PENNA, Lorenzo
PENNA, Lorenzo. – Nacque a Bologna nel 1613. Lorenzo era probabilmente il nome da religioso, mentre rimane ignoto quello al secolo; si può ipotizzare l’identificazione con Vincenzo, figlio di Giovanni Pietro e di Sabina Fontana, nato il 23 gennaio di quello stesso anno (Registri battesimali della Cattedrale).
Nella Cronologia dell’Accademia filarmonica di Bologna si legge che egli «sino nella sua fanciullezza diede manifesto indizio d’una saggia ed altrettanto laudabil condotta; ma prima varcato appena il terzo lustro di sua età, e resosi possessore della lingua latina, deliberò di farsi religioso» (1736, p. 169). Il 18 marzo 1630 entrò nel convento bolognese di S. Martino, casa dei carmelitani calzati della Congregazione di Mantova: lì prese i voti dopo un anno di noviziato, dal 1639 fu maestro dei novizi e fino al 1642 rimase legato a quel convento (Lederer, 2001).
Nulla si sa della sua formazione musicale. Era maestro di cappella nella chiesa carmelitana di S. Ilario a Casale Monferrato quando, nel 1656 e per i tipi milanesi di Carlo Francesco Rolla, diede alle stampe la prima opera, Messa e salmi concertati a cinque voci, con doi violini ad libitum (nel prontuario figurano tutto l’ordinario della messa, il Domine ad adiuvandum, i salmi da vespro Dixit Dominus, Confitebor, Beatus vir, Laudate pueri, Laudate Dominum omnes gentes, Laetatus sum, Nisi Dominus e Lauda Ierusalem, e il Magnificat). Nella citata Cronologia si legge ancora che egli «fece con assidua applicazione il corso nello studio della filosofia, e poscia nella sacra teologia» (1736, p. 169): in quest’ultima disciplina fu laureato, nell’Università di Ferrara, il 23 giugno 1665 (Lederer, 2001).
Nel 1669 risulta maestro di cappella nella cattedrale di Imola e membro, sotto il nome di Indefesso, di due accademie felsinee, quella musicale dei Filaschisi e quella teologica dei Risoluti: lo si legge nell’op. III, Psalmorum totius anni modulatio, apparsa per i tipi bolognesi di Giacomo Monti.
In più, rispetto all’op. I e dopo una perduta op. II, qui figurano i salmi da vespro In exitu Israel, Credidi, In convertendo, Domine probasti, De profundis, Memento Domine David, Beati omnes e Confitebor […] angelorum, quelli all’uso carmelitano Lauda anima mea, Laudate Dominum quoniam bonus, Eripe me Domine e Qui confidunt, le quattro antifone mariane maggiori e le litanie lauretane; le musiche, anche in falso bordone, sono a quattro voci con una quinta parte ad libitum.
Divenuto maestro di cappella in S. Maria del Carmine a Parma, Penna diede da lì alle stampe, nel 1672 e per i tipi bolognesi di Monti, Li primi albori musicali per li principianti della musica figurata (egli la dichiara sua op. VI nella lettera dedicatoria dell’op. VIII: le intermedie opp. IV e V sono dunque ignote e perdute, e non identificabili con le diverse parti che compongono Li primi albori).
Questo trattato per l’insegnamento dello stile ecclesiastico è suddiviso in tre libri dedicati rispettivamente ai «principii del canto figurato», alle «regole del contrapunto» e ai «fondamenti per suonare l’organo o clavicembalo sopra la parte»; elementare e chiaro nei dettami, e arricchito di componimenti poetici in lode dell’autore, il lavoro godette di una notevole fortuna editoriale e didattica, con ristampe e riedizioni nel 1674 (Bologna, Monti, il solo libro I), 1678 (Venezia, Gioseppe Sala, il solo libro II), 1679 (Bologna, Monti, i tre libri; a tergo della quarta carta non numerata figura per la prima volta l’incisione con il ritratto dell’autore), 1684 (idem), 1690 (Anversa, Henrico Aertssens) e 1696 (Bologna, Piermaria Monti).
Legate al contesto parmense, tramite la dedica ai nobili novelli sposi Alessandro Sanvitale e Paola Simonetti, sono a loro volta le venticinque Correnti francesi a quattro, unica opera strumentale nota di Penna e sua settima data alle stampe, nel 1673 e per i tipi di Giacomo Monti (Sartori, 1952 e 1968).
Verosimilmente tornato a Bologna e lì rimasto fino alla morte, il 23 aprile 1676 Penna fu aggregato all’Accademia filarmonica nella classe dei compositori, «a viva voce… e per esser nota la sua virtù» (Cronologia, cit., p. 169).
