CANTINI, Lorenzo
Nacque da Gaetano - primo dei sei figli che questi ebbe in seconde nozze - e Maria Dini il 13 ag. 1765 a Massa in Valdinievole, ove il padre esercitava la professione medica (Arch. parrocchiale di S. Maria Assunta a Massa e Cozzile [Pistoia], Libro de' Battezzatj nella pieve di S. Maria di Massa principiato l'anno 1743, 17 ag. 1765, n. interno 1195).
Frammentarie le notizie biografiche sul C.: ignoriamo quale fosse la sua formazione intellettuale, in quale facoltà giuridica si addottorasse, in quale preciso anno ponesse, verso il 1790, stabile residenza in Firenze coll'intenzione di dedicarsi all'esercizio dell'avvocatura. Certo è, peraltro, che alla pratica quotidiana del foro il C. affiancò ben presto l'attiva frequenza dei cenacoli culturali fiorentini, l'appassionata indagine sulle fonti della storia toscana, la minuta ricerca in biblioteche e archivi. Ne fanno fede, dopo un infelice tentativo teatrale (Salm ed Oramby,o sia la Fedeltà conservata tra le vicende. Commedia, Firenze 1789) e alcune monografie di scarsa importanza, i Saggi istorici d'antichità toscane (10 voll., Firenze 1796-1800).
Nei primi tomi (voll. I-III), attraverso l'analisi delle attribuzioni delle autorità politiche e giurisdizionali, un'indagine sugli ordinamenti del Comune di Firenze dal principio della libertà - che il C. sulla base di una convenzione fra i Fiorentini e i castellani di Pogna ritiene non arbitrario fissare all'anno 1101 - al colpo di Stato mediceo; poi (voll. IV-X), nell'intento di risalire alle origini della nobiltà toscana, un saggio storico e araldico sulle oltre cinquecento famiglie i cui membri ricoprirono, dall'anno 1282, la carica di supremo magistrato de' priori delle arti o di gonfaloniere di Giustizia.
Un'opera certo inficiata da angustie municipalistiche, da carenze di obiettività, da congetture o, peggio, da ipotesi fantasiose troppo sovente chiamate a supplire alla mancanza di prove (si pensi, ad esempio, all'asserita discendenza della famiglia della Tosa dalla gens Iulia tramite un Giunio Toxotio del IV secolo; X, pp. 397-506), ma che, impostata com'è su una stupefacente massa di fonti archivistiche, costituisce pur sempre esempio pregevole della rinnovata concezione storiografica di pretta derivazione muratoriana, tutta compresa dell'importanza della ricerca e dello studio dei monumenti della storia medievale.
Non era ancora ultimata la pubblicazione dei Saggi istorici che il C. dava alle stampe i due volumi della Storia del commercio e navigazione dei Pisani (Firenze 1797-98).
Rivelatrice della considerazione degli eruditi toscani del Settecento per le vicende di ordine economico, questa dotta disquisizione sui traffici marinari della città di Pisa dall'età etrusca alla fine del XIII secolo fu forse l'opera del C. più apprezzata dai contemporanei. Ancora nel 1805 il Moreni ne auspicava il sollecito completamento sino ai tempi moderni, secondo gli intendimenti originariamente manifestati dallo stesso autore.
Sin dal 1795 il C. figura fra i soci dell'Accademia Colombaria di Firenze (Atti della Società Colombaria di Firenze dell'anno 1912-13, Firenze 1913, p. 64).Fra il 1800 ed il 1804 egli vi tenne una serie di conferenze su argomenti storici, giuridici, geografici e artistici (Gazzetta toscana, 19 maggio 1804, p. 77; L. Cantini, Memorie istoriche..., pp. 85-88, 90, 92) e in due opere volle illustrarne la benemerita azione di ricerca e di studio: Iscrizioni che si trovano negli atti dell'Accademia Colombaria di Firenze (2 voll., Firenze 1800-01) e Memorie istoriche della Società Colombaria degli anni 1800, 1801, 1802, 1803, (Firenze 1803).
Procedeva nel contempo l'opera che, nel singolare oblio che avrebbe ben presto avvolto l'intera sua produzione storica e agiografica, sola sarebbe rimasta a ricordare il nome del C.: Legislazione toscana raccolta e illustrata (32 voll., Firenze 1800-08).
