LONGO
Primo musicista di questa famiglia fu Achille senior, che nacque a Melicuccà, presso Reggio di Calabria, il 23 febbr. 1832. Rimasto orfano in tenerissima età, passò l'infanzia e l'adolescenza in orfanotrofio, per poi vestire, seppure brevemente, gli abiti francescani presso il convento dei frati minori conventuali di Nicotera. L'8 febbr. 1857 sposò Maria Teresa Russo, appena quindicenne, e dalla loro unione nacquero quattordici figli (tra cui Alessandro), sette dei quali morirono prematuramente. Insegnante di pianoforte e organista presso la chiesa del convento dei frati minori di Nicotera, fu attivo soprattutto come maestro di banda in vari centri calabresi, tra cui Amantea. Nel 1886 si trasferì con la famiglia a Napoli, e si dedicò prevalentemente all'attività didattica, perlopiù in strutture private (insegnò teoria musicale nella scuola di A. Rendano e nel liceo musicale di Napoli); fu inoltre amministratore del periodico La Biblioteca d'oro, nonché editore.
Achille morì a Napoli l'11 maggio 1919.
La casa editrice Curci pubblicò ventiquattro pezzi per pianoforte di Achille, e altri suoi brani manoscritti si conservano nel fondo Carlo Creazzo della Mediateca di Cinquefrondi (Reggio di Calabria): una litania per voce e organo (b. 34.2.1-2); un Tantum ergo per tenore, baritono e organo (b. 44.7.26); la canzoncina Intrecciamo una corona, per coro a 4 voci, archi e organo (b. 30.27.7); una polka-mazurka (b. 34.4.6); una marcia funebre (b. 34.4.9); un valzer per pianoforte (b. 34.5.1) "composto e dedicato a […] Bruno Vinci da Achille o fra Giacinto Longo monaco".
Alessandro, figlio di Achille, nacque ad Amantea il 31 dic. 1864. Compì i primi studi musicali con il padre. Nel 1878 entrò nel conservatorio di S. Pietro a Majella di Napoli, dove studiò con B. Cesi e con P. Serrao, e si diplomò in pianoforte, organo e composizione. Dal 1897 al 1934 insegnò pianoforte nello stesso conservatorio, ed ebbe, tra gli allievi più noti, F. Alfano, T. Aprea, Lya De Barberiis, P. Denza, G. Laccetti, A. Votto e i suoi stessi figli Achille e Myriam; nel 1944 vi ritornò come direttore ad interim.
Alessandro portò avanti, con grande impegno, l'opera di rinnovamento della cultura musicale napoletana, già avviata nel campo didattico da Cesi e nel campo della musica strumentale da G. Martucci. Quasi tutte le sue attività (quella didattica, quella di compositore e di revisore di opere del passato - in particolare di D. Scarlatti -, quella di promotore di iniziative e di dibattiti culturali, attraverso riviste da lui stesso fondate) erano finalizzate alla realizzazione di tale progetto.
La sua produzione musicale (specialmente quella per pianoforte, per esempio la Tecnica pianistica, le raccolte per principianti, le antologie, gli studi, ecc.) è motivata essenzialmente da scopi didattici. I modelli formali e stilistici che stanno alla base di tale produzione, in particolare nei 24 pezzi caratteristici op. 40, nelle Miniature op. 47, negli Intermezzi op. 61 e nei Momenti musicali op. 49, sono quelli del classicismo e del romanticismo tedesco, ma non mancano i riferimenti alla musica del Sei e del Settecento. Sempre a scopi didattici risponde la sua attività di revisore e curatore delle opere del passato, e il suo intervento è rivolto piuttosto ad alleggerire e "correggere" il testo, per adattarlo alle nuove esigenze.
