Vedi LONDRA dell'anno: 1961 - 1995
LONDRA (Λονδίνιον, Λινδόνιον; Lundinium, Londinium)
Malgrado diverse leggende, non ci sono prove dell'esistenza di un importante insediamento indigeno, sul luogo della città romana, anteriore alla conquista di Claudio del 43 d. C. Al contrario, quando Cesare intraprese la sua spedizione nel 54 a. C., ignorò la posizione di Londinium, e nella sua marcia contro la piazzaforte di Cassivellauno, attraversò il Tamigi più a monte. La posizione della città sembra sia stata scelta per la convenienza dell'attraversamento del fiume al sommo dell'estuario in cui entrano le maree. La località consiste di due piccoli colli (Cornhill a E e St. Paul's a O) divisi dal torrente Walbrook; era ben disposta per il controllo del traffico tra la Britannia e il continente, che si era servito del Tamigi già molto prima dei tempi romani, e divenne così il centro del sistema viario della provincia romana.
Nella moderna L. le condizioni della ricerca archeologica sono quanto mai difficoltose. Fondamenta e cantine del XIX e del XX sec. hanno distrutto molte testimonianze archeologiche e le occasioni di scavi sono poche.
Ne consegue che si sa meno di L. che di molti altri insediamenti romani, di minore importanza, ma che ebbero una storia successiva diversa. Alcuni scavi del dopoguerra e un nuovo esame del materiale precedentemente scoperto, consentono però oggi di avvicinarsi a una comprensione generale di L. e della sua storia.
La prima città sembra che sia stata aperta e priva di difesa, e non vi è traccia di opere militari e di depositi di armi, benché essi siano immaginabili nella prima fase della conquista. Il nucleo originario della città era nel colle a E della testa N del ponte originario del Tamigi, a circa 6o m a E dell'attuale London Bridge. Colà sorgeva la basilica, ma in questa prima fase ancora non doveva esservi un Foro regolare. Lo spiazzo a S della basilica, che sarebbe divenuto in seguito il Foro regolare, sembra che fosse occupato da diversi edifici, tra cui un tempio celto-romano.
Quando L. fu distrutta da Boudicca, nel 61 d. C., l'area urbana si estendeva verso O, attraversando il Walbrook, sul colle a O. Nella successiva ricostruzione la basilica fu notevolmente ampliata, sino a raggiungere una lunghezza di 50 m, e fu costruito il Foro (vi sono tracce di un secondo grande incendio, occorso al principio del II sec. d. C., ma esso non è correlato ad alcun evento storico noto). L'unità che veniva così a essere formata, di circa 50 × 57 m, è ritenuta la base della disposizione della città a E, ma ciò non è stato provato definitivamente. Durante l'età romana sembra che la collina orientale sia rimasta il centro principale della città, con edifici di migliore qualità, benché essi ci siano noti soltanto dai loro mosaici pavimentali e da muri frammentari.
Alla fine del I-inizio del II sec., sul margine N-O dell'area occupata, dove è ora Cripplegate, fu costruito un forte. Non sono noti il perimetro dei terrapieni né alcuni dei loro aspetti salienti e inoltre la distruzione moderna ha eliminato quasi ogni traccia degli edifici interni. Era relativamente grande e deve essere considerato come un comando militare, arsenale e campo di transito. La città aperta e il forte esistevano l'uno accanto all'altra sino a circa il 200 d. C. e oltre, allorché si costruirono le mura della città e il forte fu incorporato in esse. Le mura furono costruite sino all'angolo N-E del forte e proseguite dal suo angolo S-O, così che i muri settentrionale e occidentale del forte divennero parte delle difese della città. Le mura erano inoltre rafforzate da accrescimenti, o meglio ispessimenti, interni, e sono appunto questi ispessimenti, piuttosto che le mura vere e proprie, che ci hanno fornito elementi per la datazione. Questa successione chiarisce la rientranza, altrimenti inesplicabile, delle mura di L. a N-O. Non è nota la storia del forte a partire da questo periodo, ma è probabile che esso continuasse a funzionare.
