FELICIATI, Lorenzo
Nacque a Siena nel 1732 da Giovan Battista, appartenente a una famiglia di pittori.
Nel 1743venne cresimato (compare Antonio Fancelli) e nel 1756risulta "compare di cresima" di M. Periccioli. Sposato con Maddalena Bettelli, ebbe tre figli: Maria Teresa, morta nel luglio 1771all'età di quattordici mesi, Cecilia, morta nel 1780a diciannove mesi, e Francesco, che sopravvisse e diventò maestro di disegno al conservatorio del Refugio e al conservatorio di S. Maria Maddalena (Romagnoli, 1835, p. 338).Fu allievo di N. Franchini, maestro pubblico di disegno. Fu l'unico pittore senese che nella seconda metà del '700 ebbe un'attività rilevante, anche se in gran parte ancora da studiare. Assai noto in Siena, riceveva nel suo studio la visita degli artisti di passaggio, tra i quali si annovera P. Batoni. Nel 1760 preparò i disegni per le incisioni di R. Faucci riproducenti gli Affreschi del Pinturicchio nella libreria Piccolomini nel duomo di Siena. Con R. Faucci collaborò ancora intorno al 1766, fornendo il disegno del Ritratto di Alessandro Piccolomini vescovo di Patrasso, inciso poi da questo per il II volume della Serie di ritratti d'uomini illustri toscani, Firenze 1766-1773, tav. 37. Per questa stessa serie aveva disegnato il Ritratto di P. A. Mattioli, inciso da F. Allegrini nel 1764 e pubblicato nel I volume, tav. 44. Ancora del Ritratto di P. A. Mattioli eseguì il disegno, nel 1767 circa, che C. Faucci incise come antiporta della Vita di Pietro Andrea Mattioli raccolta dalle sue opere da un accademico Rozzo di Siena [G. Fabiani], s. l. e d. [Siena 1767?].
Nel 1767 il F. fu incaricato dall'Accademia dei Fisiocritici, una istituzione scientifica senese, dell'esecuzione di alcuni disegni anatomici incisi da G. D. Olmi nei tomi III e IV degli Atti degli Accademici Fisiocritici. Nel 1770 si cimentò nell'incisione, riproducendo all'acquaforte La Beata Vergine di S. Biagio a Porta Ovile in processione per la domenica in Albis. Nel 1772, sempre in occasione della festa religiosa della domenica in albis, disegnò La Beata Vergine della contrada della Chiocciola portata in processione;l'incisione fu, però, realizzata da R. Faucci. Nello stesso anno ricevette la commissione di un dipinto per l'altare destro della chiesa di S. Pellegrino alla Sapienza in Siena, raffigurante Ilpopolo senese che implora la Madonna (in loco;cfr. Torriti, 1988, p. 250), e nella medesima chiesa eseguì Tre stazioni della Via Crucis, non rintracciate. Nel 1771 era diventato direttore della scuola di disegno dell'università senese e alla morte del suo maestro Franchini, nel 1783, gli succedette nella carica di maestro pubblico di disegno, incarico che mantenne fino al 1794, quando fu sostituito da C. Santi.
Il Romagnoli (1835) ricorda numerosissimi suoi dipinti a Siena e nel contado di molti dei quali è però ancora da rintracciare l'esatta ubicazione attuale.
Nel 1780 aveva dipinto un S. Antonio da Padova per la chiesa della Madonna di Manno in Rocca d'Orcia nel contado senese. Dopo il 1786, quando il granduca di Toscana Pietro Leopoldo Asburgo-Lorena abolì le Compagnie laicali senesi, sostituite dalle Compagnie di carità, il F. ricevette numerose commissioni da parte delle Congregazioni di nuova formazione per la realizzazione dei nuovi stendardi processionali: ricordiamo quelli per S. Pietro alla Magione, S. Pietro in Castelvecchio, S. Quirico (1788) e S. Stefano alla Lizza. Intorno al 1789 ridipinse una lunetta affrescata nella sede della Compagnia di S. Lucia e nel 1791 esegui la tenda d'organo per la chiesa dell'Osservanza, nei pressi di Siena, raffigurante S. Francesco e un angelo musicante (perduta); per questa chiesa aveva dipinto anche un S. Giuseppe d'Arimatea e un Nicodemo (entrambi dispersi).
Nel 1792, con il ripristino delle vecchie Compagnie laicali, il F. fu impegnato a dipingere stendardi, tavole e cataletti: la Compagnia di S. Sebastiano gli commissionò una tela con S. Sebastiano, copia parziale dello stendardo del Sodoma della Galleria Palatina, e un dipinto raffigurante Ilb. Andrea Gallerani, entrambi siglati LF (cfr. Archivio d. Soprint. Beni Art. di Siena, nn. 19609-19610). Per la Compagnia di S. Michele al Chiodo dipinse una Crocifissione con i ss. Ansano e Girolamo (oggi in S. Michele al monte di S. Donato), mentre per la Compagnia della Ss. Trinità restaurò un dipinto di A. Casolanì, ancora in loco. Per la chiesa di Fontegiusta dipinse un ovato con Ilb. Ambrogio Sansedoni;per la sacrestia di S. Giorgio lavorò a un S. Carlo Borromeo ed eseguì un dipinto con S. Stefano per la cappella della Madonna della Pace in S. Giovanni in Pantaneto, oggi in S. Giovannino della Staffa (cfr. La cultura artistica..., 1994). In S. Ansano in Castelvecchio ancora si conserva una piccola tela con S. Caterina da lui dipinta (cfr. M: Butzek, in Die Kirchen von Siena, a cura di P. A. Riedl - M. Seidel, I, München 1985, p. 336). Il F. ebbe anche numerose commissioni per le chiese della provincia di Siena; tra queste opere, tutte di datazione sconosciuta, ricordiamo: L'Annunciazione per la collegiata di Sinalunga, dove aveva dipinto anche un S. Biagio e un'Educazione della Vergine; Il b. Bernardo Tolomei per la chiesa arcipretale di Rapolano Terme; La Madonna del Rosario per la chiesa di S. Biagio a Vignoni nei pressi di San Quirico d'Orcia; eseguì inoltre un S. Giovanni per la Compagnia della Misericordia di Grosseto.
