DAMIANI, Lorenzo
Nacque a Pisa, o meno probabilmente a, Pistoia, sul finire del sec. XIV o nei primi due decenni del successivo, come si desume dalla tradizione manoscritta dei soli cinque sonetti che di lui ci sono pervenuti.
Infatti, oltre ai tre manoscritti che ce ne trasmettono i sonetti (Magl. II II 40 e II II 81 della Bibl. naz. di Firenze; Ricc. 1939 della Bibl. Riccardiana di Firenze), non è conosciuto alcun altro documento che si riferisca a questo personaggio. E così, se le origini pisane si suppongono sulla.comune attestazione di due dei tre manoscritti citati, il Magl. II II 81 e il Riccardiano (cui fa però contrasto l'attribuzione della patria pistoiese dell'altro Magliabechiano), l'ipotesi della nascita tra la fine del XIV secolo e i primi decenni del XV si argomenta unicamente dal fatto che due sonetti del D. sono sul tema dell'amicizia e dunque paiono riconducibili proprio per questo al Certame coronario, la gara poetica in volgare, appunto sul tema dell'amicizia, promossa a Firenze nell'ottobre del 1441 per iniziativa di Leon Battista Alberti. Pare certo che le prove del D. non furono. tra quelle ufficialmente in concorso: del resto a Firenze si continuò nella composizione di versi su quel tema anche a concorso ormai chiuso. Il che deporrebbe, ed è l'ultima possibile supposizione sulla biografia del D., per un suo soggiorno fiorentino intorno al 1441.
L'anno della morte è, come tutti gli altri dati biografici del D., sconosciuto.
Per quanto sia molto ridotto il numero dei componimenti del D. che si sono conservati, questa produzione sembra rispondere a una ben definita cifra stilistica. Non che i cinque sonetti ricordati accampino una qualche pretesa di originalità, tuttavia nella ricerca costante di artifici (acrostici, allitterazioni, bisticcì) rivelano:se non altro una pratica versificatoria non del tutto dilettantesca. Così nel sonetto Porco putente pessimo poltrone, che è d'invettiva contro un tale Piero di Pardino, il D. combina l'acrostico, che rivela il nome del destinatario, con il gioco insistito delle allitterazioni; in Vera - Amicizia - glorioso - bene, uno dei due sonetti che si suppongono composti per il Certame, rende leggibili allo stesso modo i piedi e le volte sia orizzontalmente sia dall'alto verso il basso. Sono queste le prove più spinte del gusto virtuosistito del D., che è rispondente del resto a una tendenza presente:in molti altri rimatori soprat tutto della, seconda metà del sec. XV.
I sonetti Porco putente pessimo poltrone, Grata Ciprigna pel bel pome d'oro, dedicato a una Brigida moglie di Gherardo Agliata, e Vera - Amicizia - glorioso - bene sono pubblicati dal Lanza; il Flamini aveva trascritto Ai quanta è mia virtù e quanta laude. Resta invece ancora inedito il sonetto La benignità tua gratiosa ongnora, attestato solo dal Magl. II II 40 (f. 174).
Bibl.: V. Capponi, Biogr. pistoiese, Pistoia 1878, p. 143; F. Flamini, La lirica toscana del Rinascimento anteriore ai tempi del Magnifico, Pisa 1891, pp. 475 ss.; Lirici toscani del Quattrocento, a cura di A. Lanza, Roma 1973, pp. 395 ss.