LORENZO di Aquileia
Nacque a Cividale del Friuli non oltre la metà del XIII secolo, se nel 1269 viene indicato con il titolo, spettante ai laureati, di "magistro" (testamento del patriarca Gregorio da Montelongo, in Marchetti-Longhi, p. 421). Il padre, Giacomo, era notaio in Cividale, come risulta dall'atto di vendita stipulato il 13 nov. 1321 dal fratello di L., Pellegrino, per "unum Almansorem" appartenuto al defunto maestro L. (Documenti per la storia del Friuli, pp. 497 s.).
Il nome Lorenzo figura raramente nelle carte relative al patriarcato di Aquileia; per questo motivo crea gravi problemi di identificazione la quasi perfetta coincidenza onomastica e cronologica tra alcuni concittadini, canonici di Aquileia e Cividale. Il nome ricorre tra le generazioni De Caprileis: appartenne certamente a questa famiglia un Lorenzo, ricordato come scolastico di Cividale (M. Leicht, Maestri grammatici(, in Pagine friulane, XI [1898], p. 21), che morì nel 1296 (Necrologium Aquileiense, p. 235); un altro è indicato come dominus Lorenzo, figlio di Pellegrino e fratello di Giacomo (Le note di Guglielmo da Cividale, ad ind.); il terzo è un magister, e gli studi e la datazione fanno ritenere possa essere Lorenzo di Aquileia.
Giovanni da Aquileia, suo allievo, lo definisce "laurea laureato" (Liruti, p. 337); nei documenti che lo riguardano è talvolta indicato come physicus (nel testamento citato e in un atto del 1288, per cui cfr. Paschini, p. 419). L. conseguì probabilmente la laurea nella facoltà delle arti, ma dei suoi studi non rimane traccia né nelle carte dell'ateneo di Padova - verso il quale più facilmente si sarebbe orientato uno studente friulano - né a Bologna: con questo Studio L. dimostra di avere avuto una certa familiarità se ai "viris scolasticis Bononie" indirizzò un'epistola (Roma, Biblioteca Casanatense, Mss., 9) e se con "Universis tabellionibus Civitatis Bononie" si apre la sua Practica sive Usus dictaminis.
Era già canonico nella sede patriarcale di Aquileia nel 1269, e dal 1270 assunse anche una prebenda canonicale nella città natale. Nel 1274 L. risulta al colloquio generale del patriarca Raimondo Della Torre a Udine. Dopo questa data le memorie dei capitoli e gli archivi notarili non forniscono più notizie su L. fino al 1287. Un silenzio di più di un decennio, durante il quale colui che si definisce "professor modicus oratorie facultatis" (De Luca, p. 231) poteva aver soggiornato e insegnato a Roma, Napoli e forse a Bologna, come indicherebbero alcuni riferimenti interni alla sua opera. L. descrive la visione che avrebbe avuto della Retorica mentre dormiva "in urbe romana" in principio di quella stessa epistola che costituirebbe una prolusione per un corso di retorica da tenersi a Napoli (cfr. De Luca, p. 230; per Jensen la permanenza a Napoli è da collocarsi immediatamente dopo il 1282). Per i richiami a Bologna, si consideri inoltre che il codice conservato a Parigi (Bibliothèque nationale, Fonds lat., 15015, c. 12v) informa che la sua Practica fu "edita Bononie" (cfr. anche P. Glorieux, La faculté des arts(, Paris 1971, p. 245).
Dal maggio 1287 all'aprile 1293 le notizie su L. giungono pressoché ininterrotte e lo vedono impegnato tra Udine, Cividale e Aquileia al fianco di Raimondo Della Torre. Fatta salva la registrazione dei suoi contributi alla decima papale del 1296 - versamento che però poteva essere effettuato da un incaricato -, dopo il 1293 i documenti si rarefanno nuovamente fino ai primi anni del XIV secolo. Questa nuova assenza dalla sua patria coincise forse con il soggiorno e la docenza a Parigi, testimoniati da alcuni passi dello stesso L., ma in assenza di dati documentari.
Nella dedica della sua Summa dictaminis a Filippo il Bello, L. dichiara di aver ricevuto da regens (ovvero cattedratico) la generale approvazione da parte dello Studio parigino per quell'opera; inoltre l'autore, rivolgendosi congiuntamente all'autorità del re di Francia e del papa Bonifacio VIII, dà indizi cronologici per collocare il suo soggiorno e la stesura della Summa tra il 1298 e il 1302 (cfr. Delisle, 1898). L. redasse una supplica al papa, per conto dello Studio parigino, "pro fundatione studii in arabico, greco e tartarico", corsi che avrebbero formato i missionari e sarebbero serviti per la traduzione di opere utili alla predicazione (Parigi, Bibliothèque nationale, Fonds lat., 14766, c. 118r). Pur ammettendone una funzione formulare, la missiva dovette seguire l'analoga proposta avanzata da Raimondo Lullo tra il 1298 e il 1299.
Nei primi anni del secolo XIV non è infrequente imbattersi in documenti nei quali L. è indicato unicamente come dominus e che non garantiscono, dunque, la certezza dell'identificazione (così nella memoria dei Monumenta Ecclesiae Aquileiensis di B.M. De Rubeis al 1301 [Argentinae 1740, p. 810] e in un documento del 1304, indicato da Paschini, p. 420). Dominus L. fu presente il 6 giugno 1318 al giuramento di fedeltà di Portogruaro al vescovo di Concordia Artuico di Castello (il documento ha veicolato la notizia che L. fosse anche canonico di Concordia, ma si tratta piuttosto di una scorretta lettura della trascrizione di Bianchi, p. 150). Per una ricognizione degli anni 1315-20 ci si può affidare alle carte del notaio Guglielmo da Cividale, ove però L. è indicato spesso con l'omissione del titolo accademico; dalle note di Guglielmo risulta comunque un versamento di denari provenienti dalla prebenda di L., effettuato dal fratello Pellegrino (31 ag. 1315, Le note di Guglielmo da Cividale, pp. 72 s.). Il Necrologium Aquileiense riporta al giorno 13 marzo 1320 la morte di "dom. Laurentius de Civitate can. Aquil."; questo documento informa inoltre che L. aveva goduto delle rendite di un podere nel territorio di Morsano.
