BOTTINI, Lorenzo Prospero
Nacque a Lucca dai patrizi Filippo e Fulvia Spada il 2 marzo 1737 e, compiuti gli studi di diritto all'università di Bologna, fu chiamato a Roma a occupare un posto nel Collegio degli avvocati concistoriali, posto accordato da poco alla Repubblica lucchese da Clemente XIII. A Roma si legò d'amicizia con monsignor F. M. Buonamici, agente della Repubblica di Lucca presso la S. Sede e, per interessamento di questo, fu preso a benvolere da Clemente XIV, che lo nominò referendario delle due Segnature. Ricoprì in seguito gli uffici di chierico della Camera apostolica, presidente del Tribunale delle grazie, proprefetto dell'Annona, rettore per un triennio dell'università romana, vicario di S. Maria Maggiore, segretario della Consulta. Nel 1770 monsignor Buonamici, prima di morire, aveva suggerito al governo lucchese il B. come suo successore, avvertendo però che questi avrebbe dovuto, in quanto agente, rinunciare alla carica di avvocato concistoriale, né si sapeva se Clemente XIV avrebbe poi conferito la carica a un altro lucchese, sebbene alla Repubblica spettasse ormai tale privilegio. Per questo il B. fu promosso agente effettivo della Repubblica lucchese presso la S. Sede soltanto nel marzo 1784, alla morte dell'agente abate D. Paoli, e tale carica mantenne fino al 23 febbr. 1798.
In qualità di agente, il B. inviò al governo scrupolosi dispacci che, a mo' di gazzetta, informavano i Lucchesi dei principali avvenimenti romani (notizie politiche, ma prevalentemente di attualità - arte, letteratura, teatro -, di ritrovamenti archeologici, di varie industrie, resoconti di giornali). I dispacci erano stesi in gran parte dal suo segretario, don Luigi Cervari, ma molti ne scriveva anch'egli di suo pugno. Mite di temperamento, e avversissimo ai Francesi, fu costretto dalle circostanze a rendere omaggio, a nome dei Lucchesi, al generale Berthier i cui soldati, fatto prigioniero Pio VI, il 12 febbr. 1798, avevano proclamato in Campidoglio la Repubblica romana. L'agente lucchese, seguendo l'esempio di altri diplomatici, tolse di sulla porta della propria casa le insegne papali e si recò a ossequiare i rappresentanti del governo francese. I Lucchesi, preoccupati di salvare a ogni costo il loro minuscolo Stato, lodarono molto il B. per questo suo atto e lo incoraggiarono a non tralasciare occasione di manifestare l'ossequio della Repubblica ai Francesi.
L'atteggiamento deferente e ossequioso di Lucca nei confronti della Francia e "le baldorie giacobine" a Roma amareggiarono a tale punto il B. che il 23 febbr. 1798 se ne tornò a Lucca. A sostituirlo lasciò un lucchese, Giovanni Giuseppe Graziani, al quale consegnò tutte le carte appartenenti all'agenzia. Il Graziani, aiutato dal segretario del B., si occupò particolarmente dell'assistenza dei Lucchesi a Roma e con la dovuta cautela continuò a fornire le consuete notizie alla Repubblica fino al luglio del 1900 (con l'esclusione del periodo dal febbraio al luglio 1799). Col Graziani si chiuse la serie degli agenti lucchesi in Roma.
Rientrato a Roma, il B. continuò a prestare "fedeli servigi" alla S. Sede, sì che il papa Pio VII l'8 marzo 1816 lo nominò cardinale riservato in petto, pubblicandolo soltanto il 1º ott. 1817. Ma il B., ultraottantenne, moriva a Roma l'11 ag. 1818, lasciando alla famiglia l'onore di un cappello cardinalizio, ma anche un pesante onere di debiti per esserle toccato, nel breve giro di dieci mesi, le spese della promozione e quella dei funerali.
Fonti eBibl.: Arch. di Stato di Lucca, Offizio sopra le Differenze dei Confini,Lettere Missive e Responsive (1784-1799); Ibid., Arch. dei Marchesi Bottini, filza 7, inserti 1-10 (riguardano la situazione patrimoniale del B.); filza 8, inserti 3-15 (contengono tra l'altro due allocuzioni del B. cardinale all'atto dell'entrata in possesso di alcune diaconie e corrispondenza varia), filza 9 (miscell. relativa ancora alla situazione patrimoniale del B., inventari di beni e simili); F. Cancellieri, Gratulatio ad V. E. Laurentium Bottini, Romae 1817; Id., Relazione delle esequie fatte alla ch. me. del card. L. B..., in Diario di Roma, Roma 1818, n. 64; G. Sforza, Episodi della storia di Roma nel sec. XVII..., in Arch. stor. ital., XIX (1887), pp. 236-240, 247; Id., Saggio de' dispacci di L. P. B....,ibid., XX (1888), pp. 411-440; E. Ridolfi, Della vita e delle opere del pittore M. Ridolfi, in Scritti d'arte e d'antichità di M. Ridolfi, Firenze 1879, p. XII; J. Schmidlin, Papstgeschichte der neuesten Zeit, München 1933, I, p. 351; P. Guidi-M. Giusti, Camaiore al suo card. E. Pellegrinetti, n. unico, Camaiore 1938, p. 14; G. Moroni, Diz. di erudiz. storico-eccles.,ad Indicem.