LONGUEVILLE, Anne-Geneviève de Bourbon-Condé, duchessa di
Figlia di Enrico II di Borbone Condé e di Carlotta Margherita di Montmorency, nacque il 29 agosto 1619. Di straordinaria bellezza, e colta, fu oggetto di ammirazione nella corte e nella grande società. A ventitré anni, sposò il duca di Longueville, vedovo della figlia del conte di Soissons. Corrispose però al duca di La Rochefoucauld che nutriva per lei un'ardente passione; il fratello, per allontanarla dall'amante, procurò che il duca di L. fosse inviato a Münster, plenipotenziario al congresso. Il soggiorno a Münster fu per lei un vero trionfo. La sua ambizione, il disagio della sua posizione accanto ad un marito che tutti sapevano da lei tradito, una certa naturale inquietudine la sospinsero nel movimento della Fronda (v.), di cui divenne l'eroina. Essa entrò nel movimento insieme con suo fratello Conti e col marito. Pose la sua dimora nel palazzo di città di Parigi, dove partorì, il 29 gennaio, un bimbo, cui pose il nome di Carlo Paris. Tutto ciò che si deliberò contro la corte durante la prima guerra fu opera della duchessa di Longueville. Per vendicarsi della freddezza, con cui era stata trattata, anche dopo la pace del marzo 1649, dalla regina e dal Mazzarino, seppe render partecipe del suo odio il fratello principe di Condé. Quando nel gennaio 1650 il Condé, Conti e il duca di Longueville furono arrestati, la duchessa si gettò a capofitto nella seconda guerra, non esitando a domandare l'intervento della Spagna. Servendosi del suo fascino, seppe disporre il Turenne a unire il proprio esercito con quello dell'arciduca Leopoldo, per soccorrere i frondisti. E da Stenay lanciò un manifesto contro il Mazzarino, che accusava di aver giurato la distruzione dei Condé e d'impedire la pace generale e domandò nuovi sussidî ai principi stranieri. Tanta attività raggiunse lo scopo: il parlamento domandò la libertà dei Condé e del duca di L. e l'esilio per il Mazzarino. La duchessa di L. trionfava del cardinale, che nella notte da 6 al 7 febbraio 1651 fuggì. Contro il Mazzarino, tornato alla testa di un'armata tedesca, la duchessa di L. procurò aiuti dalla Spagna.
Il combattimento della porta Saint-Antoine (1° luglio 1652) diede Parigi nelle mani dei frondisti. Il 21 ottobre 1652, rientrava il re; nel febbraio del 1653, Luigi XIV richiamava il Mazzarino, il quale si recò presso l'esercito che difendeva la Champagne e la Lorena contro Condé e gli Spagnoli. La Fronda era finita.
La duchessa di Longueville, abbandonata da La Rochefoucauld, si rifugiò presso sua zia, vedova del duca di Montmorency, superiora del convento della Visitazione di Moulin. Dopo dieci mesi, il duca di L. andò a rilevarla per condurla nella Normandia.
Cessate le discordie interne, la duchessa di L. ricomparve alla corte. Rifuggiva ormai dalla politica, ma continuò ad occuparsi degl'interessi di famiglia, specialmente dell'educazione dei figliuoli dopo la morte del marito (1663).
Stanca, dopo una vita avventurosa e peccaminosa, cercò un rifugio nel giansenismo. Quando imperversò la persecuzione contro i giansenisti, questi trovarono rifugio presso la duchessa. Quando ella morì (15 aprile 1679), il suo cuore fu portato a Port-Royal, a cui è legato il periodo della sua vita dopo la conversione.
Bibl.: E. Lavisse, Louis XIV. La Fronde. Le Roi. Colbert, in Histoire de France, VII, ii, Parigi 1905; id., Louis XIV. La religion. Les lettres et les arts. La guerre, in Histoire de France, VII, i, Parigi 1906; L. Madelin, La Fronde, Parigi 1932.