FASOLO, Lorenzo
Figlio di Perino, nacque intorno al 1463 a Pavia, come si ricava da un documento reperito da Alizeri (II, pp. 237 s.: a questo testo si fa riferimento per quanto riguarda le notizie documentarie relative al F., ove non si specifichi una diversa fonte), che attesta la presenza a Genova nel 1494 del F. e gli attribuisce l'età di trentun anni; Algeri (1993, p. 78) ritiene invece che la data di nascita e la presenza a Genova del F. vadano anticipate di un decennio.
L'attività a Pavia è documentata tra il 1487 e il 1493 (Maiocchi, 1937); il F. si formò quindi in Lombardia nella tradizione foppesca e nel 1490 fu impegnato a Milano in un'impresa prestigiosa: fu infatti chiamato per la decorazione de "la Sala de la Balla" nel castello Sforzesco, insieme con altri pittori quali B. Butinone, B. Zenale, B. de' Rossi, L. Vidolenghi, Agostino da Vaprio, B. Lanzani, in occasione delle duplici nozze di Ludovico il Moro con Beatrice d'Este e di Alfonso d'Este con Anna Sforza.
Nel 1496 a Genova il F. si accordò con Leonardo Cibo per l'esecuzione di una tavola da collocare nella sua cappella in S. Maria in Passione. Dopo un breve soggiorno a Pavia nel 1498, tornò a Genova, dove nello stesso anno ricevette un acconto per una tavola destinata alla cappella di S. Francesco nella chiesa dell'Annunziata di Portoria da Giannotto Spinola del ramo di Luccoli.
Con Ludovico Brea e Giovanni Barbagelata, di cui rilevò a Genova la bottega nel 1508, il F. esegui negli anni 1502-1503 la decorazione rispettivamente della cappella intitolata alla Madonna in cattedrale e di quella di Pietro da Persio nella chiesa del Carmine. Sempre nel 1503 gli fu affidato il compito di eseguire affreschi per la tribuna e il presbiterio della chiesa di S. Siro a Genova e quello di dipingere per la chiesa di S. Siro di Viganego, località nei dintorni della città, una tavola con i Ss. Siro, Giovanni Battista e Lorenzo.
Quest'opera è stata identificata da alcuni studiosi con quella raffigurante i Ss. Siro, Sebastiano e Rocco conservata nella chiesa (Alizeri, Suida, Venturi e Bonzi), ma Castelnovi (1987, p. 154) rifiuta l'attribuzione, sottolineando che la datazione è da ritenere assai più tarda.
Alcuni documenti (Varaldo, 1978, pp. 80 ss.) informano della presenza del F. a Savona nel primo decennio del Cinquecento: il primo, del 1508, riguarda l'allocazione al pittore da parte dell'arte dei berrettai di una Maestà da collocare nella chiesa di S. Agostino alla Quarda, il secondo - redatto nello stesso 1508 - contiene una quietanza per un'altra Maestà e per gli affreschi eseguiti nella cappella Goastino nella chiesa agostiniana di Nostra Signora della Consolazione. Da quest'ultimo documento sì arguisce la presenza del F. a Savona forse già a partire dagli ultimi mesi del 1507.
Non rimane alcun documento visivo di questa prima attività del F., anche se a questa fase è stata attribuita convincentemente dal Frangi (1988, p. 97) l'esecuzione del polittico con La Madonna col Bambino, s. Anna e santi (Savona, Pinacoteca, proveniente dalla chiesa parrocchiale di Spotorno), precedentemente ritenuto di ignoto pittore ligure-provenzale del secolo XV (B. Barbero, in La Pinacoteca civica di Savona, Savona 1975, p. 82).
Sembra databile intorno al 1505 il POlittico con i Ss. Fabiano eSebastiano, già nella basilica di S. Maria Assunta in Carignano (Gabiano, coll. privata), restituito al F. (cfr. Castelnovi, 1987, p. 154), in cui, dal punto di vista stifistico, si notano la compresenza di elementi bergognoneschi fusi con tratti più marcatamente legati all'ambiente ligure coevo, evidentemente dovuti alla documentata collaborazione con Brea e Barbagelata.