Negli immediati dintorni di Siena risultano attualmente ancora in loco una tela con S. Ignazio di Antiochia nella chiesa di S. Maria a Tressa, uno stendardo del 1786 con S. Matteo e la Madonna del Rosario nella chiesa dei Ss. Matteo e Margherita ai Tufi e una tela con i Ss. Giusto e Clemente nella omonima chiesa di Casciano delle Masse.
Per le famiglie senesi dipinse sia soggetti sacri (Madonna con Bambino per villa dell'Agazzara nei pressi di Porta S. Marco; Madonna del Rosario per villa Coltellinaio) sia soggetti profani, con scene campestri e di genere, nei palazzi Gori e Sergardi a Siena e nelle ville Piccolomini e Sergardi nei dintorni della città. Svolse anche l'attività di copista da F. Vanni (una Madonna con Bambino, ricordata da Romagnoli, 1835, p. 340, in casa Savoi a Siena) e da D. Beccafumi (Sacra Famiglia per palazzo Saracini).
Verso il 1790, come risulta dagli appunti rinvenuti nel Taccuino dei ritratti di J. B. Wicar (Lille, Musée des beaux-arts), il F. faceva commercio di disegni e dipinti, avendo tra i suoi acquirenti anche lo stesso pittore e collezionista francese che, in quegli anni, stava costruendo la sua celebre collezione di disegni.
Descritto dal Romagnoli, che lo conobbe in tarda età, "zoppo nel piè destro, malconcio nel volto, e quasi mancante del naso per inveterata malattia" (1835, p. 332), il F. morì a Siena nel 1799.
Appartenevano alla stessa famiglia Lorenzo (attivo nel 1710 in provincia di Siena, dove dipinse una Sacra Famiglia per la chiesa di S. Michele Arcangelo a Fungaia nel comune di Monteriggioni) e Francesco (anch'egli pittore attivo in Siena). Opere certe di quest'ultimo sono: una lunetta affrescata nel 1725 per l'oratorio del Rosario nella contrada della Chiocciola, per la quale ricevette il pagamento di 42 lire; la volta di una cappella nella chiesa senese di S. Mustiola, dove dipinse un Dio Padre con angeli;la pittura della scenografia costruita in occasione dei festeggiamenti per l'elezione del patrizio senese Zondadari a gran maestro del S. M. Ordine di Malta (9 giugno 1759). Vengono inoltre ascritti a Francesco numerosi dipinti di soggetto sacro in provincia di Siena: ad Asciano, a Castelnuovo Berardenga, a Montepulciano. Non sono noti i suoi dati biografici.
Fonti e Bibl.: E. Romagnoli, Biografia cronologica de' bellartisti senesi [ms., 1835], XII, Firenze 1976, pp. 177-178v. (per Francesco), 331-347; Id., Cenni artistici di Siena e de' suoi suburbij, Siena 1840, pp. 24 (per Francesco), 48, 51, 58, 72, 98 s., 103; F. Brogi, Inventario gener. degli oggetti d'arte della provincia di Siena, Siena 1897, pp. 18, 26 s., 37, 86, 181, 183, 187, 206, 294, 524 s., 543, 547, 570, 586, 619 (per Francesco), 97, 217 s., 228, 341 ss., 352, 358, 361, 380, 539, 568; F. Beaucanip, Le peintre lillois Jean-Baptiste Wicar. Son oeuvre et son temps, Lille 1939, II, p. 669; F. Borroni Salvadori, Riprodurre a incisione per far conoscere dipinti e disegni: il Settecento a Firenze, in Nouvelles de la République des lettres, II (1982), pp. 80 s., n. 305; P. Torriti, Tutta Siena contrada per contrada, Firenze 1988, pp. 250, 297, 350, 376; M. Ciampolini - A. Leoncini, La Scuola del disegno dell'Università di Siena nel Settecento, Siena 1990, pp. 23-27, figg. 6-8; Siena, le Masse - Il Terzo di Città, a cura di R. Guerrini, Siena 1994, pp. 96, 100, 132; La cultura artistica a Siena nel l'Ottocento, Siena 1994, p. 85; J. R. Füssli, Allgemeines Künstlerlex., I, p. 230 (per Francesco); M. Bryan, Biogr. and critical Dict. of painters and engravers, London 1886, I, p. 484; U. Thierne-F. Becker, Künstlerlexikon, XI, p. 370.