La città fortificata era lunga 1,25 km (E-O) e la sua larghezza massima era di circa 300 metri. Delle sue sei porte principali si conosce l'ubicazione, ma soltanto una, Newgate, in Watling Street, è stata veramente vista, e ciò soltanto parzialmente. La planimetria antica è per la maggior parte ipotetica (vedi sopra a proposito del colle a E). La pianta della parte occidentale può essersi basata, probabilmente, sulle strade principali a O e in particolare sulla Watling Street.
Degli edifici della città, quello meglio conosciuto, in seguito a una serie di vecchie scoperte, è la basilica. Gli altri sono documentati soltanto per frammenti, ma tra essi si contano due bagni, uno in Thames Street presso il fiume, l'altro a N vicino a Cheapside. I mosaici pavimentali delle case più importanti non si può dire che siano, nel loro insieme, di alta qualità. Oltre alle costruzioni in pietra dovevano esservi molte capanne di legno, fango e altri materiali deteriorabili; poiché le pietre da costruzione non erano a portata di mano ed erano quindi costose, si ricorreva infatti, per quanto possibile, ad altri materiali.
Sono state interpretate come moli alcune strutture di legno lungo la riva del fiume.
L'altro edificio di rilievo era il mitreo, scoperto sulla sponda E del Walbrook nel 1956. È un edificio rettangolare, absidato, con caratteri basilicali ed era notevole per la sua bella serie di sculture, tra cui le teste di Mitra, Serapide e Minerva. Il tempio, costruito probabilmente nel tardo II sec., subì numerose ricostruzioni e continuò ad essere in uso sino alla seconda metà del IV secolo.
L. ha fornito abbondante materiale relativo alla vita della città, ai suoi commerci, ai suoi traffici, dal cui studio risulta che la città prosperò dal Il sec. sino a parte del IV; così, ad esempio, sino al IV sec. inoltrato a L. funzionò una zecca ma vi sono molti problemi del periodo ancora da risolvere. L'ultima fase è rappresentata da bastioni semicircolari, ventuno in tutto, che furono aggiunti alle mura di cinta per rinforzarle. Ma mentre alcuni di questi rinforzi fanno parte senza dubbio della difesa contro le incursioni dei barbari sulla costa sassone, è possibile che altri siano effettivamente di età sassone (VIII-IX sec. d. C.).
Infine fuori delle mura di Londinium si trovarono numerosi cimiteri, identificati da scoperte casuali, la più grande delle quali è certamente quella, a E, di Whitechapel. Vi sono anche abitati aggregati a Southwark, all'estremità E del passaggio del fiume, e a Westminster, dove probabilmente l'abitato segna la posizione di un altro punto di attraversamento.
Bibl.: Sommario delle scoperte sino al 1927; Royal Commission of Historical Monuments (England): London, vol. III, Roman London (Stationery Office di S. M.). Scoperte dopo il 1927: Roman Britain, articoli pubblicati annualmente nel Journal of Roman Studies. Altre pubblicazioni: R. E. M. Wheeler, London in Roman Times, London, Museum Catalogue, n. 3, Londra 1930; G. C. Dunning, Two Fires of Roman London, in Antiquaries Journal, 1945, pp. 48-77. Scoperte del secondo dopoguerra: N. C. Cook, Finds in Roman London, 1949-1952 (Guildhall Museum Publication), Londra 1953; W. F. Grimes, The Temple of Mithras, Walbrook, in Ill. Lond. News, 25 sett. 1954; 16 ott. 1954; id., Excavations in the City of London, in R. L. S. Bruce-Mitford e altri, Recent Archeological Excavations in Britain, Londra 1956.
(W. F. Grimes)
Personificazione. - La personificazione della città compare su un medaglione di Costanzo Cloro, trovato vicino ad Arras. La figura di L., che ha in questo periodo rimpiazzato Eburacum (York) come centro di amministrazione in Britannia, appare in ginocchio, fuori delle mura della città, mentre dà il benvenuto al suo liberatore (riferimento alla vittoria di Costanzo Cloro su Allectus successore ed assassino di Carausius). Essa indossa un chitone manicato, himàtion, calzari ed una specie di diadema in testa.
Bibl.: J. M. C. Toynbee, Britannia on Roman Coins of the Second Century A. D., in Journ. Rom. Stud., XIV, 1924, p. 156, fig. 23; id., The Hadrianic School, Cambridge 1934, p. 65, tav. XII, 9, 10.
