Medici, Lorenzino de'
Figlio (Firenze 1513-Venezia 1548) di Pierfrancesco, del ramo cadetto dei Medici detti i Popolani, e di Maria Soderini; chiamato con il diminutivo, perché piccolo e debole (poi, dai nemici, per le sue imprese, anche Lorenzaccio). A Roma nel 1530, alla corte di Clemente VII, decapitò alcune statue d’imperatori romani. Rimasto impunito, riparò a Firenze presso il cugino duca Alessandro; quando questi, in una questione di eredità, favorì l’altro cugino Cosimo (il futuro Cosimo I), Lorenzino organizzò il suo assassinio (1537). Fuggì quindi a Bologna, da cui cercò di nuocere al nuovo duca, sollecitando i fuoriusciti a muovere contro Firenze; ma questi esitarono e finirono con l’essere sconfitti. In seguito cercò aiuti altrove, soprattutto in Francia, allora ostile alla città, finché lo raggiunse a Venezia la vendetta del nuovo duca, Cosimo. Atteggiandosi umanisticamente a repubblicano e tirannicida, scrisse l’Apologia, efficacissima difesa ed esaltazione del suo gesto, che è considerata uno dei capolavori dell’eloquenza italiana.