loscaggine
s. f. (spreg.) La mancanza di chiarezza, trasparenza e onestà.
• Ma Mozart adorava il teatro: se possibile, più di Da Ponte. Malgrado l’avversione del padre, anni prima aveva adottato con passione l’intera famiglia della moglie: vi fiutò quell’aria di loscaggine, e di improvvisazione e di dubbiezza morale, quel profumo di eros e di biancheria poco pulita, che ripugnava alle narici delicate del padre. (Pietro Citati, Repubblica, 2 novembre 1999, p. 44, Cultura) • Affidato a una badante. Condannato ad essere buono, a deporre la loscaggine che lo ha reso famoso. Povero [Cesare] Previti, bisognerà persino compatirlo. Per lui, che si è costruito una reputazione da canaglia assoluta, sarà infatti la fine di tutto. Anche perché, tra le conseguenze dell’affidamento ai servizi sociali, ci sarà certamente la perdita degli amici più cari. (Francesco Merlo, Repubblica, 29 luglio 2006, p. 1, Prima pagina) • Il manuale [«Inchiostro antipatico. Manuale di dissuasione dalla scrittura creativa»] racconta lo squallore dell’editoria a pagamento, lo sconforto dell’editoria seria, la pena dei librai, la loscaggine dei corsi di scrittura, la desolazione delle presentazioni... (Camillo Langone, Foglio, 15 marzo 2012, p. 2).
- Derivato dall’agg. losco con l’aggiunta del suffisso -aggine.
- Già attestato nella Stampa del 18 ottobre 1979, p. 17, Spettacolo, cultura e varietà (Guido Davico Bonino).