I programmi dei suoi concerti, nonché quelli da lui promossi (prima attraverso il Circolo Scarlatti, da lui fondato, e poi attraverso la Società del quartetto, da lui diretta), erano sempre rivolti a educare il pubblico piuttosto che ad assecondare i gusti del tempo. Ed in tal senso vanno viste anche le sue attività di musicologo e di pubblicista, quest'ultima svolta principalmente attraverso la rivista L'Arte pianistica, fondata nel 1914 e divenuta nel 1925 Vita musicale italiana, con lo scopo di affiancare all'attività concertistica una serie di saggi critici sui brani in programma e creare un uditorio capace di apprezzare e valutare con competenza i brani proposti nei concerti. Nella rivista trovarono spazio interventi di alcuni fra i più noti musicisti del tempo (G. Napoli, E. Del Valle de Paz, G. Anfossi, F. Rossomandi, M. Esposito, G. Sgambati, N. D'Arienzo, M. Vitali, C. Palumbo) e del poeta S. Di Giacomo.
Alessandro morì a Napoli il 3 nov. 1945.
Alessandro non fu soltanto un musicista impegnato nei problemi della composizione, della didattica, del concertismo, della trascrizione e revisione, ma anche e soprattutto un intellettuale raffinato, filologo e critico attento. Il suo profondo legame con la tradizione culturale napoletana non gli impedì di prestare attenzione alle innovazioni nella produzione musicale più recente di autori quali C. Debussy, I. Stravinskij, M. Ravel, G.F. Malipiero, A. Casella, anche se non le condivideva: e ciò fu spesso motivo di accese polemiche (anche con il figlio Achille), che trovarono spazio nelle pagine delle riviste da lui dirette. Era convinto che la storia della musica si fosse svolta senza soluzione di continuità fino a R. Wagner (che apprezzava e stimava tanto da riconoscersi come wagneriano), ma nella produzione successiva vedeva solo un'esasperata ricerca armonica. La sua posizione, comunque, non fu di chiusura incondizionata, anzi egli stesso promosse concerti e dibattiti per far conoscere le musiche "più audaci" di tali autori, in particolare di Casella, cui, fra l'altro, era legato da profonda amicizia.
Non tutta la sua produzione musicale è nota: rimasta manoscritta in gran parte, è conservata prevalentemente presso la biblioteca del conservatorio di Napoli. Spesso si tratta di pezzi incompiuti o appena abbozzati, o di brani che lo stesso Alessandro, probabilmente, non riteneva degni di essere pubblicati, ma che comunque rivelano interessi per forme e generi da lui meno frequentati. Per un elenco esaustivo si rimanda alla relativa voce in SBN Musica, dove sono indicate anche le biblioteche che conservano tali opere e le rispettive collocazioni; l'elenco dei brani reperibili nella Biblioteca-museo Alessandro Longo di Amantea è in Alessandro L.: l'uomo, il suo tempo, la sua opera (2001, pp. 463-465). Non si ha traccia dei 4 brani sinfonici, per orchestra, manoscritti, andati perduti.
Tra le oltre settanta pubblicazioni di brani o raccolte per pianoforte, si segnalano: Suite romantica, op. 12; Album lyrique, op. 16; Nupitalia, suite di tre pezzi, op. 20; 24 piccoli pezzi, op. 24; Variazioni su un tema ungherese, op. 34; 12 studi di terze, op. 35; 24 piccoli studi di arpeggi, op. 37; 24 pezzi caratteristici, op. 40; 6 studi di seste, op. 42; 40 studietti melodici, op. 43; 6 studi d'ottava, op. 48; Foglie d'autunno, op. 49; Preludio e improvviso, op. 52; Lirica, suite di quattro pezzi, op. 60; 3 intermezzi, op. 61; 18 pezzi originali, op. 74; 30 studietti romantici, op. 80; 24 preludietti, op. 81; 48 piccoli preludi, op. 83; 12 mosaici musicali; Pagine sparse; Tecnica pianistica (in dodici fascicoli); Scale di terze e di seste; inoltre, sette sonate (rispett. op. 32, 36, 63, 66, 67, 70 e 72); per pianoforte a quattro mani: Souvenir de l'enfance, op. 6; Sérénade, op. 10; 6 piccole suites, op. 38; per due pianoforti: Tema con variazioni, op. 30; 6 divertimenti facili, op. 39; per arpa: suite di tre pezzi, op. 47; Tema con variazioni, op. 50; 6 pezzi, op. 51. Musica da camera: quintetto per archi e pianoforte op. 3; suite per violino e pianoforte op. 33; suite per violoncello e pianoforte op. 44; suite per viola e pianoforte op. 53; suite per clarinetto e pianoforte op. 62; suite per oboe e pianoforte, op. 65; suite per flauto e pianoforte op. 68; suite per fagotto e pianoforte op. 69. Musica vocale da camera: Idillio di un anno, op. 41.
