LÓPEZ de AYALA y HERRERA, Adelardo
Politico e drammaturgo spagnolo, nato a Guadalcanal (Siviglia) il i° maggio 1828, morto a Madrid il 30 dicembre 1879. Studiò legge a Siviglia, dove gli giovò la conoscenza di A. García Gutiérrez per la sua sensibilità poetica. A Madrid diede Un hombre de estado (1851), dramma non molto felice e di tecnica ancora inesperta; né di grande significato lirico sono le sue zarzuelas, condotte sugli schemi letterarî dell'epoca, sebbene facili nella versificazione e abili nell'intreccio (La estrella de Madrid, 1853; Guerra a muerte, 1855; El conde de Castralla, 1856; El agente de matrimonios, 1862). Frattanto la politica assorbiva la sua migliore attività: moderato prima, dell'unione liberale poi, deputato dal 1857, rivoluzionario nel 186 (ed è suo il Programma di Cadice), ministro nel governo provvisorio e durante la Restaurazione, sospinto dall'alternativa dei partiti e delle vicende, rimase di spiriti moderati e nobilmente patriottici.
Forse la vita pubblica lo distrasse dal teatro e gl'impedì di sviluppare quella sua personale concezione che è riuscita a tradursi con sicura e lucida espressione soltanto in alcune commedie: debolmente in Riva (1854), che non riesce a rievocare l'ambiente storico; meglio nel Tejado de vidrio (1857), commedia viva e acuta, sostenuta da una forte concretezza etica; ma con maggiore complessità umana nel Tanto per ciento (1861) e in Consuelo (1878), l'ultima sua opera. Nella prima è rappresentato l'egoismo del guadagno, lo spirito affaristico, tortuoso, crudelmente positivista, che avvolge uomini e situazioni in una realtà angusta, dolorosa e senza morale. La seconda svolge una vicenda meno passionale, ma più articolata e più amara, mettendo sulla scena quel predominio dell'interesse economico, che opera con triste e disgregante azione anche nell'animo femminile, sulla morale familiare, sull'etica sociale e si conchiude alla fine con un senso di vuoto e di sgomento. L. de A. temperava il romanticismo contemporaneo con una visione della vita più realistica e più aderente, e, sapiente conoscitore del teatro spagnolo del Seicento, raggiungeva una tecnica costruttiva più riposata e una forma classicamente composta. Nel penetrare con vigorosa serietà gli aspetti attuali della psicologia contemporanea e i colori un po' naturalisti e borghesi della sua società, egli dava al teatro una sensibilità più moderna. Nelle liriche, alcune occasionali, altre di frammentaria ed episodica ispirazione, L. de A. è poeta corretto, fluente, sempre delicato.
Ediz.: Obras, a cura di M. Tamayo y Baus, voll. 7, Madrid 1881-85; Epístola a E. Arrieta, ed. A. Bonilla, in Revue hisp., XII (1905); Gustavo: novela inédita, ed. A. Pérez Calamarte, ibid., XIX (1908); Epistolario inédito, a cura dello stesso, ibid., XXVII (1912).