TRAVERSAGNI, Lorenzo Guglielmo (Laurentius Guilelmus Traversanus, Guilelmus Savonensis, Guillermus Saphonensis). – Nacque a Savona intorno al 1425. Il padre Giacomo, originario del Monferrato, fu console, nel 1428, della comunità dei mercanti castigliani a Savona (Nicolini, 2015, p. 33). Tra i suoi fratelli sono noti Giacomo, autore di un trattato in volgare sulla messa (Farris, 1970-1971), e Giovanni Antonio, che soggiornò a lungo a Costantinopoli, rientrò a Savona alla vigilia della conquista ottomana – passando, nel 1452, da Rodi (P.O. Kristeller, Iter Italicum, 1963-1992, V, 1990, p. 181) – e collezionò un buon numero di codici greci, che vendette nel 1458 al genovese Antoniotto Grillo (Petti Balbi, 1977)
Non è chiara la parentela dei tre fratelli con Alerame Traversagni, coerede di Giovanni Antonio e autore di un volgarizzamento della vita di s. Elisabetta contenuta nella Legenda aurea (Toso, 2009), con Cattaneo, canonico regolare del S. Sepolcro e uomo di fiducia di Sisto IV (Elm, 2006), e con Francesco, copista nel 1478 di una miscellanea sapienziale e alchemica conservata alla Beinecke Library di Yale (P.O. Kristeller, cit., V, 1990, p. 290).
Nulla sappiamo dell’educazione ricevuta da Lorenzo Guglielmo prima del 1445, quando vestì l’abito dei frati minori conventuali e si trasferì a Padova per studiare filosofia e teologia. Suoi maestri furono Gaetano da Thiene e il concittadino Francesco della Rovere, futuro papa Sisto IV, che Traversagni seguì a Bologna nel 1449, per poi continuare il percorso accademico a Vienna, dove risiedette più o meno stabilmente tra 1450 e 1459 (Ruysschaert, 1953, pp. 199-205).
A Vienna riuscì ad addottorarsi in teologia nel 1457, ma non a ottenere l’ambita cattedra di studia humanitatis, caldeggiata già nel 1452 da Wolfgang Winthager, che nello stesso anno copiò alcuni scritti dell’amico, insieme ad altro materiale, nell’attuale cod. 743A della Bibliothek des Augustiner Chorherrenstiftes di Klosterneuburg (Lorini, 2005, pp. 620 s.). A Winthager Traversagni dedicò l’anno successivo i cinque dialoghi An mortui lugendi sunt an non?, finiti di scrivere il 25 giugno 1453, in occasione della morte del comune amico Johannes Schwarz. Sul finire del soggiorno austriaco compose inoltre il Modus epistolandi (noto anche come Modus conficiendi epistolas o Arenga de epistolis faciendis), dedicandolo al canonico Iohannes Zobell, allora studens decretorum all’Università di Vienna. All’editio princeps del trattato, databile a Parigi intorno al 1478, seguirono numerose ristampe fino alla fine del secolo, che insieme a ventuno testimoni manoscritti (censiti in R. Sharpe, A handlist of the Latin writers..., 2001, pp. 362 s., e corredati da un maggior numero di esempi rispetto alle edizioni a stampa) fanno del Modus l’opera più fortunata di Traversagni, in particolare in Francia e nel mondo tedesco (Trapp, 1999, pp. 299 s.).
Intanto, già da alcuni anni, Traversagni portava avanti un’intensa attività di copista per uso proprio o per conto di altri, come il maestro Francesco della Rovere, per il quale copiò almeno due codici nel 1446 e nel 1448 (Scarcia Piacentini, 1986, pp. 132 s., 154 s., 172 s.). Nel 1450 trascrisse a Monselice la Rhetorica ad Herennium (P.O. Kristeller, cit., III, 1987, p. 736). Il 5 settembre 1452, a Vienna, terminò di copiare le commedie di Terenzio, corredandole con ogni probabilità di un apparato – un commento (noto dal suo incipit come Iniungitis), la Vita Terentii di Petrarca e altre note – che avrebbe riscosso un certo successo (Villa, 1997, pp. 1868-1870). Il 13 gennaio 1453 copiò il commento di Guarino alla Rhetorica ad Herennium (Ruysschaert, 1953, p. 204).
Lasciata Vienna, nella primavera del 1460 fu incaricato di predicare ad Avignone e poi a Tolosa, dove insegnò filosofia morale ed eloquenza e studiò diritto canonico. Nello stesso anno terminò la Semita recta ad montem salutis, un’opera ascetica suddivisa in trentuno dialoghi.
Finora noto solo grazie al codice Vat. lat. 11607, il testo – adespoto a causa dei danni provocati dall’umidità – è tradito anche dal ms. Latin 3231 della Bibliothèque nationale de France di Parigi, che permette di datare l’opera al 29 giugno 1460 e costituisce l’esemplare di dedica all’arcivescovo di Tolosa Bernard de Rousergue (o du Rosier). Due anni dopo Traversagni compose un’opera simile per forma e contenuti, il Directorium mentis ad Deum (Ruysschaert, 1953, pp. 205 s.).