La figura del s. Sebastiano sembra inoltre risentire in qualche modo dell'arrivo a Genova nel 1503 della pala con S. Sebastiano ed altri santi di Filippino Lippi per la cappella di Baldassarre Lomeffini in S. Teodoro (ora al Museo di palazzo Bianco). Al centro del politticó sono raffigurati i Ss. Fabiano e Sebastiano, ai lati S. Antonio abate e S. Giovanni Battista, negli ordini superiori l'Annunciazione e la Pietà, nella predella Cristo e i dodici Apostoli.
Al F. è stata attribuita anche (Bonzi, 1933, p. 4) la pala raffigurante La Vergine, Maria Maddalena e s. Giovanni Evangelista accanto alla Croce della chiesa di S. Francesco a Recco, opera che fornisce un utile punto di riferimento nella ricostruzione dell'iter stilistico del F., poiché sono attenuati i tratti spigolosi che caratterizzano alcune figure nel polittico dei Ss. Fabiano e Sebastiano (Frangi, 1988, p. 234).
Il dipinto su tavola presenta la seguente iscrizione: "MCCCCCVI die V ianuari / hoc opus F.F.D. Iacobus De / Marco: hec capela est sua/et suorum heredum". Agli anni giovanili del F. è stato attribuito anche il polittico con S. Giacomo Maggiore, s. Andrea e s. Bartolomeo, sormontato da una lunetta con la Pietà, affrescato nella chiesa di S. Andrea a Isoverde, presso Genova (Natale, 1986, p. 134), in cui si notano echi dell'importante tavola di Carlo Braccesco raffigurante L'Annunciazione (Parigi, Louvre).
È databile intorno agli stessi anni l'affresco staccato raffigurante la Madonna col Bambino e i ss. Domenico e Pietro Martire, attualmente in S. Maria di Castello a Genova, dove è stato portato dalla distrutta chiesa di S. Domenico, gia ritenuto del F. dal Suida (1906, pp. 80-82) e poi concordemente attribuitogli dagli studiosi; in esso la compostezza delle figure, in particolare della Vergine in trono, e la cromia rivelano un vivo influsso foppesco.
L'attività matura del F. ci è nota attraverso due opere firmate e datate: il Compianto di Cristo nella chiesa di S. Bernardino a Chiavari (1508) e La genealogia della Vergine del Louvre (1513); attorno ad esse è stata recentemente ricostruita la personalità del pittore.
Il Compianto di Cristo fu eseguito nel 1508 su commissione di Vincenzo Rivarola per la chiesa di S. Bernardino a Chiavari, come rivela l'iscrizione - oggi parzialmente cancellata - nel margine inferiore della tavola in cui Alizeri (II, 1873, p. 255) lesse il nome del pittore pavese. L'opera presenta un certo arcaismo nell'affollamento delle figure accanto al Cristo e nella netta separazione della scena religiosa dalla raffigurazione dei committenti, che risultano isolati nella zona inferiore della tavola (Frangi, 1988, p. 235). Restano invece solo alcuni frammenti scarsamente leggibili degli affreschi eseguiti dal F. nel 1509 nella stessa chiesa, firmati e datati, che raffiguravano Episodi della vita di Gesù e I misteri della Vergine (Busco, ms., 1674, cc. 33-35, e recentemente Fusconi, 1978, p. 53). Il Compianto costituisce un importante riferimento per confermare al F. Ilpresepe con s. Francesco e il beato ottaviano, già a lui attribuito dal Suida (1906, pp. 80-82), proveniente dalla cripta dell'antica cattedrale di S. Maria di Castello a Savona ed ora conservato nella Pinacoteca civica della stessa città (Barbero, 1987, con bibl. precedente).
Recenti ricerche hanno permesso di mettere in luce l'attività del F. a Pavia, sua città natale, con la convincente restituzione al pittore di una tavola che rappresenta la cimasa di un polittico disperso, in cui è raffigurata la Madonna della Misericordia, conservata nella chiesa dei Ss. Giacomo e Filippo a Pavia, dove è stata trasportata dalla chiesa di S. Innocenzo (Frangi, 1988, p. 235).
