Bellinzona 1994, pp. 297 s. (27 novembre 1459); I, 3, Bellinzona 1995, pp. 455 s. (30 luglio 1465), 575 s. (11 agosto 1464); II, 2, Bellinzona 2001, pp. 98 s. (19 luglio 1466), 167 s. (11 dicembre 1466 - 19 agosto 1469), 176 s. (3 gennaio 1467), 408 (1° agosto 1467); II, 3, Bellinzona 2003, p. 121 (29 gennaio 1474); III, 2, Bellinzona 2010, p. 365 (29 novembre 1478).
E. Motta, I Rusca, signori di Locarno, di Luino, di Val Intelvi, ecc. (1439-1512), in Bollettino storico della Svizzera Italiana, XVII (1895), pp. 67, 157; XVIII (1896), pp. 4 s., 121; A. Mosconi, Lombardia francescana, Milano 1990, pp. 101 s.; E. Canobbio, Dalla città al villaggio: aspetti dell’insediamento dei Minori osservanti nella diocesi di Como (secolo XV - inizio XVI), in Fratres de familia. Gli insediamenti dell’Osservanza minoritica nella penisola italiana (secc. XIV-XV), a cura di L. Pellegrini - G.M. Varanini, Caselle di Sommacampagna 2011 (ma 2012), pp. 76-79; S. Fasoli, Perseveranti nella regolare osservanza. I Predicatori osservanti nel Ducato di Milano (secc. XV-XVI), Milano 2011, pp. 79-89, 198, 284; C. Belloni, Tra Milano e la Confederazione: i rapporti con le città lombarde, in Storia del Ticino. Antichità e Medioevo, a cura di P. Ostinelli - G. Chiesi, Bellinzona 2015, p. 2015; E. Rossetti, «Arca marmorea elevata a terra per brachia octo». Tra sepolture e spazi sacri: problemi di memoria per l’aristocrazia milanese del Rinascimento, in Famiglie e spazi sacri nella Lombardia del Rinascimento, a cura di L. Arcangeli et al., Milano 2015, pp. 198-201; S. Fasoli, Santa Maria delle grazie, un possibile filo conduttore della storia milanese, in Santa Maria delle Grazie, una storia dalla fondazione a metà Cinquecento. Atti del Convegno, Milano... 2014, in Memorie domenicane, 2016, vol. 47, pp. 43, 49 s.