L’impegno spirituale non gli impedì comunque di proseguire lo studio e l’insegnamento della retorica, che gli valsero l’apprezzamento dell’umanista Giacomo Bracelli (Balbi, 1969).
Negli anni successivi le notizie scarseggiano: forse si ristabilì in Liguria, dal momento che nel 1468 si trovava a Noli, da dove dedicò il suo Libellus de varia fortuna Antiochi a Giovanni del Carretto, marchese del Finale (ed. moderna a cura di G. Farris, Savona 1972). A partire dal 1476 fu sicuramente a Cambridge, dove insegnò regolarmente nei due anni successivi e tornò più volte anche dopo il 1480, intervallando il soggiorno con alcuni viaggi a Parigi (dove tenne delle lezioni alla Sorbona). Dedicò i suoi corsi di Cambridge alla Rhetorica ad Herennium e ai Libri ethicorum di Aristotele, ma anche, nel 1478, al De civitate Dei di Agostino (le lezioni inaugurali superstiti sono edite in Farris, 1972, pp. 71-81). Nello stesso anno, oltre a due Sermones contra ambitiosos et contra otiosos, compose la sua opera più nota, la Margarita eloquentiae castigatae, un trattato di retorica edito nel 1479, a Westminster, da William Caxton.
L’opera – ristampata l’anno successivo a St Albans e tradita anche da due codici, uno dei quali autografo (Biblioteca apostolica Vaticana, Vat. lat. 11441, cc. 1r-84v; v. l’edizione moderna a cura di G. Farris, Savona 1978) – risponde all’esigenza di adattare l’oratoria, soprattutto sacra, agli insegnamenti della retorica classica. Nonostante gli indubbi aspetti innovativi, che hanno indotto la storiografia ad accostare la Margarita all’Ecclesiastes di Erasmo (O’Malley, 1986, pp. 33-36; Roest, 2012, p. 405), il trattato di Traversagni presenta diversi elementi di continuità con la produzione scolastica e medievale (Murphy, 1972), e, dopo l’iniziale successo, fu presto dimenticato (Michelson, 2013).
Dalla Margarita l’autore trasse per motivi didattici – come introduzione per i principianti e sommario per i più esperti – un’Epitome, realizzata a Parigi ma stampata da Caxton alla fine del 1480 o all’inizio del 1481 (edizioni in Martin, 1971; Id., 1986, su cui v. le considerazioni critiche di Rizzo, 1988; autografo in Vat. lat. 11441, cc. 89r-108r).
Fino al 1485 visse tra Cambridge e Londra, dove nel luglio del 1480 scrisse, sulla falsariga dei due trattati spirituali composti anni prima a Vienna, i Dialogi de vita aeterna. Nel novembre del 1482, a Bruges, copiò la traduzione latina del Pimander; ma è a Londra, a partire dal 1477, che cominciò con il Triumphus pudicitiae Beatae Virginis Mariae una serie di poemi latini di esplicita ispirazione petrarchesca, proseguendo nel 1483 con il Triumphus iustitiae Iesus Christi, dedicato a re Edoardo IV (Ruysschaert, 1953, p. 208). Un terzo testo, il Triumphus amoris Iesus Christi, dedicò nell’aprile del 1485 a William Waynflete, vescovo di Winchester (Weiss, 1967).
Nel 1487, o poco prima, Traversagni fece ritorno a Savona, continuando a promuovere lo studio della retorica (v. le orazioni edite in appendice a Farris, 1972). Il suo nome godeva ormai di un certo prestigio nel campo delle lettere, come mostra la dedica da parte del concittadino Giovanni Bernardo Forte del suo Fonte di carità (stampato a Milano, da Leonhard Pachel, nel 1497), cui è premessa una breve approvazione di Traversagni.
Egli scrisse intanto altri triumphi sacri, che progettò invano di raccogliere e pubblicare: prima, nell’agosto del 1495, in quindici libri, e poi – con l’aggiunta di due ulteriori trionfi e di una Epithoma triumphorum – alla vigilia della morte, avvenuta probabilmente a Savona, poco dopo il settembre del 1503 (Farris, 1972, pp. 12-14).
Dei numerosi codici della sua biblioteca personale (Ruysschaert, 1953, pp. 208 s.), tre sono conservati presso la Biblioteca civica di Savona (IX.B.2.14, IX.B.2.15 e IX.B.2.17), e altrettanti furono donati a Sisto V, tra 1585 e 1590, dal gesuita savonese Evangelista Scarella. Il progetto di pubblicare le opere di Traversagni non andò in porto, ma i manoscritti si trovano tuttora nella Biblioteca apostolica Vaticana (Vat. lat. 11411, 11607 e 11608 – descrizione degli ultimi due in J. Ruysschaert, Codices Vaticani..., 1959, pp. 409-413).