(L. Rocchetti)
Collezioni pubbliche. - 1) British Museum. - Il museo fu fondato con deliberazione parlamentare nel 1753 per ospitare una collezione di storia naturale ed antichità formata da Sir H. Sloane (1660-1753) e la biblioteca di Sir R. Cotton (1571-1631). Il presente edificio a Bloomsbury fu completato nel 1852: le sezioni riguardanti la Storia Naturale sono state sistemate separatamente a South Kensington dal 1881. Le collezioni di antichità a Bloomsbury sono le seguenti: egiziana, del Vicino Oriente (Western Asiatic), greco-romana, orientale (Estremo Oriente), britannica e medievale.
a) Sezione egiziana. - La collezione comprende sculture, dipinti ed altre antichità dai tempi più remoti fino al periodo cristiano. Il nucleo della collezione di sculture, pervenuto al British Museum con la capitolazione di Alessandria nel 1801, includeva la famosa Stele di Rosetta, che con le sue iscrizioni in geroglifico, demotico e greco aprì la strada alla lettura dell'egiziano (v. egittologia). Altre sculture importanti furono ottenute tramite il console britannico H. Scott, per il quale Belzoni compì scavi nell'alto Egitto. La bella collezione degli affreschi murali del Nuovo Regno dalle tombe di Tebe ne include una serie dalla tomba dello scriba Nebamun, notevole per la qualità del dipinto e la vivezza dei colori. I papiri di argomento letterario e religioso formano una delle collezioni più grandi del mondo. Il Great Harris Papyrus, lungo m 40,92, è il più grande documento rimastoci dell'antico Egitto e le copie del Libro dei Morti fatto per Nu ed Ani sono pure notevoli. Le antichità copte includono una grande collezione di sculture decorative.
b) Sezione del Vicino Oriente (Asia occidentale). - Comprende le antichità babilonesi, assire, hittite, fenicie, siriache, sudarabiche ed iraniche. La collezione è notevole per le sue sculture assire ed i testi cuneiformi dalle due località di Nimrud (Kalkhu) e Kuyungik (Ninive) scavate dal 1845 in poi da A. H. Layard (v.), e successori, e per le antichità delle tombe reali di Ur scoperte da Sir L. Woolley (v.). Il maggior gruppo di rilievi assiri è quello dal palazzo di Assurnasirpal ed Assurbanipal a Nimrud e dal palazzo di Sennacherib a Kuyungik. La stessa serie di scavi ha restituito la biblioteca cuneiforme a Kuyungik e la ricca collezione di avorî scolpiti da Nimrud. Nel 1877 Rassam, successore di Layard a Kuyungik, esplorò alcune località in Assiria e Babilonia con finanziamenti del museo ed arricchì la collezione con bronzi da Toprakkale e le porte bronzee di Salmanassar da Balawāt (v.). Gli scavi a Karkamis ed el-῾Ubaid, seguiti da quelli di Sir L. Woolley a Ur (1925-34), apportarono importanti arricchimenti e gli scavi di Woolley nella Siria del N a Tell Açana, l'esplorazione di Mallowan delle culture primitive della Mesopotamia del N, a Tell Arpashiyya, Chagar Bazar e Tell Brak, hanno aggiunto altri importanti pezzi di antichità alla collezione. Nel 1949 nuovo materiale, inclusi importanti avorî da Nimrud, è stato distribuito tra il museo ed altre istituzioni. Tra gli oggetti più notevoli di questa sezione è il Tesoro dell'Oxus, scavato nel 1877 e donato al museo da Sir A. W. Franks.
