MEHUS, Lorenzo (Lorenzo Maria)
– Nacque a Firenze il 15 ag. 1717 da Francesco, figlio del pittore Livio, e da Vittoria Felice di Giuliano Rosselli.
Niente si conosce sugli studi, se si eccettua un cenno del M. su un dottor Franchi suo maestro (lettera del 6 dic. 1746 a R. Venuti in Biblioteca apost. Vaticana, Ottob. lat., 3128, cc. 59r-60r) e il fatto che al termine degli studi «si fece ecclesiastico, ed impiegato venne nella custodia della Biblioteca Laurenziana» (Biografia universale antica e moderna, XXXVII, Venezia 1827, p. 62). Dal 1738 circa fu bibliotecario e copista dell’antiquario e collezionista barone Philipp von Stosch, noto anche per la sua attività massonica, iniziando così «ad attingere alla raccolta di manoscritti e a servirsi della biblioteca e a godere delle conversazioni di respiro europeo del barone» (Borroni Salvadori, p. 591).
Dal 1739, iniziando dalla biblioteca del convento fiorentino di S. Croce, ricercò materiali manoscritti e a stampa relativi alla storia della letteratura umanistica fiorentina. Di questa indagine profittarono, nel 1753, i consoli dell’arte dei mercatanti di Firenze, responsabili della raccolta, che commissionarono al M. un catalogo. Nel 1741 il M. cominciò a pubblicare i materiali iniziando con l’epistolario di L. Bruni corredato della biografia, in accordo con lo stampatore fiorentino G. Rigacci (Leonardi Bruni Arretini Epistolarum libri VIII ad fidem codd. mss. suppleti et castigati …, recensente Laurentio Mehus …, qui Leonardi vitam scripsit, Manetti et Poggii Orationes praemisit …). L’ampia dichiarazione programmatica ribadì la necessità di dare in forma corretta epistolari inediti o editi in lezioni discutibili e delineò il metodo adottato nel progetto. La collaborazione con Rigacci si concluse però subito, perché nello stesso 1741 il M. pubblicò un secondo epistolario, quello di C. Salutati, per i tipi di G. Viviani (Lini Colucii Pierii Salutati Epistolae nunc primum ex mss. codd. in lucem erutae … Pars prima, Florentiae), introdotto da una polemica nei confronti dell’autorevole parere di G. Lami, che tra il 1741 e il 1743 nelle sue Novelle letterarie si era scagliato contro le scelte linguistico-filologiche del M. (ma più ancora contro il finanziatore e mecenate del giovane studioso, Stosch). Tale controversia rese la prefazione un documento notevole per la storia della trasmissione del testo. Nello stesso 1741 Rigacci stampò un’edizione rivista con probabilità da Lami (Lini Colucii Pierii Salutati Epistolae ex mss. codd. nunc primum in lucem editae … Pars prima, Florentiae), cui fa seguito un’aspra critica al M. con un sonetto satirico sul suo aspetto fisico e sulle sue capacità. Uno dei risvolti più immediati e significativi della polemica fu la fondazione, nel 1742, del Giornale de’ letterati di Firenze, chiamato da molti «Giornale del Mehus», che egli diresse fino al 1747 e al quale collaborò per altri sei anni, fino alla sospensione della pubblicazione.
Fino al 1760 il M. lavorò sugli epistolari, con assidue ricerche in biblioteche e archivi fiorentini e raccogliendo informazioni da numerosi corrispondenti. Li considerava un’importante fonte su vita e studi degli umanisti, in una visione della storia letteraria riferita meno a periodi e correnti che a personalità d’eccezione, la cui attività, i cui documenti e scritti lo incuriosivano come prodotti di fitte reti di relazioni con autorità politiche e religiose e come prove di legami con istituzioni culturali ed eventi storici. In una concezione della storia della letteratura come storia della civiltà, della cultura e della trasmissione del sapere, il M. esaminava i testi privati degli umanisti come documenti storici. Pur non impiegando alcuno stemma codicum, confrontava più testimoni manoscritti e a stampa, interpretava i testi privilegiando le fonti autografe, rifletteva sull’usus scribendi dell’autore e sulle sue peculiarità linguistiche.
