GREUTER, Lorenzo
Figlio di Johann Friedrich e Virginia Bucci, nacque a Roma il 17 apr. 1620 (Roma, Archivio storico del Vicariato, S. Marcello, Battesimi, 1620-24, c. 16).
A differenza del padre e del nonno, entrambi incisori, fu pittore; ma la sua personalità è poco nota a causa del limitato numero di opere identificate.
Visse con la famiglia paterna nelle parrocchie di S. Marcello e di S. Eustachio sino al 1642 e nuovamente nel 1650, mentre non si hanno notizie su dove risiedesse negli anni 1643-49. Si è ipotizzato un suo soggiorno a Napoli dal 1634 al 1649 (Thieme - Becker); ma la notizia non è comprovata dai documenti e va corretta almeno per la durata del periodo. Nel 1654 era già iscritto all'Accademia di S. Luca e l'anno successivo entrò anche nella Congregazione dei Virtuosi al Pantheon (Orbaan). Nella prima istituzione fu camerlengo dal 1667 alla morte.
Sposò Francesca Morelli (circa 1655) con la quale visse in via Laurina, nella parrocchia di S. Maria del Popolo; da essa ebbe i figli Giuseppe (Hoogewerff), Nicola Basilio (nato nel 1658) e Antonia Martina (nata nel 1661). Rimase vedovo nel 1661. Gli Stati delle anime riportano anche il nome di un suo collaboratore, Giovanni de Alexandris (Bertolotti).
A tutt'oggi le uniche opere pittoriche note sono gli affreschi nella chiesa di S. Maria Porta Paradisi, la cui esatta cronologia è stata accertata sulla base di documenti inediti. Tale edificio, annesso all'ospedale di S. Giacomo al Corso, beneficiò di un importante lascito testamentario del medico M. Caccia (morto nel 1644) che permise la decorazione di tutto l'interno, terminata ben oltre il 1645, come comunemente si crede, quando venne pagato P.P. Naldini, autore degli affreschi della cupola. Infatti, nel 1659 il G. eseguì i due affreschi laterali della cappella maggiore, raffiguranti la Nascita e la Presentazione di Maria, e ne ebbe 40 scudi. Nel 1662, per un ammontare di 62 scudi, nel vano centrale della chiesa affrescò le quattro lunette con storie della Vergine e due sovrapporte, dove finse a monocromo due monumenti funebri, con figure sdraiate e coppie di putti, a bilanciare visivamente i due monumenti esistenti sopra le altre due porte (Archivio di Stato di Roma, Ospedale di S. Giacomo, b. 150, carte sciolte: Salerno).
Il padre, molto attivo per i Barberini, dovette procurargli contatti con questa famiglia, come testimonia la presenza di un dipinto del G. raffigurante la Madonna col Bambino e due angeli, non identificato, tra le proprietà del cardinale Antonio Barberini (Aronberg Lavin).
Si conoscono per via indiretta alcuni suoi disegni, una complessa immagine sacra incisa dal fratello Giuseppe e una Discrezione, riprodotta dal padre nel 1640 e posta a ornamento dei Documentid'amore di Francesco da Barberino, opera edita in ambito barberiniano con disegni eseguiti per lo più da nobili dilettanti (Barberini; Zijlma). Altri suoi disegni furono incisi da A. Clouet (Cattedra di S. Pietro) e J. Baron (Alessandro VII).
Molto probabilmente nel 1658 partecipò alla realizzazione dell'apparato per la canonizzazione di s. Tommaso da Villanova, lavorando agli stendardi esposti nell'abside di S. Pietro con G. Brandi e F. Biani (Fagiolo dell'Arco, che identifica il G. con Francesco Greuter).
Non è chiaro se possa essere lui il pittore, considerato fiammingo, che mandò quadri non identificati a Casale, come risulta da un testo del XVIII secolo (Baudi di Vesme).
Recenti documenti chiariscono che il G. non lavorò nella chiesa di S. Lorenzo in Lucina, come affermato da alcune guide antiche (Bertoldi).
Il G. morì a Roma il 30 maggio 1668.
Al momento della morte, l'inventario dei beni registrava nella sua casa oltre quaranta dipinti, in parte abbozzi, probabilmente sue opere, in prevalenza di soggetto sacro, ma anche con temi allegorici e nature morte. La presenza di alcuni arredi costosi, come parati di corami, fa pensare a un discreto livello economico di vita (Archivio di Stato di Roma, Trenta notai Capitolini, uff. 19: G.B. Rondinus, Istrumenti, 1668, I parte, cc. 663-665, 674-676).
Fonti e Bibl.: Roma, Arch. stor. del Vicariato, S. Marcello, Stati delle anime, anni indicati; S. Eustachio, Stati delle anime, anni indicati; Ibid., Arch. stor. dell'Accademia di S. Luca, voll. 42a, c. 74v; 43, cc. 96, 99v, 141v; Ibid., Arch. stor. Capitolino, Archivio urbano, sez. XIX, prot. 56, Notaio G.B. Rondinus, Testamenti, cc. n.n., in data 27 maggio 1668; A. Bertolotti, Artistibolognesi, Bologna 1886, p. 177; J.A.F. Orbaan, Virtuosi al Pantheon. Archivalische Beiträge zur römischen Kunstgeschichte, in Repertorium für Kunstwissenschaft, XXXVII (1915), p. 46; F. Noack, Deutsches Leben in Rom, II, Berlin-Leipzig 1927, p. 218; G.J. Hoogewerff, Nederlandsche Kunstenaars te Rome (1600-1725), 's Gravenhage 1942, pp. 43, 76; L. Salerno, in Via del Corso, Roma 1961, p. 137; A. Baudi di Vesme, L'arte in Piemonte dal XVI al XVIII secolo, II, Torino 1963, p. 574; M. Aronberg Lavin, Seventeenth century Barberini documents and inventories of art, New York 1975, p. 312; R. Zijlma, in F.W.H. Hollstein, German engravings, etchings and woodcuts, XII, Amsterdam 1983, pp. 80, 100; F. Barberini, Francesco Barberini e l'editoria seicentesca dei "Documenti d'amore", in Xenia antiqua, II (1993), p. 134; M.E. Bertoldi, S. Lorenzo in Lucina, Roma 1994, p. 43; R. Barbiellini Amidei, S. Maria Porta Paradisi, in Roma sacra, 1996, n. 6, pp. 35 s.; M. Fagiolo dell'Arco, La festa barocca. Corpus delle feste a Roma, I, Roma 1997, p. 394; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XV, p. 7.