L'opera retorica di L., se non vi si esaurisce, molto però concede a un'applicazione soprattutto pratica e utilitaristica dell'arte dettatoria. Nelle sette tavole della sua Practica sive Usus dictaminis (pubblicata in Capdevila, pp. 210-229) L. propone segmenti di testo componibili per ottenere lettere per diverse categorie di destinatari (il papa, dignitari, congiunti, ecc.). Quest'opera testimonia un passaggio importante per l'artigrafia retorica, perché rappresenta la conclusione di un processo di "automatizzazione" dell'ars dictaminis. Lo scritto di più ampio respiro teorico è la Summa dictaminis, nella quale L. fonde gli insegnamenti della retorica ciceroniana e pseudociceroniana con la recente produzione di Boncompagno da Signa. La breve Summa che riporta l'incipit "Noviciorum studia" è un compendio agile della precedente, destinato a un pubblico meno preparato. Novati ha pubblicato la dedicatoria dell'opera in L'influsso del pensiero latino sopra la civiltà letteraria del Medio Evo, Milano 1899, pp. 251-254. Di L. sono noti anche un Tractatus super diversis modis componendi epistolam, l'Ars narrandi, petendi et concludendi (conosciuta anche come Ars dictaminis abreviata), un Liber ephythetorum e lo Speculum dictaminis. La Theorica dictaminis, trasmessa spesso adespota nei manoscritti, è probabilmente opera di Giovanni da Aquileia che ne allestì il testo con materiali del maestro. Talvolta si trova attribuita a Giovanni anche la Practica (cfr. Rockinger). Di L. sono note anche raccolte di lettere proposte come modelli di arte epistolare, che sono state studiate come testimonianza della vita degli studenti della sua epoca (per quelle più complete si vedano i due codici già citati: Roma, Biblioteca Casanatense, Mss., 9; Parigi, Bibliothèque nationale, Fonds lat., 14766).
Fonti e Bibl.: Documenti per la storia del Friuli, a cura di G. Bianchi, I, Udine 1844, pp. 150, 197 s., 497 s.; Rationes decimarum Italiae. Venetiae - Histria - Dalmatia, a cura di P. Sella - G. Vale, Città del Vaticano 1941, pp. 3, 11; Necrologium Aquileiense, a cura di G. Scalon, Udine 1982, pp. 165 s., 235; Le note di Guglielmo da Cividale (1314-1323), a cura di L. Gianni, Udine 2001, pp. 72 s., 210, 239, 249 s., 306 s., 350, 358 s., 361 s.; G. Liruti, Notizie di letterati del Friuli, Venezia 1760, I, pp. 337 s.; L. Rockinger, Briefsteller und Formelbücher des elften bis vierzehnten Jahrhunderts, II, München 1864, pp. 950-966; H. Omont, Supplique de l'Université au pape pour la fondation d'un collège oriental à Paris, in Bulletin de la Société de l'histoire de Paris et de l'Île-de-France, XVIII (1891), pp. 164 s.; L. Delisle, Le formulaire de Clairmarais, in Journal des savants, marzo 1899, pp. 174-176; F. Novati, L'influsso del pensiero latino sopra la civiltà italiana del Medio Evo, Milano 1899, pp. 102, 250-254 (cfr. L. Delisle, recensione della prima ed. di quest'opera in Journal des savants, dicembre 1898, pp. 745 s.); G. Manacorda, Storia della scuola in Italia. Il Medio Evo, Firenze 1914, II, pp. 268, 273; L. Thorndike, Public readings of new works in Medieval Universities, in Speculum, I (1926), p. 102; Ch. Haskins, Letters of Medieval students, in Studies in Medieval culture, Oxford 1929, pp. 7 s., 24 s., 30, 32; S. Capdevila, La "Practica dictaminis" de Llorens de Aquileia en un còdex de Tarragona, in Analecta Sacra Tarraconensia, VI (1930), pp. 207-229; G. De Luca, Un formulario della Cancelleria francescana e altri formulari tra il XIII e il XIV secolo, in Arch. italiano per la storia della Pietà, I (1951), pp. 223, 227-234; P. Paschini, Maestro L. canonico di Aquileia. Notizie su di un illustre "dictator", in Studi aquileiesi offerti a Giovanni Brusin, Aquileia 1953, pp. 407-422; G. Marchetti-Longhi, Gregorio de Monte Longo primo patriarca italiano di Aquileja, Roma 1965, pp. 357, 421, 430 s.; K. Jensen, The works of Lawrence of Aquileia with a list of manuscripts, in Manuscripta, XVII (1973), pp. 147-158; R. Weiss, Medieval and humanist Greek, Padova 1977, pp. 63, 65-67, 196; P. Caracci, Medici in Friuli dal XII al XIV secolo, in Memorie storiche forogiuliesi, LXIV (1984), pp. 54 s.; J.J. Murphy, Rhetoric in the Middle Ages, Tempe, AZ, 2001, pp. 258-263; Bibliographie annuelle de Moyen-Âge tardif, V, Paris-Tournhout 1995, pp. 318-320; Rep. font. hist. Medi Aevi, VII, pp. 145 s.