Nel 1742, ancora dalla raccolta di von Stosch, pubblicò a Firenze l’Itinerarium di Ciriaco Pizzicolli di Ancona (Itinerarium nunc primum ex ms. cod. in lucem erutum ex bibl. … baronis Philippi Stosch …), l’anno successivo l’epistolario di L. Dati (Leonardi Dathi … Epistolae XXXIII. Nunc primun ex Bibl. Mediceo-Laurentiana in lucem erutae …); nel 1745 B. Facio (De viris illustribus liber nunc primum … in lucem erutus …) e nel 1747 B. Colucci (De discordiis Florentinorum liber, nunc primum ex ms. cod. in lucem erutus …). Ancora nel 1747 il M. riallacciò i rapporti con Rigacci, curando per lo stampatore lo Specimen historiae litterariae Florentinae saeculi decimitertii ac decimiquarti, sive Vitae Dantis, Petrarchae ac Boccaccii … di G. Manetti (Firenze) e collaborò all’edizione veneziana delle Vite d’uomini illustri fiorentini di F. Villani curata da G.M. Mazzuchelli con puntualizzazioni e approfondimenti. Nello stesso anno aiutò A.M. Bandini per lo Specimen literaturae Florentinae saeculi XV (I-II, Firenze 1747-51) e nel 1749 pubblicò la Laurentii Medicei vita a Nicolao Valorio scripta ex cod. Mediceo-Laurentiano (Firenze).
Nel 1750 fu di nuovo coinvolto in una polemica filologica che, ancora una volta, portò l’avversario a ridicolizzarlo come uomo e studioso.
In quell’anno a un’edizione dei Canti carnascialeschi di A. Grazzini detto il Lasca curata da A. Biscioni (1741-42) ne seguì una, di R.M. Bracci, critica verso la precedente (Tutti i trionfi, carri, mascherate o canti carnascialeschi andati per Firenze dal tempo del Magnifico Lorenzo de’ Medici fino all’anno 1559 …, In Cosmopoli [i.e. Lucca], 1750). Biscioni rispose con un aspro Parere … sopra la seconda edizione de’ Canti carnascialeschi e in difesa della prima edizione … (Firenze 1750); a sua volta Bracci inscenò sotto pseudonimo un divertente ed erudito battibecco fra i protagonisti della vicenda (I primi due dialoghi di Decio Laberio in risposta e confutazione del Parere del sig. Biscioni sopra la nuova edizione de’ Canti carnascialeschi, Firenze 1750), tra i quali spicca la caricatura impietosa del M., chiamato ser Cachero, indicato come responsabile di grossolani errori nell’edizione di Biscioni per averlo indotto a seguire pedissequamente un codice riccardiano. La vicenda ebbe esito penoso per Bracci, che fu costretto a lasciare Firenze, e i cui Dialoghi furono ridotti in cartoni per volontà di Biscioni, anche se il tempo ha poi reso ragione a Bracci.
Nel 1751 il M. pubblicò nel volume XXV dei muratoriani Rerum Italicarum Scriptores il De coniuratione Porcaria di L.B. Alberti, con una biografia dell’autore (pp. 293 s. e coll. 295-314), e la Historia obsidionis Plumbini di A. Agostini. Nell’agosto 1752 ricercò codici nei conventi di Vallombrosa, Camaldoli e La Verna e, al ritorno, stese un particolareggiato e vivace resoconto per G.M. Feroni. Alcuni indizi fanno supporre che verso il 1760 compisse o almeno progettasse un altro viaggio, questa volta a Roma, ma l’unico dato certo è che dal 1768 alla morte fu stabilmente a Firenze.
Se ancora nel 1753 il M. pubblicò a Bologna l’Epistola o sia Ragionamento di messer Lapo da Castiglionchio … colla vita del medesimo, con lettere e un’appendice di documenti, dagli anni Quaranta si dedicò soprattutto al più ambizioso tra i progetti che portò a termine: l’edizione dell’epistolario di A. Traversari, completa di una biografia nella quale inserì molte notizie anche su autori coevi e altri vissuti fino a due secoli prima (Ambrosii Traversari generalis Camaldulensium aliorumque ad ipsum …, Florentiae 1759; ed. anast. München 1968).