Una raccolta di leggi, bandi, editti, rescritti del principato mediceo e lorenese costituiva esigenza vivamente sentita negli ambienti forensi toscani, ove le vigenti compilazioni del Tavanti e di Francesco Rossi, frammentarie com'erano, apparivano ormai largamente superate. Iniziando dalle "ordinazioni fatte dalla Repubblica fiorentina insieme con l'Excellentia del Duca Alexandro de' Medici dichiarato Capo della medesima sotto il dì 27 Aprile 1532", il C. si riprometteva di giungere al 5 marzo 1799, quando la Toscana fu occupata dalle armi francesi; disegno destinato a rimanere parzialmente inattuato, il trentaduesimo ed ultimo volume chiudendosi con un "regolamento per la comunità di Uzzano" del 23 genn. 1775. Ciascun testo legislativo riprodotto è illustrato e commentato, "a fine di scoprirne la causa e lo spirito" (vol. I, p. 4), in un imponente apparato di note, che talora assurgono a vere e proprie monografie (si veda, ad esempio, l'excursus sulla nobiltà toscana, alle pp. 246-280 del vol. XXVI). Storicamente utile, anche se alquanto dispersivo, a chiarire il contesto in cui il singolo documento si colloca, il commento convince assai meno da un punto di vista più propriamente giuridico, sia per l'esagerato indulgere in considerazioni generali, sia per le troppo frequenti divagazioni sul diritto romano. Ordinata cronologicamente e corredata di indici per materia, la Legislazione toscana ebbe in origine natura prettamente privata, ma già il 7 giugno 1802 un rescritto sovrano, che il C. fece premettere a ciascun volume, "considerando che... le filze di leggi e bandi nella maggior parte de' tribunali del Regno... sono mal tenute e mancanti", faceva obbligo ai medesimi tribunali, civili e criminali, di sottoscrivere l'opera (art. 1). Chiariva poi l'editto che non si intendeva con ciò sanzionare ufficialmente la collezione, stante la possibile, eventuale presenza di errori ed omissioni; doveva, pertanto, "il Collettore medesimo a ciascuna legge... indicare da qual Archivio e donde l'avesse desunta, affinché potesse chiunque v'avesse interesse riscontrarne l'originale" (art. 3). Alle note illustrative del C. non era attribuito altro valore che quello di un'opinione privata (art. 4). La Reale Consulta di giustizia e grazia rimaneva incaricata di esaminare, ed eventualmente emendare, ciascun volume prima della pubblicazione (art. 6). L'opera avrebbe dovuto completarsi entro cinque anni (art. 7); successivi rescritti del 6 giugno 1806 (premesso al XXIII vol.) e del 5 genn. 1808 (premesso al XXXII vol.) - quest'ultimo in nome di "S. M. l'Imperatore dei Francesi, re d'Italia" - prorogavano il termine di diciotto mesi ciascuno.
Nel 1806 il C., già socio della Romana Pontificia Accademia di religione cattolica, figura fra i fondatori della filiazione fiorentina di quella, sorta coll'intento di "promuovere lo studio della Religione Cattolica per far argine agli errori correnti e preservarne la gioventù anche secolare". Destinato a ricoprirne le cariche di segretario e archivista, il C. svolgeva un'erudita prolusione nel corso della solenne cerimonia al monastero di S. Trinita con cui l'Accademia iniziava, il 18 gennaio, la sua attività (Accademia fiorentina di religione cattolica istituita sotto gli auspici di Sua Maestà Maria Luisa infante di Spagna,regina reggente del Regno d'Etruria, Firenze 1806; il discorso del C., alle pp. 25-41).
Da un albo professionale del 1812 il C. risulta fra gli avvocati alla corte imperiale di Firenze (Arch. dell'Ordine degli avvocati e procuratori di Firenze, Collegio avvocati, albo 1812). Il 24 nov. 1814 la Regia Consulta lo abilitava al patrocinio avanti il Supremo Consiglio di giustizia (Ibid., Collegio avvocati, filza I, 1814 [I]; Arch. di Stato di Firenze, Regia Consulta,Catalogo degli avvocati toscani al Supremo Consiglio di giustizia in Firenze, buste 2739, 2740, 2741, 2742); del supremo organo giurisdizionale del granducato il C. curava altresì in due monumentali opere la pubblicazione delle sentenze: Tesoro del Foro Toscano,o sia raccolta delle decisioni del Supremo Consiglio e delle Regie Ruote civili delle prime appellazioni di Toscana (45 voll., Firenze 1820-40; dal vol. IX l'opera è curata anche dal cancelliere Domenico Nenci; dal vol. XXXVII figura solo il nome del Nenci) e Decisioni del Foro Toscano inedite dall'anno 1815 all'anno 1819,o sia collezione delle decisioni del Supremo Consiglio di Giustizia e delle Regie Ruote civilidi Toscana (5 voll., Firenze 1821-28; dal vol. III l'opera è curata anche dal Nenci).
Nel 1828, quale promotore della fede nella diocesi fiorentina, il C. perorò avanti quel tribunale ecclesiastico la causa per l'esposizione alla venerazione dei fedeli delle reliquie di s. Appiano (Memorie appartenenti alla vita di s. Appiano..., p. 64).