In essa compaiono i segni di quelle tangenze con i pittori piemontesi quali G. M. Spanzotti e Gandolfino da Roreto che sono già stati messe in evidenza (Fusconi, 1978, pp. 49 s.) in relazione alla Genealogia della Vergine (Parigi, Louvre, già nella chiesa di S. Giacomo a Savona), opera firmata e datata 1513, che a quelle di Gandolfino si avvicina anche per l'insolito tema che quest'ultimo pittore ha ripreso più volte (G. Romano, Quattrocento cuneese: qualità e strategie di una ricerca, prefaz. a E. Rossetti Brezzi, Percorsi figurativi in terra cuneese, Alessandria 1985, P. IX).
È assai prossima alla Genealogia la tavola con il Presepe (Genova, collez. priv., resa nota da Castelnovi, 1987, p. 154), in cui la Fusconi (1978, p. 50) nota influssi di Defendente Ferrari. Sempre al 1513 sono datati gli affreschi del Monte di pietà di Savona, restaurati e riconsiderati nel 1978 (cfr. Fusconi, 1978, pp. 35-53).
Il vano affrescato presenta su un lato un fregio in cui sono raffigurati L'angelo annunziante, la Pietà e la Madonna annunziata, che la Fusconi ritiene opera di un notevole pittore da definire Maestro del Monte di pietà, a cui la studiosa propone di riferire anche la tavola raffigurante S. Giorgio (Savona, Pinacoteca civica). Di difforme parere, Castelnovi (1987, p. 155) ritiene gli affreschi riconducibili all'attività giovanile del F., mentre mantiene dubbi sull'attribuzione allo stesso del S. Giorgio. La questione potrebbe essere riconsiderata alla luce degli affreschi recentemente pubblicati, eseguiti dal F. a Pavia, ex convento di S. Chiara, sala capitolare (Frangi, 1988, pp. 236 s.). La parete principale è decorata con La Madonna della Misericordia che protegge sotto il suo mantello gli ufficiali del Monte di pietà, vicina cronologicamente e stilisticamente alla Genealogia della Vergine.
Un affresco di analogo soggetto fu eseguito dal F. sulla facciata della chiesa di S. Maria del Ponte a Lavagna, opera segnalata dubitativamente dalla Fusconi (1978, p. 53), ma successivamente accolta senza riserve da Castelnovi (1987, p. 154), da De Floriani (1991, p. 448) e da Algeri (1993, p. 71), che la ritiene coeva agli affreschi del Monte di pietà di Savona. Anche la lunetta affrescata sul fianco della chiesa di S. Giovanni Battista a Chiavari, già attribuita al F. da Sanguineti (1938) e poi dalla Fusconi (1978, p. 53), è accettata nel catalogo del pittore.
Recentemente un'altra importante opera è stata restituita al catalogo del F.: si tratta del polittico di Gandria (piccolo centro del Canton Ticino), ora allo Schweizerisches Landesmuseum di Zurigo, segnalato da Natale (1987, p. 92), che lo riferisce agli anni giovanili dell'attività del F., pubblicato da Frangi (1988, pp. 235 s.), che lo ritiene invece databile ad anni vicini alla Genealogia del Louvre (1513), con cui l'opera condivide una stesura più morbida e una maggiore sensibilità luministica rispetto alle opere giovanili.
L'ancona raffigura La Madonna col Bambino e s. Giuseppe con ai lati S. Ambrogio e s. Agostino; nell'ordine superiore, accanto alla Crocifissione, S. Antonio abate con s. Sebastiano e S. Rocco con s. Bernardo; nella predella Cristo con i dodici Apostoli.
