LORENZI
Famiglia di scultori nativi di Settignano, dei quali ricordiamo i più importanti.
Battista di Domenico, detto Battista del Cavaliere (nato nel 1527 o 1528 a Settignano, morto il 7 gennaio 1594), fu scolaro di Baccio Bandinelli. A Firenze lavorò in S. Croce al monumento sepolcrale di Michelangelo, disegnato dal Vasari: vi fece, tra altro, il busto marmoreo del defunto e la statua allegorica della Pittura (circa 1574). A Pisa nel duomo scolpì nel 1592 nella cappella di S. Ranieri la statua di S. Efeso entro una nicchia; disegnò inoltre il lampadario d'ottone con figure di bronzo, la cosiddetta lampada di Galileo, eseguito nel 1584 da V. Possanti.
Stoldo di Gino (nato nel 1534 a Settignano, morto nel 1583 a Pisa), dedicatosi dapprima alla pittura, attese poi alla scultura, operoso a Firenze, Pisa e Milano. Fece a Firenze nel giardino di Boboli la fontana di Nettuno (modello nel Kaiser-Friedrich-Museum a Berlino) e probabilmente anche il gruppo per fontana con Satiro e Pantera. Nel 1561 scolpì a Pisa l'Annunciazione in S. Maria della Spina. Dal 1573 al 1581 lavorò per la chiesa di S. Maria presso S. Celso a Milano, scolpendo, insieme con aiuti, per l'interno le quattro statue di Davide, Mosè, Abramo e S. Giovanni Battista e, per la facciata, le due figure di Adamo ed Eva (l'originale dell'Adamo nel Museo archeologico di Milano), il gruppo dell'Annunciazione, i rilievi con l'Adorazione dei Magi e la Fuga in Egitto, e la statua del profeta Ezechiele. Del 1582-83 è l'angelo di bronzo reggente un candelabro nel duomo di Pisa. Ivi condusse a termine nel 1583 il rilievo con l'Assunzione della Vergine, il gruppo dell'Incoronazione della Vergine e due statue di profeti, iniziati circa il 1563 da F. Mosca.
Antonio di Gino, fratello di Stoldo, nato a Settignano, morto a Firenze il 19 settembre 1583. Scolaro del Tribolo collaborò con questo al catafalco di Michelangelo, all'apparato di nozze di Francesco Medici. Sempre su disegni del Tribolo fece il gruppo per fontana con Esculapio e quattro putti nella Villa di Castello presso Firenze e, nel 1544, il monumento sepolcrale a Matteo Corte nel camposanto di Pisa.
Nell'opera di questi scultori, tutti più o meno strettamente connessi con il manierismo fiorentino, si riflettono fedelmente le forme delle personalità artistiche più notevoli di tale corrente: del Bandinelli, del Tribolo, del Giambologna. Accenti più originali degli altri ebbe Stoldo di Gino, spesso d'una bella larghezza e fluidità di modellato, cui si accompagna una tecnica vigile e accurata.
Bibl.: Schottmüller, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXIII, Lipsia 1929 (con bibl.); E. Kris, Materialien zur Biographie des A. Fontana u. zur Kunsttopographie d. Kirche S. Maria presso S. Celso in Mailand, in Mitt. d. Florentiner Institut, III (1919-32), pp. 201-53.