⟨lóorëlai⟩ Alta rupe (132 m) che s'innalza ripida a destra del Reno tra St. Goarshausen e Oberwese.
Alla rupe è legata la leggenda di Lorelei, resa celebre in tempi moderni dalla dolce e popolareggiante poesia del poeta tedesco H. Heine (1797-1856), la seconda nel ciclo Die Heimkehr (1823-24) nel Buch der Lieder, messa in musica da F. Silcher, dove si parla di una donna bellissima, dai capelli d'oro, che canta dall'alto della rupe sporgente sull'ansa che fa il Reno poco prima di St. Goar. Il suo canto affascina i naviganti, sì che le loro barche vanno a sfasciarsi miseramente contro gli scogli, ed essi sono inghiottiti dalle acque. Il poeta tedesco C. M. Brentano (1778-1842) aveva cantato già questo mito nella ballata omonima (1802) del secondo volume del Godwi. Ma naturalmente il mito è ancora più antico.
Lo stesso nome Lei ("roccia") e Lür ("schistosa, a lastroni") richiamerebbe la natura della roccia in parola. Tuttavia, il significato originario sarebbe andato perduto: e la spiegazione sarebbe da cercare nella successiva identificazione con lüren ("spiare"). La rupe sarebbe, dunque, il luogo dove hanno preso sede nani, coboldi e "lurli", esseri che stanno sempre in agguato; in detta rupe sarebbe stato custodito anche il tesoro del Reno dei Nibelunghi.
Dalla leggenda sono stati desunti i libretti per le opere musicali omonime di M. Bruch (1863) e di A. Catalani (1890), quest'ultima col titolo di Loreley.