Strozzi, Lorenzo
Nacque a Firenze nel 1482. Fratello maggiore di Filippo (→), fu scolaro dell’umanista Bartolomeo Della Fonte (Fonzio), poi biografo familiare (Le vite degli uomini illustri della casa Strozzi), letterato e autore di teatro.
Compose una Commedia in versi, databile al 1506 e a lungo attribuita a M. (→ apocrifi). La Commedia è incentrata sullo scambio tra due giovani coppie, e un intento didascalico è trasparente fin dal prologo: «non solo per diletto fu fatta, / ma per giovare a nostre menti ancora; / ch’altro non è comedia ch’uno spechio / di vita» (vv. 61-64). Il dramma ha carattere declamatorio, sentenzioso e poco adatto alla recitazione, appesantito da tratti polemici contro l’astrologia e la fortuna, e da un moralismo bigotto e misogino.
Nella produzione teatrale figurano ancora le commedie in endecasillabi sciolti La Pisana (o La Nutrice) e La Violante. La Pisana, probabilmente rappresentata nel 1518 in occasione delle nozze di Lorenzo de’ Medici duca d’Urbino con Madeleine de la Tour d’Auvergne, vide la partecipazione attoriale dei figli di S.: la commedia mostra un’ispirazione conservatrice e condanna gioventù ed eros come colpe. La vicenda della Violante viene collocata espressamente nel 1530 (diciotto anni dopo l’assedio di Prato del 1512): in essa alla contrapposizione vecchi-giovani si unisce una concezione della fortuna governata dalla prudenza. S. si dedicò anche alla tragedia: tra i drammi incompiuti o perduti era un Bruto del quale discute Donato Giannotti in una lettera a S. del 29 marzo 1533.
Poeta carnascialesco, S. si impegnò nella moralizzazione del carnevale attraverso lugubri mascherate di rappresentazione della morte, forse ispirate all’influenza savonaroliana: ne offre testimonianza il suo biografo Francesco Zeffi; la sfilata del carro della Morte nel 1506 è ricordata da Giorgio Vasari tra gli allestimenti del pittore fiorentino Piero di Cosimo, ingaggiato da S. per l’occasione. Marin Sanudo, in un’annotazione da Roma del 13 marzo 1519, registra un ricco convito offerto da S. a quattro cardinali e ad altri illustri ospiti fiorentini della curia, accolti in sale apparecchiate a inscenare un macabro oltretomba.
Prosatore morale, S. compose trattatelli sulla prudenza e l’elemosina, e una Pistola fatta per la peste (più precisamente una descrizione epistolare della peste avviata da una lettera d’indirizzo a Girolamo di Maestro Luca) anch’essa attribuita a Machiavelli. Esiste infatti un autografo machiavelliano della Pistola e della Commedia (Banco Rari 29 della Biblioteca nazionale centrale di Firenze), che Roberto Ridolfi (19787) segnalò tra i «piccoli servigi resi alle ambizioni letterarie dello Strozzi» (p. 265; v. anche p. 530). La stesura machiavelliana della Commedia si chiude con l’annotazione «Ego Barlachia recensui», forse perché M. trascrisse il dramma per fornire il copione al noto attore del tempo Domenico Barlacchi.
S. fu in rapporti con M. fin dagli anni della Repubblica soderiniana: lo testimonia una lettera di Filippo Casavecchia a M. del 2 luglio 1509, con la quale Casavecchia invita M. a trascorrere un breve soggiorno a Barga, soggiungendo che S. e altri amici sono stati lì da poco «e non se ne sono iti punto male contenti, sì per l’aria quanto pe’ vini» (Lettere, p. 191).
Dopo la restaurazione medicea, S. ricoprì vari incarichi: fu degli ufficiali del Monte nel 1514 (quando M. prega Francesco Vettori di scrivere a qualcuno di tali ufficiali per ottenere una riduzione del proprio carico fiscale: 16 apr. 1514, Lettere, p. 319) e dei priori nel 1521.
A S. e ad altri amici ‘oricellari’ si deve, nel marzo del 1520, l’ingresso di M. nella cerchia del cardinale Giulio de’ Medici: se ne rallegrava Filippo Strozzi nella missiva al fratello del 17 marzo 1520: «Piacemi assai abbiate condotto el Machiavello in casa e’ Medici, che, ogni poco di fede acquisti co’ padroni, è persona per surgere» (in O. Tommasini, La vita e gli scritti di Niccolò Machiavelli, 2° vol., t. 2, 1883-1911, rist. anast. 2003, pp. 1081-83). A S., M. indirizza l’Arte della guerra, finita di stampare presso gli eredi Giunta il 16 agosto 1521. Nella dedicatoria, in tono familiare M. addita a S. l’erronea divaricazione praticata dai contemporanei tra costumi civili ed esercizio militare, e include il destinatario tra «quegli che delle antiche azioni sono amatori» (Arte della guerra, proemio 10). La gratitudine di M. emerge nelle battute conclusive del proemio:
Le quali [mie fatiche] a voi mando sì per dimostrarmi grato, ancora che la mia possibilità non vi aggiunga, de’ beneficii ho ricevuto da voi, sì ancora perché, essendo consuetudine di onorare di simili opere coloro i quali per nobiltà, ricchezze, ingegno e liberalità risplendono, conosco voi di ricchezze e nobiltà non avere molti pari, d’ingegno pochi e di liberalità niuno (§ 13).
Di un eventuale matrimonio del figlio di S., Giambattista, con una figlia di Francesco Guicciardini, M. discute nella lettera a Guicciardini del 2 giugno 1526 (Lettere, p. 429).
Nel 1527 S. sostenne la nuova Repubblica fino a quando vi prevalsero gli ‘arrabbiati’. Nel 1530 fu tra i firmatari della capitolazione e poi tra i membri della Balìa che ricostituì lo Stato mediceo. Si ritirò quindi a vita privata nella villa del Santuccio – a San Donnino, presso Firenze –, tentando senza successo di indurre alla moderazione politica il fratello minore Filippo. Morì a Firenze nel 1549.
Bibliografia: Rime inedite, per cura di P. Ferrieri, Pavia 1885; Le vite degli uomini illustri della casa Strozzi, a cura di P. Stromboli, Firenze 1892; Commedie, a cura di A. Gareffi, Ravenna 1980.
Fonti: M. Sanudo, I diarii, 27° vol., a cura di F. Stefani, G. Berchet, N. Barozzi, Venezia 1890, coll. 74-75; G. Vasari, Vita di Piero di Cosimo, in Id., Le vite de’ più eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani, da Cimabue insino a’ tempi nostri, nell’edizione per i tipi di Lorenzo Torrentino, Firenze 1550, a cura di L. Bellosi, A. Rossi, Torino 1986, pp. 565-71.
Per gli studi critici si vedano: F. Pintor, «Ego Barlachia recensui», «Giornale storico della letteratura italiana», 1902, 39, pp. 103-09; R. Ridolfi, Vita di Niccolò Machiavelli, Firenze 19787, passim; W.J. Landon, Lorenzo di Filippo Strozzi and Niccolò Machiavelli. Patron, client and the Pistola fatta per la peste: an epistle written concerning the plague, Toronto 2013.