Una lettera inedita in uno dei suoi volumi di appunti conferma che la trattazione di un autore di tale rilievo lo spinse a premettere alla sua vita una selezione dell’enorme quantità di dati raccolti da migliaia di codici, che non aveva potuto o voluto pubblicare separatamente, passare a colleghi o inserire in raccolte più pertinenti; ne nacque una vera «Historia litteraria florentina», intesa a colmare una lacuna ai suoi occhi vergognosa (Firenze, Biblioteca Riccardiana, Ricc., 3504, cc. 206-207; cfr. Flori).
Stando a una lettera di Bandini a Mazzuchelli del 4 ott. 1760 (Biblioteca apost. Vaticana, Vat. lat., 10004, I, c. 267v) e alla quasi identità tra passi sulla storia della Biblioteca di S. Croce nella Historia litteraria e nel IV tomo del Catalogus codicum Latinorum Bibliothecae Mediceae Laurentianae … (Firenze 1774-77) di Bandini, il M. collaborò anche a quest’opera. Subito dopo la pubblicazione dell’Epistolario di Traversari, per il quale raccolse materiali anche in seguito, come mostra un volume di Giunte e correzioni (Firenze, Biblioteca Riccardiana, Ricc., 3892), lavorò a un’edizione delle opere latine di Alberti comprendente ancora una sua biografia (Ibid., Biblioteca Marucelliana, Mss., B.VI.34-39, B.VI.40), il primo dei quali fu spedito a Vienna per la pubblicazione ma non vide la luce. Continuando questo progetto, probabilmente finanziato da un discendente di Alberti, Giovanni Vincenzo, confezionò in seguito un codice di Notizie per la vita gli studi e le opere di Leon Batista Alberti (Ibid., Biblioteca nazionale, Nuove Accessioni, 638), che utilizzò per Memorie e documenti inediti per servire alla vita letteraria di Leon Batista Alberti, confluiti poi in uno studio di P. Pozzetti (Leo Baptista Alberti … laudatus. Accedit Commentarius Italicus …, Florentiae 1789: cfr. Santoro, 1996).
Nel 1763 il M. pubblicò le biografie di Domenico e Giovan Bernardo Brichieri Colombi ne Gli scrittori d’Italia di Mazzuchelli (II, 4, Brescia 1763, pp. 2087-2089 e 2089-2091). Nel 1769 collaborò all’edizione di lettere e opere di G. Aliotti, probabilmente compilandone biografia e bibliografia, Hieronymi Aliotti Arretini Ordinis Sancti Benedicti … Epistolae et Opuscula Gabrielis Mariae Scarmalii … Tomus primus [-secundus] (Arezzo). Nello stesso anno contribuì all’edizione dello stampatore F. Rossi delle opere di A. Turamini, Opera omnia, recognita, emendata et aucta ex autographo Senensis bibliothecae (Siena).
Dal 1783 al 1787 il M. fu coadiutore dell’auditore fiscale G.D. Brichieri Colombi; fu allora incaricato di scrivere elogi di due riforme promosse dal granduca Pietro Leopoldo d’Asburgo Lorena (Della legittima sepoltura dei cristiani nell’Occidente, Firenze 1784; Dell’origine, progresso, abusi e riforma delle confraternite laicali, ibid. 1785). Ad allora risale con probabilità anche un Regolamento inedito per le pubbliche librerie di Firenze indirizzato al granduca, stampato postumo da G. Campori (in Il bibliofilo, IV [1883], 9-10, pp. 140-142). L’ultima sua pubblicazione furono le Osservazioni letterarie per l’anno 1794. Parte prima (Firenze 1794).