Gli ultimi anni, angustiati da difficoltà economiche (cfr. estinzioni di ipoteche su beni immobili alienati, in Gazzetta di Firenze, 10 febbr. 1835, p. 4; 23 luglio 1835, pp. 2 s.; 31 genn. 1837, p. 3; 10 giugno 1837, p. 2) e funestati dalla scomparsa del figlio Stanislao, cancelliere a Stia (Arch. di Stato di Firenze, Stato civile toscano,morti 1835, registro 188, n. int. 1000), li trascorse in Firenze, ove morì il 20 maggio 1839 (Ibid., Ibid.,morti 1839, filza 1242, n. int. 1327).
Un suo testamento del 1836 si conserva all'Archivio notarile di Firenze (Testamento olografo di L. C., in data 12 gennaio 1836, Notaro Luigi Bartolini, protocollo II, n. 8, repertorio n. 1).
Aveva sposato, intorno al 1790, Marianna Fanelli; nel 1819 risultavano viventi quattro figli: Stanislao (nato 1791), Adelaide (1798), Annunziata (1803) e Luigi (1805: cfr. Arch. parrocchiale di S. Lorenzo in Firenze, Stato delle anime, anno 1819, f. 138).
Altre opere: Al granduca Leopoldo per la sua dimora in Pisa nell'inverno del 1783. Ottave, Pisa 1783; Lettere morali,istruttive,istoriche e politiche, Firenze 1791; Istoria della nobilissima famiglia Martini Gucci di Firenze, ibid. 1794; Memorie istoriche appartenenti alla vita della gloriosa vergine S. Berta abbadessa, ibid 1795; Memorie istoriche delle azioni praticate in Toscana da messer Bonifazio Lupi da Parma,marchese di Soragna,fondatore dell'ospedale di Bonifazio di Firenze, ibid. 1795; Storia della nobilissima famiglia Sassi della Tosa, s.n.t. (ma dopo 1800); Della fondazione del vescovato fiorentino, Firenze 1801; Del corso del fiume Arno da Pisa a Livorno ibid. 1804; Vita di Cosimo de' Medici,primo granduca di Toscana, ibid. 1805; Discorso sopra la legge della nobiltà del primo ottobre 1750, ibid. 1807; Elogio del cavaliere auditore Ubaldo Maggi, ibid. 1807; Lettere a diversi illustri soggetti sopra alcune terre e castella di Toscana, ibid. 1808; L'Etruria santa,cioè le vite de' santi e beati toscani (3 voll.), ibid. 1823; Memorie appartenenti alla vita di s. Appiano e notizie istoriche dei signori Catelini da Castiglione patrizi fiorentini e marchesi di Birago e Cava Curta, ibid. 1829.
Fonti e Bibl.: Sulla figura del C. non esistono opere specifiche. Il conciso profilo dell'Almanacco biografico per gli eruditi toscani (San Miniato 1834, p. 118), ove non manifestamente erroneo (l'anno di nascita è indicato nel 1742), è generico e privo di qualsiasi utilità. Oltre le fonti citate nel testo, si veda: Firenze, Arch. parrocchiale del duomo, Stati delle anime del popolo di S. Mariadel Fiore, anno 1837, f. I a; 1838, f. I a; 1839, E I a; Ibid., Libro dei morti, anno 1839, n. int. 22;Firenze, Bibl. naz., Poligrafo Gargani, voll. 472-473; Novelle letterarie di Firenze, n. s., XXII (1791), col. 409; L'Ape (Firenze), III (1805), pp. 1301-32;D. Moreni, Bibliografia storico-ragionatadella Toscana, I, Firenze 1805, pp. 209 s.; G. Prezziner, Storia del pubblico Studio e delle Società scientifiche e letterarie di Firenze, II, Firenze 1810, pp. 239 s.; F. Inghirami, Storia della Toscana, XV, Fiesole 1843, pp. 146 s.; L. Galeotti, Leggi e amministrazione della Toscana, Firenze 1847, p. 19;U. von Reumont, Geschichte Toscana's, II, Gotha 1877, pp. 310 s., 582;F. Scaduto, Stato e Chiesa sotto Leopoldo I granduca di Toscana(1765-1790), Firenze 1885, p. 36; P. A. Bigazzi, Firenze e contorni, Firenze 1893, passim; F. Pertile, Storia del diritto italiano, II, 2, Torino 1898, p. 468;A. Panella, Gli studi storici in Toscana nel secolo XIX…, inR. Deputaz. toscana di storia patria, L'Archivio storico italiano e l'opera della R. Deputazione toscana di storia patria, Bologna 1916, pp. 206-209;R. Uccelli, Contributo alla bibliografia della Toscana, Firenze 1922, passim; P. Del Giudice, Fonti: legislazione e scienza giuridica dalsec. decimosesto ai giorni nostri, in Storia del diritto italiano, a cura di P. Del Giudice, II, Milano 1923, p. 43; U. Dorini, La Società Colombaria,accademia di studi storici, letterari,scientifici e di belle arti. Cronistoria dal 1735 al 1935, Firenze 1936, p. 38;G. Moroni, Diz. dierud. storico-ecclesiastica, LIII, p. 177; LXXVIII, p. 162.