Il 7 luglio 1677, per la festa del santo protettore Antonio da Padova, celebrata dai Filarmonici in S. Giovanni in Monte, contribuì con l’inno alle musiche di messa e vespro; il successivo 7 ottobre donò due sue opere all’Accademia, e altre tre il 29 (pp. 169 s.). Il 9 luglio 1679, una domenica di giugno-luglio 1680 (non il 9 luglio, come erroneamente riportato dalle fonti) e il 15 giugno 1681 contribuì di nuovo alle musiche per la festa dei Filarmonici, approntando rispettivamente un Beatus vir, il mottetto per l’offertorio e un secondo Beatus vir (pp. 29, 96, 126, 170). Nel 1686 ebbe l’incarico di primo consigliere e il 13 maggio gli fu conferito per estrazione a sorte il principato accademico, che tuttavia, «per vari suoi motivi, li convenne ricusare» (p. 170).
Aveva frattanto dato alle stampe le opere VIII, IX e X, tutte per i tipi bolognesi di Monti: nel 1677 Il sacro Parnaso delli salmi festivi e brevi per tutto l’anno e la Reggia del sacro Parnaso con il corteggio di sacre muse ordinate in messe piene e brevi; nel 1678 la Galeria del sacro Parnaso ornata con adornamenti di messe piene e brevi… con una messa concertata.
Se l’op. VIII vede nuovamente intonati i numerosi salmi da vespro già presenti nell’op. III, a otto voci riducibili a quattro, le opere IX e X raccolgono ciascuna quattro messe, per lo stesso organico: sono poste in musica le sole parti di Kyrie, Gloria e Credo, all’uso bolognese, e i nomi delle singole messe sono ispirati a epiteti della santa carmelitana dedicataria (a Maria Maddalena de’ Pazzi corrispondono le messe dette La Estatica, La Nozziale, La Trionfante e La Serafica, mentre a Teresa d’Avila corrispondono L’Infiammata, La Diletta, La Sofferente e La Vergine feconda, quest’ultima concertata e con sinfonie di strumenti ad libitum).
La Cronologia informa (p. 171) di due altre edizioni musicali perdute: l’op. XI, della quale nulla si sa, e l’op. XII, Messa a quattro e cinque a cappella. Del 1689 e per i tipi modenesi degli eredi Cassiani è una seconda opera teorica (non identificabile con l’op. XI): Direttorio del canto fermo, dal quale con brevità si apprende il modo di cantare in coro ciò s’appartiene a coristi, con la maniera di comporre il canto fermo ad uno, due e tre cori. Lo stesso anno il compositore diede alle stampe, per i tipi bolognesi di Monti, un altro lavoro forse non musicale, citato nella Cronologia (p. 170), ma oggi irreperibile: Fervorose formole d’atti interni sopra le più nobili ed eroiche virtù morali.
Penna morì a Bologna nel 1693, il 23 (Cronologia, cit., p. 171) o il 31 ottobre (Lederer, 2001).
Fonti e Bibl.: Bologna, Archivio generale arcivescovile, Registri battesimali della Cattedrale, 1613, t. 64, c. 13v; Archivio dell’Accademia filarmonica: O. Penna, Cronologia o sia Istoria generale di questa Accademia (1736), pp. 29, 96, 126, 169-171.
C. Sartori, Bibliografia della musica strumentale italiana stampata in Italia fino al 1700, Firenze 1952, pp. 470 s.; II, 1968, p. 153; K.H. Holler, Giovanni Maria Bononcini’s ‘Musico prattico’ in seiner Bedeutung für die musikalische Satzlehre des 17. Jahrunderts, Strasbourg-Baden-Baden 1963, pp. 9, 36 s., 84 s., 111-113; J.-H. Lederer, L. P. und seine Kontrapunkttheorie, diss., Karl-Franzens-Universität Graz, 1970; Id., Zur Lebensgeschichte L. P.s: eine biographisch-bibliographische Studie, in Kirchenmusikalisches Jahrbuch, LV (1971), pp. 25-31; L.F. Tagliavini, L’arte di ‘non lasciar vuoto lo strumento’. Appunti sulla prassi cembalistica italiana nel Cinque- e Seicento, in Rivista italiana di musicologia, X (1975), pp. 362, 365 s., 368; J.-H. Lederer, Zur Kontrapunkttheorie L. P.s, in Studien zur Musikwissenschaft, XXVIII (1977), pp. 105-114; D. Damschroder - D.R. Williams, Music theory from Zarlino to Schenker, Stuyvesant 1990, p. 232; V. Arlettaz, Les étranges harmonies de L. P., in Ostinato rigore. Revue internationale d’études musicales, V (1995), pp. 65-75; J.-H. Lederer, P., L., in The new Grove dictionary of music and musicians, XIX, London-New York 2001, p. 311; M. Vanscheeuwijck, The Cappella musicale of San Petronio in Bologna under Giovanni Paolo Colonna (1674-95), Bruxelles-Roma 2003, pp. 167, 169-171, 173-175, 211; Die Musik in Geschichte und Gegenwart. Personenteil, XIII, Kassel 2005, coll. 271 s.; S. Carchiolo, Una perfezione d’armonia meravigliosa. Prassi cembalo-organistica del basso continuo italiano, Lucca 2007, ad indicem.