È inoltre da attribuire al F. la S. Maria Maddalena e s. Paolo, scomparto destro di un polittico smembrato, comparso con attribuzione al Mazone alla vendita Hamler, Parke-Bernet, New York, 17 genn. 1941 (G. B. Castelnovi, in Pittura a Genova e in Liguria, Genova 1970, I, p. 171). Altri documenti attestano la esecuzione di opere per Sarzana e Sarzanello nel 1511 e per la chiesa dell'Annunziata di Sestri. Nel 1516 il F. ricevette una commissione dal curato della chiesa di S. Pietro in Banchi a Genova per un dipinto con S. Chiara e s. Lucia.
Nel novembre dello stesso anno il F. risulta defunto in un documento concernente il figlio, pubblicato da Alizeri e recentemente messo in evidenza da Algeri (1993, p. 73).
Nel 1518 suo figlio Bernardino è incaricato di portare a termine il polittico con i Ss. Sebastiano, Rocco e Pantaleo per la chiesa di Nostra Signora del Monte a Genova (cfr. voce Fasolo Bernardino in questo Dizionario).
Fonti e Bibl.: Chiavari, Bibl. d. Società economica, ms., A. Busco, Historia del monastero di S. Eustachio e S. Bernardino in Chiavari, [Chiavari 1674], cc. 33 ss.; F. Alizeri, Notizie dei professori del disegno in Liguria dalle origini al sec. XVI, II, Genova 1873, pp. 235-272 e ad Indicem; III, pp. 70, 184, 245, 247 s.; W. Suida, Genua, Leipzig 1906, pp. 80 ss.; A. Venturi, Storia dell'arte italiana, VII, 4, Milano 1915, pp. 1093-1096; M. Bonzi, Il S. Siro di Viganego, in Il Raccoglitore ligure, 1933, II, p. 4; Id., Il presepe di A. Semino, in Genova, settembre 1934, pp. 745 s.; R. Maiocchi, Codice diplomatico-artistico di Pavia, Pavia 1937, ad Indicem; L. Sanguineti, Il Ss. Crocifisso nero e la chiesa di S. Giovanni Battista in Chiavari, Rapallo 1938, p. 36; M. G. Bossi, Note su A. Semino, in Commentari, I-II (1964), p. 71; C. Varaldo, Nuovi documenti sull'attività ligure di L. F., in Arte lombarda, XLIX (1978), pp. 80 ss.; G. Fusconi, Gli affreschi del Monte di pietà di Savona, Genova 1978, pp. 35-53; B. Barbero, Il ciclo degli affreschi del Monte di pietà, in Savona nel Quattrocento e l'istituzione del Monte di pietà, Savona 1980, p. 385; A. De Floriani, in S. Maria in Passione. Per la storia di un edificio dimenticato, in Quaderni della Galleria di palazzo Spinola, n. 5, Genova 1982, pp. 35 s.; M. Cataldi Gallo, Ancora su Bernardino Fasolo, in Studi in onore di T. Ossian De Negri, I, Genova 1986, pp. 51, 60; M. Natale, in Nicolò Corso, un pittore per gli olivetani. Arte in Liguria alla fine del Quattrocento (catal.), a cura di G. Rotondi Terminiello, Genova 1986, p. 134; Id., Pittura in Lombardia nel secondo Quattrocento, in La pittura in Italia. Il Quattrocento, Milano 1987, ad Indicem; A. Galliano Candela, ibid., p. 623; B. Barbero, La Pinacoteca civica di Savona, Savona 1987, pp. 49 s.; G. V. Castelnovi, Il Quattro e il primo Cinquecento, in Pittura a Genova e in Liguria, I, Genova 1987, ad Indicem; F. Boggero, La pittura in Liguria nel Cinquecento, in La pittura in Italia. Il Cinquecento, Milano 1988, ad Indicem; F. Frangi, in Pittura a Pavia dal Romanico al Settecento, Milano 1988, pp. 96 ss., 234-37; A. De Floriani, in G. Algeri-A. De Floriani, La pittura in Liguria. Il Quattrocento, Genova 1991, pp. 383-486, 506 s.; G. Algeri, in Testimonianze d'arte nella Diocesi di Chiavari. Opere restaurate 1982-1992 (catal.), Genova 1993, pp. 71 ss., 78, schede 8 s.; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, X, p. 285.