FIORENTINI, Lorenzo
Nacque a Borgo Valsugana (Trento) intorno al 1584 da una famiglia d'origine toscana, stabilitasi nel piccolo centro già dal sec. XIV (Morizzo, 1886), in un ambiente sociale non modesto, potendo vantare tra i suoi parenti diversi sindaci della Comunità, già a partire dal padre Stefano, nonché un fratello notaio, Leonardo, dal 1598 al 1629 (Archivio di Stato di Trento, Arch. not., Borgo Valsugana, "Notaio L. Fiorentini"), e un altro, Fiorentino, maestro di posta e speziale.
Le prime notizie sulla sua attività di pittore sono molto precoci e risalgono al 18 luglio 1597, quando il padre Stefano (Forenza - Lazzari, 1980, p. 31), in sua vece perché ancora minorenne, stipulò il contratto per l'esecuzione delle portelle del nuovo organo della parrocchiale di Pergine. Il lavoro, che avrebbe dovuto essere terminato entro l'anno, fu invece consegnato evidentemente con ampio ritardo, se solo il 21 giugno 1600 fu eseguita la stima per conto della Municipalità dai pittori M.T. Polacco e G. Shroner delle due tele con l'Angelo e l'Annunciata, ora conservate nella chiesa di S. Carlo.
Tra queste opere e la successiva documentata intercorrono quasi quindici anni per i quali l'unico dato sicuro è che il F. nei primi anni del secolo sposava una certa Anna, mentre, nel 1607, nasceva a Borgo il primo figlio Giacomo. Dal 1615 ricominciano con una certa regolarità le notizie: attestano innanzitutto la sua presenza nel paese natale, ove condivideva con il fratello Leonardo la casa di famiglia vicino al Brenta (Archivio di Stato di Trento, Arch. not., Borgo Valsugana, "Notaio L. Fiorentini", 1615).
Dal punto di vista artistico e professionale si segnala invece l'esecuzione, proprio nel 1615, di un'importante opera: in vista del completamento della chiesetta di S. Rocco, costruita come un ex voto nel 1607, il Comune di Borgo assegnava nel 1612 alla omonima confraternita 40 "ragnesi" (Costa, 1994, p. 117), che dovevano servire per la pala raffigurante la Madonna con il Bambino e i ss. Rocco e Antonio abate, con la veduta di Borgo sullo sfondo, dipinta e firmata dal F. dopo tre anni. Essa rappresenta sicuramente il momento migliore della sua produzione e tradisce chiaramente una formazione di ascendenza veneta, in particolare bassanesca.
Grazie probabilmente al buon esito di quest'opera si succedettero con una certa continuità diverse commissioni, anche al di fuori della Valsugana, che però singolarmente attestano un'involuzione dell'artista; non riuscendo più ad esprimere il livello della pala di S. Rocco, sembra regredire nei dipinti sopravvissuti verso forme sempre più rigide e arcaiche. A cominciare infatti dalla pala del Beneficio Welsberg, raffigurante i Ss. Fabiano, Rocco e Barbara, eseguita e firmata nel 1619 per la chiesa di Ss. Fabiano e Sebastiano di Cavalese, si manifestava questa tendenza alla schematizzazione della composizione, attraverso la giustapposizione di personaggi sempre più tozzi e legnosi, privi di qualsiasi movimento.
Nel decennio successivo il F. ritornò a lavorare a Borgo, dove intervenne nella decorazione del palazzo Ceschi, come attesta la sua firma in un'iscrizione posta in un sovrapporta dello studiolo, ambiente in cui affrescò le Sette Arti liberali e la Medicina e realizzò nelle lunette mezzefigure a monocromo raffiguranti personaggi emblematici della cultura classica, in particolare medico-scientifica, legati agli interessi del committente. Tra le opere di carattere sacro coeve si ricordano la tela con la Crocefissione, firmata e datata nel 1623 per i francescani di Pergine (custodita nel locale convento), che conferma la linea evolutiva prima indicata, la pala di S. Sisto dell'omonima chiesa di Caldonazzo (1631) e quella di S. Brigida a Roncegno, nonché il S. Girolamo della cappella del Monte nel convento dei francescani di Borgo Valsugana.
Sul finire della sua carriera il F. fu coinvolto nella sua impresa più importante e consistente, che gli diede modo di impegnarsi anche nella progettazione architettonica: il cantiere del santuario mariano di Onea.
In questa piccola località nei pressi di Borgo Valsugana la comunità aveva deciso di innalzare una chiesetta per custodire e venerare un'immagine miracolosa della Vergine, nominandone soprintendente nel 1628 il fratello del F., Leonardo (Costa, 1994, p. 182). Successivamente il F. fu chiamato a eseguirne il progetto e, una volta completata tra il 1632 e il 1634 la costruzione (ibid., p. 184), a curarne la decorazione ad affresco, portata a termine, probabilmente non da lui, nel 1639. A conferma di quest'ultimo dato, oltre alla scarsissima qualità di alcune parti, come l'arco trionfale, dove compare l'iscrizione con la data di conclusione, bisogna ricordare che nel 1638 il F. si era dimesso da sindaco, carica già ricoperta nel 1627 e 1628, perché infermo (ibid., pp. 123, 131). Comunque ancora nel 1642 consegnava per il santuario di Onea il disegno della porta (ibid., p. 184).
