LOTARIO II re d'Italia
Figlio di Ugo, fu unito nel regno d'Italia al padre nell'aprile 931 (forse il giormo 18). Da quell'epoca sono numerosi i diplomi che ci sono pervenuti dei due re alle chiese e ai monasteri della penisola che dimostrano come dovunque si estendessero i loro poteri. Con l'anno 943 i poteri del padre incominciarono tuttavia a declinare e una larga congiura venne ordita ai suoi danni e a favore di Berengario d'Ivrea, costretto nel frattempo da Ugo a fuggire presso Ermanno di Svevia. Favorito dai suoi partigiani, Berengario potè infatti, nel 945, ritornare in Italia e Ugo dovette rinunciare ai suoi poteri a favore del figlio Lotario, che venne infatti riconosciuto solo re, in Milano, avendo Berengario a suo "sommo consigliere". Pochi mesi dopo però anche Ugo potè riprendere la corona insieme col figlio e conservarla sino all'aprile 947, alla quale epoca ritornò in Provenza, dove morì il 10 aprile 948. Lotario fu così nuovamente solo nel regno; nel quale però il vero sovrano fu sempre Berengario, con poteri anzi accresciuti, tanto che, in un diploma dell'11 giugno 948, non s'intitola più "sommo consigliere" ma "sommo consorte del regno". Nel novembre 950, Lotario morì improvvisamente a Torino, forse di veleno propinatogli dallo stesso Berengario, secondo la testimonianza di Liutprando e degli annali di Flodoardo. E lasciò così vedova la giovane sposa Adelaide di Borgogna, quella che poi, in seconde nozze, fu moglie di Ottone I.
Bibl.: Hofmeister, Markgrafen u. Markgrafschaften im italischen Königreich, in Mittheil. d. Inst. f. österreich. Geschichtsf., Suppl. VII, p. 191 segg.; S. Pivano, Stato e Chiesa da Berengario I ad Arduino, Torino 1908, pp. 87-100; L. Schiaparelli, I diplomi dei re d'Italia, V: I diplomi di Ugo e L., in Bollettino dell'Ist. stor. ital., Roma 1914, n. 34; L. Schiaparelli, I diplomi di Ugo e L., nelle Fonti per la storia d'Italia, Roma 1915.