Scritti: Fronde sparse (Napoli 1912); D. Scarlatti e la sua figura nella storia della musica (ibid. 1913); Symphonia, poemetto in terza rima (ibid. 1924). Quasi tutti gli altri suoi scritti inerenti la musica sono pubblicati nei periodici e giornali del tempo, tra cui, oltre alla Biblioteca d'oro e a L'Arte pianistica (poi Vita musicale italiana) da lui stesso fondati, Matelda, Symphonia, Vela latina, la Gazzetta musicale di Milano, la Riforma musicale di Torino, il Paganini di Genova; inoltre, negli Atti dell'Accademia Pontaniana e negli Atti dell'Accademia di archeologia, lettere e belle arti. Si conservano, anche in copia presso la Biblioteca-museo A. Longo di Amantea, alcuni manoscritti in versi e in prosa, che egli stesso definì "scherzi letterari", tra cui: Burlesche, Sulla spiaggia, La storiella di Bach, La Cimmineide, I tre maestri.
Edizioni curate da Alessandro: D. Scarlatti, Opere complete per clavicembalo (10 volumi e un supplemento, Milano 1906-10; Indice tematico, 1937); J.S. Bach, Il clavicembalo ben temperato (Milano 1923).
Achille (junior), figlio di Alessandro e di Luisa Todisco, nacque a Napoli il 28 marzo 1900. Fu allievo prima del padre, e poi di A. Savasta, presso il conservatorio di Napoli, dove si diplomò in pianoforte nel 1918 e in organo e composizione nel 1920. Nello stesso conservatorio insegnò armonia e contrappunto dal 1926 al 1930; dal 1931 al 1933 insegnò armonia e contrappunto presso il conservatorio di Parma, dove, fra gli altri, fu suo allievo F. Margola; dal 1934 ritornò al conservatorio di Napoli, dapprima come docente di contrappunto e fuga, quindi, dal 1941 fino alla morte, di composizione. Alla sua scuola si formarono, tra gli altri, A. Cece, B. Mazzotta, F. Caracciolo e A. Ciccolini.
Al contrario del padre, Achille, insieme con M. Pilati, R. Parodi e J. Napoli, diede notevole sostegno alla musica contemporanea, grazie, soprattutto, alla sua attività di critico musicale di varie testate (Vita musicale italiana, 1926-28; Corriere di Napoli, 1939-40; Musica d'oggi, 1940-42; La Voce, 1945-47 e L'Unità, 1947-51). Nelle vesti di compositore, rispose agli stessi principî la sua esplicita determinazione a non scrivere per il teatro: la sua produzione è, infatti, prevalentemente strumentale.
Achille morì a Napoli il 28 maggio 1954.