c) Sezione greco-romana. - Contiene antichità greche, romane ed etrusche. Poche antichità classiche erano nella Collezione Sloane, che formava il nucleo originale del museo; durante tutto il secolo XIX la raccolta fu molto arricchita per gli scavi, gli acquisti ed i lasciti. Le prime acquisizioni importanti furono la collezione di Sir W. Hamilton, comprata nel 1772, e le sculture Towneley comprate nel 1805. Le sculture di Bassae (Figalia) furono depositate dal principe reggente nel 1815 ed i marmi del Partenone (v. elgin marbles), comprati con atto del Parlamento, furono depositati al museo l'anno seguente. Una buona collezione di bronzi greci, etruschi e romani fu acquistata da R. Payne Knight († 1824). Molti bei vasi greci da tombe etrusche in Italia, si trovarono inclusi nella collezione della principessa di Canino comprata nel 1843. L'età d'oro dell'attività archeologica britannica nei territori classici cominciò con l'opera di Sir C. Fellow in Licia, che dette come risultato le sculture di Xanthos. Nel 1847 Sir Stratford Canning donò alcune lastre del Mausoleo; nello stesso periodo C. T. Newton acquistava oggetti di Rodi, Lesbo e Coo e più tardi scavava il sito del Mausoleo. La collezione di vasi ed altre antichità di Sir W. Temple, acquistata in Italia, fu data in lascito nel 1856. Gli scavi del Salzmann e del Biliotti a Rodi, dello Smith e del Porcher a Cirene, e del Dennis in Sicilia e nell'Africa settentrionale hanno dato antichità importanti per il museo. Grandi raccolte di varie antichità furono acquistate; come quelle di A. Castellani nel 1865 e nel 1872. I. T. Wood scavò ad Efeso tra il 1867 ed il 1874 e dai 1883 in poi scavi sistematici ad Enkomi ed altri luoghi di Cipro portarono a grandi acquisizioni di antichità cipriote. Nei 1886 il fondo per l'esplorazione dell'Egitto (Egypt Exploration Fund) donò antichità classiche da Naucrati e nel 1888 da altri luoghi. La raccolta Morel di antichità gallo-romane fu ottenuta nel 1903. Ceramica e frammenti da Creta e dai luoghi preistorici della Grecia continentale furono donati dal governo greco nel 1907 e nello stesso anno lo scavo di Hogarth a Efeso apportò una parte dell'importante materiale dal tempio arcaico di Artemide. Nel 1923 oggetti del santuario di Artemide Orthìa a Sparta furono donati dalla Scuola Britannica di Atene. La collezione ha seguitato a essere ingrandita in maniera considerevole: tra gli acquisti più recenti è il vaso Portland (v.) che era stato affidato in deposito al museo e fu comprato nel 1945 e la famosa testa bronzea di Chatsworth acquistata nel 1958 (v. greca, arte, fig. 1315).
d) Sezione orientale. - Questa sezione interessa la civiltà dell'Estremo Oriente, India e regioni islamiche. La ricchezza della presente raccolta si deve all'acquisto della Collezione Eumorphopoulos ed ai generosi interventi di O. Raphael, H. Oppenheim e P. T. Brooke-Seewell. Le antichità della Cina includono una ricca collezione di bronzi sacri delle dinastie Shang e Chou, tra i quali si distinguono un vaso per vino con anse addorsate del periodo Shang ed uno con iscrizione Hsing Hou Kuei, del regno del secondo re Chou Ch'ang. C'è una grande collezione di amuleti di giada arcaici Shang e Chou con esempî particolarmente belli del tardo Chou ed una spada, dello stesso periodo, d'oro lavorato a traforo. Tra le lacche Han è una tazza da Lulang in Corea, datata da iscrizioni al 4 d. C. ed alcuni esempî di specchi di bronzo del III sec. d. C. da Shao Hsing nella provincia del Chekiang. Un altro gruppo di bronzi rappresenta la cultura provinciale di Ski Chai Shan (provincia dello Yunnan) del I sec. a. C.
Le collezioni indiane rappresentano l'arte e l'archeologia nell'area indiana dal III millennio a. C. in poi ed includono una raccolta didattica di ceramiche, terrecotte e sigilli della cultura di Harappā (v.) della valle dell'Indo. C'è pure una grande collezione di sculture del Gandhāra della provincia di frontiera nord-occidentale e dell'Afganistan; un raro Buddha di bronzo e il rarissimo reliquiario aureo di Bimaran sono altri pezzi importanti del Gandhāra (v.). Le sculture dello stūpa (v.) di Amarāvatī (I sec. d. C.) diviso tra il British Museum ed il Museo del Governatorato di Madras, formano il più grande insieme di scultura arcaica fuori dell'India; un notevole pezzo contemporaneo è la mensola figurata dallo stūpa di Sanchi. Vi è pure una piccola collezione di sculture Kusana e sculture del periodo Gupta (v. indiana, arte).