Morì il 4 luglio 1644 a Borgo Valsugana.
Il figlio Giacomo, nato a Borgo Valsugana l'8 giugno 1607 (Trento, Arch. della Curia arcivesc., Libro dd batt., Borgo Valsugana, 1607), fu anch'egli pittore: dopo l'apprendistato nella bottega paterna, lavorò sempre in ambito provinciale, come testimoniano le poche opere rimasteci. Tra queste si segnala la pala della Madonna del Carmine nella pieve dell'Assunta di Calceranica, firmata e datata al 1642, dipinto che rivela un artista discreto, sicuramente superiore alle ultime prove del padre.
Anche Giacomo lavorò per la Magnifica Comunità di Borgo Valsugana: di lui sì ricordano gli affreschi della facciata del municipio, realizzati nel 1653 in collaborazione con il fratello Francesco (nato a Borgo Valsugana il 3 nov. 1614 e morto il 9 apr. 1681; Trento, Arch. della Curia arcivesc., Libro dei batt., Borgo Vaisugana, 1614; Ibid., Libro dei morti, Borgo Valsugana, 1681), e la decorazione (perduta) del ponte di piazza nel 1659 (Costa, 1994, p. 149). Anche Giacomo fu sindaco nel 1656 (ibid., p. 148). Morì a Borgo Valsugana il 27 ag. 1660 (Trento, Arch. della Curia arcivesc., Libro dei morti, Borgo Valsugana, 1660).
Il figlio di Giacomo, Lorenzo, a lungo confuso con il F., morì a Borgo nel 1696 all'età di cinquantasette anni (ibid., 1696): e non essendovi alcuna traccia di lui tra i battezzati di quella parrocchia, si deduce che nacque intorno al 1639 in qualcuno dei luoghi in cui il padre si spostò per lavoro. La bibliografia più antica concorda nel ricordare un viaggio di Lorenzo a Innsbruck, dove avrebbe lasciato il suo contributo alla celebre collezione di ritratti in miniatura del castello di Ambras: data la precisione con cui vengono indicati i due soggetti, l'Arciduca Sigismondo Francesco del 1665 e l'Imperatrice Margarita Teresa (morta nel 1673), nonché la concordanza di date e circostanze, si deve pensare, seppur le opere non sono più rintracciabili, ad una notizia fondata, alla quale si può aggiungere quella ugualmente verosimile di una sua collaborazione come pittore scenico per il teatro di corte, in un ambiente significativamente sensibile a tale aspetto della cultura.
Con maggiore sicurezza si può comunque segnalare il suo ritorno in patria almeno nel 1679, per eseguire la pala firmata nella chiesa di S. Apollonia a Spera, e nel 1685, quando ricoprì la carica di sindaco di Borgo dove probabilmente si ristabilì e rimase fino alla morte nel 1696 (Costa, 1994, p. 169).
Fonti e Bibl.: Oltre ai manoscritti citati nel testo vedi: Trento, Regione Trentino - Alto Adige, Assessorato della Cultura, Archivio dei Catalogo, ad voces: Borgo Valsugana, chiesa di S. Rocco, convento dei francescani, municipio; Caldonazzo, chiesa di S. Sisto; Cavalese, chiesa Ss. Fabiano e Sebastiano; Pergine, chiesa di S. Maria, parrocchiale, convento dei francescani; Roncegno, chiesa di S. Brigida; Onea, Santuario Mariano; Calceranica, pieve dell'Assunta; Spera, chiesa della B.M.V. Assunta proveniente dalla chiesa cimiteriale di S. Apollonia. T.V. Bottea, Mem. di Pergine e del Perginese, Trento 1880, p. 47; M. Morizzo Per il solenne ingresso in Borgo Valsugana del novello arciprete-decano rev. mo mons. Zaniboni Germano, Borgo Valsugana 1886, p. 40; P. De Alessandrini, Mem. di Pergine e del Perginese, Trento 1890, pp. 88, 95; O. Brentari, Guida del Trentino, Trento 1891, I, p. 352; F. Ambrosi, Scrittori ed artisti trentini, Trento 1894, p. 64; P.M. Marozzo, Stampe dell'Arch. municip. di Borgo Valsugana, in Tridentum, XII (1910), p. 166 n. 23; G. Gerola, Gli artisti trentini all'estero, Roma 1930, P. iI; S. Weber, Artisti trentini, Trento 1933, p. 143; N. Rasmo, Gli aspetti artistici, in Trentino Alto Adige, Milano 1979, p. 439; N. Forenza - L. Lazzari, Gli organi di S. Maria in Pergine, Trento 1980, pp. 31 s., 82 s.; L. Brida La parrocchiale di S.Sisto a Caldonazzo, in Studi trentini, sez. II, 1, LX (1981), pp. 509-561; N. Rasmo, Storia dell'arte nel Trentino, Trento 1982, p. 318; Id., Beni culturali nel Trentino. Affreschi e sculture (catal.), Trento 1983, pp. 63, 88 s.; La pittura in Italia. Il Seicento, Milano 1988, pp. 140, 147, 741; A. Gorfer, Le valli del Trentino, II, Trento 1989, p. 890; A. Costa, Ausugum, II, Trento 1994, pp. 121, 123, 131, 148, 149, 169, 184, 285; U.Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XI, p. 597.