Opere. Per pianoforte: Capriccio a rondò (Milano 1938); La burla del Pievano Arlotto (Napoli-Firenze 1951); Concertino. Musica da camera: sonatina per violino e pianoforte (Napoli 1925); Scenetta pastorale, per fiati e pianoforte (ibid. 1926); sonata per violoncello e pianoforte (Firenze 1929); quartetto per archi (ibid. 1931); sonatina per oboe e pianoforte (Roma 1937); quintetto per archi e pianoforte (Milano 1937); trio per violino, violoncello e pianoforte (ibid. 1938). Musica vocale da camera: 4 liriche napoletane, su testi di S. Di Giacomo (Napoli-Firenze 1928); 3 canzonette del Poliziano (Milano 1931); Stanze del Poliziano (ibid. 1932); 4 canzoncine per bimbi (ibid. 1954). Musica sacra: messa in si bemolle per coro a quattro voci dispari e organo (1933); Requiem per soli, coro e orchestra (1933). Per orchestra: Studi sinfonici per "La matrona d'Efeso" (1925); concerto per pianoforte e orchestra (Bologna 1933); Bolero (Milano 1939); Notturno (ibid. 1940); serenata in do maggiore (ibid. 1951). Opere didattiche: 24 piccoli pezzi per pianoforte, ad uso di studio in tutte le tonalità maggiori e minori, riveduti diteggiati fraseggiati (Napoli-Firenze 1932); 32 lezioni pratiche sull'armonizzazione del canto dato (Milano 1935); Melodie numerate (ibid. 1948). Compose inoltre diverse colonne sonore per il cinema.
Presso la biblioteca del Conservatorio S. Pietro a Majella di Napoli si conservano manoscritti: Rari, 4.5.18: preludio per orchestra (1917); 4.5.31: trio per violino, violoncello e pianoforte (premio Rispoli 1924); 4.5.21: suite per fiati e pianoforte (1924); 4.5.15(4): Non per ben ch'io ti voglia (1929, per voce e pianoforte); 4.5.15(3): sonata facile per pianoforte (1931); 4.5.15: concerto per violino e orchestra (1937); 4.5.15(5): O vaghe montanine pasturelle (per voce e pianoforte); 4.5.19: primo quintetto per archi e pianoforte.
Fonti e Bibl.: Napoli, Biblioteca del conservatorio S. Pietro a Majella, Riepilogo di notizie circa il movimento musicale napoletano dal 1850 al 1920, Napoli 1920 (datt.); G. Maggiorino Gatti, Music in Italy, in The Chesterian, giugno 1924, p. 263; J. Napoli, La morte di Alessandro L., in Il Mondo musicale, I (1945), 21, p. 2; Borsa di studio Alessandro e Achille L. sotto gli auspici del conservatorio di musica S. Pietro a Majella, Napoli 1955; M. Limoncelli, Alessandro L., Napoli 1956; Id., La musica nei salotti napoletani fra l'Ottocento e il Novecento, Napoli 1956, pp. 7-69; T. Aprea, Alessandro L., in Rass. musicale Curci, XI (1958), ottobre, pp. 5-7; E. Naso, Alessandro L. nel primo centenario della nascita.Atti della Conferenza,… 1964, Napoli 1964; Ricordo di Alessandro e Achille L., in Conservatorio di musica S. Pietro a Majella, Annuario 1963-65, Napoli s.d., pp. 34-36; G. Manno, La molteplice opera di Alessandro L., in Rass. musicale Curci, XXVI (1983), 1, pp. 10-14; V. Vitale, Il pianoforte a Napoli nell'Ottocento, Napoli 1983, ad ind.; 50° anniversario della morte di Alessandro L., in Amantea musica, I (1995), numero monografico; F. Morabito, La romanza vocale da camera in Italia, Turnhout 1997, ad ind.; Alessandro L.: l'uomo, il suo tempo, la sua opera.Atti del Convegno internazionale di studi, Amantea-Arcavacata di Rende… 1995, a cura di G. Feroleto - A. Pugliese, Vibo Valentia 2001; A. Ziino, Coscienza storica e identità culturale nella Napoli musicale di fine Ottocento: appunti e riflessioni, in Letteratura e cultura a Napoli tra Otto e Novecento. Atti del Congresso,… 2001, a cura di E. Candela, Napoli 2002, pp. 165-178; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, IV, pp. 487 s.; The New Grove Dict. of music and musicians (ed. 2001), XV, p. 169; Die Musik in Geschichte und Gegenwart, Personenteil (in corso di stampa).