e) Sezione britannica e medievale. - Comprende le antichità britanniche a partire dall'Età del Ferro, della Britannia romana e le antichità paleocristiane dal IV sec. in poi. La Stipe di Lorena, composta di bronzi provenienti dalla tomba di un capo celtico del IV sec. a. C., consiste di due belle brocche La Tène (v.) e due anfore etrusche importate; gli oggetti più belli del periodo La Tène in Britannia sono lo scudo di Battersea e lo specchio Desborough (v. anche celtica, arte). Tra le più importanti antichità romane sono il tesoro d'argento da Mildenhall, Suffolk, un ritratto bronzeo di Adriano, la tomba di Iulius Classicianus, procuratore della Britannia, ed i ritratti in marmo della villa di Lullingstone (v.) depositati in prestito dal Kent County Council. Le antichità paleocristiane comprendono alcuni complessi d'argento, i più importanti dei quali sono i tesori dell'Esquilino e di Cipro. Una bella collezione di avorî paleocristiani comprende tra l'altro il pannello per un cofanetto, rappresentante la crocifissione (circa 400 d. C.). Importante è un gruppo di vetri dorati dalle catacombe romane; un recente acquisto è la famosa coppa vitrea tardo-romana con scene del mito di Licurgo (v.).
2. Victoria and Albert Museum. - Fondato nel 1852 fu ordinato negli attuali locali nel 1857. Esso conserva il suo originale carattere di museo di arte applicata di tutti i periodi e luoghi. L'antico materiale cinese include bronzi Shang e Chou (principalmente della Collezione Eumorphopoulos) e giade; ceramiche, giade e collane del periodo Han e pochi pezzi del periodo delle Sei Dinastie. Dell'India ci sono poche piccole sculture del Gandhāra e alcune figure Kuṣāna e Gupta; il raro pilastro della ringhiera che circondava lo stūpa originale a Bodhgaya è probabilmente il pezzo indiano più importante. La sezione di ceramiche possiede una piccola raccolta di ceramiche greche, romane ed etrusche con un numero di pezzi ragguardevoli: una hydrìa del 470-60 con Borea ed Orizia; una coppa monoansata, forse attribuibile a Psiax, ed un'anfora nolana del Pittore della Phiale (circa 440).
Notevole è lo scettro di quarzo vetroso da Koptos, nell'Egitto superiore. I tessuti copti formano una grande ed importante collezione. Un ritratto bronzeo di Commodo raffigurato come Mitra e parte del dittico d'avorio dei Nicomachi e Simmachi, l'altra metà del quale è a Parigi al Museo di Cluny, sono gli altri pezzi notevoli della collezione. Tra i calchi di scultura è una replica completa della Colonna Traiana, divisa in due sezioni.
3. Guildhall Museum. - Fondato nel 1826 per raccogliere le antichità della città di Londra, accanto a vario materiale ceramico, armi, bronzi, contiene le sculture provenienti dal Mitreo.
4. Sir John Soane's Museum. - La casa e la raccolta dell'architetto Sir J. Soane, R. A. (1753-1837) fu riconosciuta come museo con atto del Parlamento e conservata come il Soane la lasciò. Conosciutissima per i suoi dipinti e disegni architettonici, essa contiene una collezione miscellanea di sculture classiche, vasi ed altre antichità ingegnosamente e pittorescamente adattate all'interno della casa. Il sarcofago di calcare egiziano di Sethos I (circa 1300 a. C.) fu trovato dal Belzoni nel 1817 ed acquistato dal Soane. Una figura femminile del fregio del portico N dell'Eretteo è il pezzo classico più importante; notevole una vasta collezione di sculture decorative, frammenti architettonici (fra i quali un capitello dall'interno del Pantheon) e calchi di dettagli architettonici di edifici romani. Esiste un catalogo manoscritto della collezione a cura del dott. C. C. Vermeule.
5. University College. - Contiene una collezione didattica di antichità egiziane presentate da Sir W. M. Flinders Petrie; la collezione comprende gli importanti papiri Kahun del Medio Regno. La Collezione Gayer-Anderson, pure di antichità principalmente dall'Egitto, includente terrecotte e bronzi greco-egiziani, una piccola anfora attica del Pittore di Pan ed un interessante gruppo di rilievi lignei ellenistici provenienti dall'Egitto. Esiste anche una piccola mostra didattica di antichità greche e romane al Department of Archaeology dell'Università.
(D. Strong)