La produzione a stampa del M. fu solo una parte del suo lavoro: per tutta la vita raccolse e organizzò in una fitta rete di rimandi una enorme quantità di appunti, note e riflessioni. Questo «laboratorio» manoscritto e altre fonti indicano numerosi altri progetti che il M. ideò, e talora realizzò, senza che ne restino altre tracce. Dichiarò di avere pronti per la stampa l’epistolario di P. Bracciolini (prima del 1759) e le Epistolae familiares di Petrarca (1788). Raccolse materiale su molti altri umanisti, in alcuni casi ne collazionò codici e ne ricevette notizie da corrispondenti. In particolare, si interessò agli epistolari di P.C. Decembrio (1741-45) e F. Filelfo (dal 1742); nel 1745 lavorò a una riedizione della Bibliotheca Latina mediae et infimae aetatis di J.A. Fabricius, poi sugli epistolari di A. Beccadelli detto il Panormita (prima del 1746) e di B. Sacchi detto il Platina (1746-47), sul Fons memorabilium universi di D. Bandini d’Arezzo (1749), sul De origine civitatis Florentiae et eiusdem famosis civibus di F. Villani, sul De illustribus longaevis di G. Manetti (1755-56), sulle biografie e bibliografie di G. Savonarola (prima del 1756), D. Lippi, B. Fonzio, Salutati, Bracciolini, Decembrio, sull’Hodoeporicon di Traversari (prima del 1760), su Vita e alcune opere latine di Leon Battista Alberti (dal 1760), e su una riedizione delle antiche decretali di A. Agostini (1771). Dal 1770 il M. elaborò, con il parlamentare irlandese L. Gardiner, un progetto non portato a termine sul «risorgimento delle lettere», inteso come recupero dei primi documenti storico-letterari di ogni nazione di lingua romanza e anglosassone e analisi prospettica del loro ruolo nella nascita delle letterature nazionali.
L’aspirazione a rinnovare gli studi umanistici in senso «scientifico» ne fece un membro significativo della repubblica delle lettere europea; entro il 1741 fu ammesso nell’Accademia Etrusca di Cortona e, nel 1768-69, in quella di Mannheim (Firenze, Biblioteca Riccardiana, Ricc., 3493, cc. 79-92). La sua voce precisa e attenta, che percorse tutto il secolo, rifuggì da giudizi e ideologie, riconoscendo nella ricerca erudita storico-letteraria l’unico mezzo per riappropriarsi di un’intera epoca e valutarne le conquiste intellettuali in tutta libertà. I rapporti con l’ambiente libertino e con Stosch non sembrano averlo coinvolto sul piano personale, ma solo su quello professionale, dato che il barone con il suo mecenatismo gli mise a disposizione la preziosa biblioteca, probabilmente già dal 1738, e gli permise di muovere i primi passi come editore. Dopo la morte di Stosch, il M. compilò anche uno dei cataloghi della pregevole raccolta del barone (Bibliotheca Stoschiana sive Catalogus selectissimorum librorum quos collegerat Philippus baro de Stosch, Florentiae 1759).
Il rigore dei suoi criteri portò noti bibliofili e bibliotecari ad affidarsi alla sua competenza. G. Riccardi, collezionista raffinato e facoltoso, se ne valse come assistente e procacciatore di libri; lo stesso fecero G. Targioni e F. Fossi per le biblioteche delle quali erano responsabili, e la maggior parte dei corrispondenti. Probabilmente il M. visse anche dei proventi di questa attività, oltre che di quella di correttore di bozze per illustri colleghi, come il p. Ildefonso di S. Luigi.
I corrispondenti del M. furono forse molto più numerosi di quanto resta documentato nella parziale raccolta delle lettere inviategli conservate presso la Biblioteca Riccardiana.
Il M. morì a Firenze il 15 genn. 1802.