Fonti e Bibl.: J. Ruysschaert, Codices Vaticani Latini 11414-11709, Città del Vaticano 1959; P.O. Kristeller, Iter Italicum, I-VI, London-Leiden 1963-1992, III, 1987, p. 736, V, 1990, pp. 181, 290; R. Sharpe, A handlist of the Latin writers of Great Britain and Ireland before 1540, with additions and corrections, Turnhout 2001, pp. 362-365 (indice delle opere, con segnalazione dei codici e delle edizioni).
J. Ruysschaert, L.G. T. de Savone, un humaniste franciscain oublié, in Archivum franciscanum historicum, XLVI (1953), pp. 195-210; Id., Les manuscrits autographes de deux æuvres de L.G. T. imprimées chez Caxton, in Bulletin of the John Rylands Library, XXXVI (1953-1954), pp. 191-197; R. Weiss, Humanism in England during the fifteenth century, Oxford 1967, pp. 162 s., 199; G. Balbi, L’epistolario di Jacopo Bracelli, Genova 1969, n. 78; G. Farris, Valore storico e linguistico di un trattatello inedito ed in volgare sulla messa, scritto a Legino presso Savona nel 1456, in Atti e memorie della Società savonese di storia patria, n.s., IV (1970-1971), pp. 85-110; R.H. Martin, The Epitome Margaritae Eloquentiae of Laurentius Gulielmus de Saona, Leeds 1971; G. Farris, Umanesimo e religione in L.G. T., Milano 1972; J.J. Murphy, Caxton’s two choices. Modern and medieval rhetoric in T.’s Nova Rhetorica and the anonymous Court of Sapience, in Medievalia et humanistica, n.s., III (1972), pp. 241-255; G. Petti Balbi, Libri greci a Genova a metà del Quattrocento, in Italia medioevale e umanistica, XX (1977), pp. 277-302 (poi in Ead., Governare la città. Pratiche sociali e linguaggi politici a Genova in età medievale, Firenze 2007, pp. 225-245); J.W. O’Malley, Praise and blame in Renaissance Rome: rhetoric, doctrine, and reform in the sacred orators of the papal court, c. 1450-1521, Durham 1979, pp. 43-51; R.H. Martin, The Epitoma Margaritae Eloquentiae of Laurentius Gulielmus Traversanus de Saona, Leeds 1986; J.W. O’Malley, Form, content, and influence of works about preaching before Trent: the franciscan contribution, in I frati minori tra ’400 e ’500, Assisi 1986, pp. 26-50; P. Scarcia Piacentini, Ricerche sugli antichi inventari della Biblioteca Vaticana: i codici di lavoro di Sisto IV, in Un pontificato ed una città. Sisto IV (1471-1484), a cura di M. Miglio, Città del Vaticano 1986, pp. 115-178; S. Rizzo, A proposito dell’edizione di un testo latino del Quattrocento, in Rivista di filologia e di istruzione classica, CXVI (1988), pp. 241-249; C. Villa, Schede per una attribuzione: Pietro Luder o L.G. T.?, in Filologia umanistica. Per Gianvito Resta, a cura di V. Fera - G. Ferraù, III, Padova 1997, pp. 1861-1872; J.B. Trapp, The humanist book, in The Cambridge history of the book in Britain, III, a cura di L. Hellinga - J.B. Trapp, Cambridge 1999, pp. 283-315; T. Lorini, Petrarca a Vienna. Riscontri da un censimento in corso, in Margarita amicorum. Studi di cultura europea per Agostino Sottili, a cura di F. Forner - C.M. Monti - P.G. Schmidt, II, Milano 2005, pp. 603-636; K. Elm, L’italiano Cataneus de Traversagnis e l’olandese Jan Van Abroek, in L’Italia alla fine del Medioevo. I caratteri originali nel quadro europeo, a cura di F. Salvestrini, Firenze 2006, pp. 143-161; F. Toso, La letteratura ligure in genovese e nei dialetti locali, II, Recco 2009, pp. 115-119; P. Mack, A history of Renaissance rhetoric 1380-1620, Oxford 2011, pp. 237 s.; B. Roest, “Ne Effluat in Multiloquium Et Habeatur Honerosus”: The art of preaching in the franciscan tradition, in Franciscans and preaching. Every miracle from the beginning of the world came about through words, a cura di T. Johnson, Leiden-Boston 2012, pp. 383-412; E. Michelson, The pulpit and the press in Reformation Italy, Cambridge-London 2013, p. 47; A. Nicolini, I savonesi e l’ascesa della Spagna alla fine del Medioevo. Uomini, merci e navi, in Atti della Società ligure di storia patria, n.s., LV (2015), pp. 29-74.