Fonti e Bibl.: Solo poche sue lettere, conservate in varie biblioteche, sono state pubblicate: cfr. C. Viola, Epistolari italiani del Settecento. Repertorio bibliografico, Verona 2004, ad vocem. Firenze, Biblioteca Riccardiana, Ricc., 2089, 3490-3499 (fra le lettere, quelle di A.M. Querini, G.B. Martini, S.E. Assemani, F.A. Zaccaria, F. Galiani, A.T. Trivulzio, C.G. conte di Firmian, G.J. Dionisi, B. Tanucci, G.D. Mansi, L. Gardiner, G. Andres, G.L. Bianconi); 3503-3507, 3589, cc. 28r, 31r, 37r, 38r, 61r, 63r, 65v, 66r, 68r, 69r, 69v; 3869-3892; Ibid., Arch. dell’Opera di S. Maria del Fiore, Registri battesimali, 81 (10-18 ag. 1717), c. 266r; Stati d’anime, P-2, P-18, P-1, P-24, P-25, P-17, P-38, P-11, P-27, P-45, P-39, P-15, P-12; S. Maria del Fiore, Libri dei morti, 4, c. [1]r; Ibid. Biblioteca nazionale, Magl., F.XII, cc. 66r, 236r; F.VII (27), pp. 132 [i.e. 123], 129, 146, 150, 155; F.VIII (28), c. 514r; F.IX (29), cc. 37r, 169r, 197r, 232r, 439r; F.XI (31), c. 72v; F.XII (32), c. 236r; F.XIV (34), p. 77; F.60, c. 14r; Poligrafo Gargani, 1289, 228-250; Nuove Accessioni, 1050: G.B. Pelli, Efemeridi; Ibid. Arch. del Convento di S. Paolino, A152, 79; Ibid., Biblioteca Marucelliana, Mss., B.I.27.VI,19, c. 218 (collaborazione allo Specimen di A.M. Bandini); Ibid., Biblioteca Medicea Laurenziana, Archivio storico, 1757-1779, c. 300; F. Galiani - L. Mehus, Carteggio (1753-1786), a cura di G. Nicoletti, Napoli 2002; A. Lombardi, Storia della letteratura italiana nel sec. XVIII, VI, Venezia 1832, p. 248; F. Inghirami, Storia della Toscana, XIII, Fiesole 1844, p. 402; G.B. Corniani, I secoli della letteratura italiana dopo il suo risorgimento. Commentario. Continuato fino all’età presente da Stefano Picozzi, VII, Torino 1855, pp. 479 s.; F.A. Eckstein, Nomenclator filologorum, Leipzig 1871, ad vocem; E. Allodoli, Aver del Meus, in La Rinascita, II (1939), 7, pp. 533 s.; A. Perosa, Sulla pubblicazione degli epistolari degli umanisti, in Le fonti del Medioevo europeo. Atti del Convegno … in occasione del 70° della fondazione dell’Istituto storico italiano … 1953, Roma 1954, pp. 327-338 (poi in Id., Studi di filologia umanistica, a cura di P. Viti, Roma 2000, III, Umanesimo italiano, pp. 9-21); M. Rosa, Per una storia dell’erudizione toscana del ’700: profilo di L.M., in Annali della Scuola speciale per archivisti e bibliotecari dell’Università di Roma, II (1962), pp. 41-96; B.L. Ullman - P.A. Stadter, The public library of Renaissance Florence. Niccolò Niccoli, Cosimo de’ Medici and the Library of S. Marco, Padova 1972, p. XI; F. Borroni Salvadori, Tra la fine del Granducato e la Reggenza: Filippo Stosch a Firenze, in Annali della Scuola normale superiore di Pisa, cl. di lettere e filosofia, s. 3, VIII (1978), pp. 565-614: pp. 591, 599-601, 606; I Riccardi a Firenze e in villa. Tra fasto e cultura (catal.), Firenze 1983, pp. 173, 182 s.; R. Buscagli, introduzione a Trionfi e canti carnascialeschi toscani del Rinascimento, Roma 1986, pp. XIX s.; L. Santoro, Il Poliziano in una lettera inedita di L. M., in Il Poliziano latino. Atti del Seminario, Lecce … 1994, a cura di P. Viti, Galatina 1996, pp. 151-161; S. Rizzo, Augusto Campana maestro a Roma, in Testimonianze per un maestro: ricordo di Augusto Campana. Atti del Convegno … 1995, a cura di R. Avesani, Roma 1997, p. 80; L. Santoro, Una biografia sconosciuta di Leon Battista Alberti, in Archivio stor. italiano, CLV (1997), 1, pp. 143-152; V. Fera, Per una storia della filologia umanistica a Firenze nel Settecento: Bandini e Poliziano, in Un erudito del Settecento: Angelo Maria Bandini. Atti di una Giornata di studio, Firenze … 1990, a cura di R. Pintaudi, Messina 2002, pp. 71-94; M.C. Flori, La genesi della Historia litteraria florentina di L. M., tesi di dottorato, Università di Firenze, 2006 (con biografia dettagliata e bibl. documentaria relativa alle opere a stampa, alle attribuzioni e ai progetti); C. Frati, Dizionario bio-bibliografico dei bibliotecari e bibliofili italiani dal sec. XIV al XIX, ad vocem; Enc. Italiana, App. I, p. 832.
M.C. Flori