LOMBARDA
. È il nome dato, con quello di Liber Longobardae o Lombardae, a un'anonima raccolta della legislazione longobarda e franca compilata intorno alla fine del sec. XI, nella quale le varie leggi, anziché cronologicamente come nelle collezioni più antiche, sono disposte in ordine sistematico e raggruppate in libri e in titoli preceduti da rubriche a imitazione giustinianea.
Nulla sappiamo dell'autore, che era già sconosciuto a Carlo di Tocco nel sec. XIII; ma non pare ad ogni modo che l'opera possa attribuirsi a una sola persona e tanto meno al monaco cassinese Pietro Diacono, come è stato sostenuto da alcuni (P. Novati), né deve credersi che si tratti di opera ufficiale. La Lombarda invece è frutto probabilmente di una scuola, e certo d'iniziativa privata. Similmente quasi nulla ci è noto sul luogo d'origine della collezione, che i varî autori mettono a Ivrea o Torino (J. Ficker, G. Merkel, F. Bluhme), a Milano (K. Neumeyer), a Ravenna (A. Gaudenzi), a Pavia (A. Solmi), a Mantova o in un territorio vicino al lombardo (E. Besta), a Tortona o Pedona (F. Patetta).
Delle varie relazioni della Lombarda due sono le più importanti: la cassinese, più antica, contenuta in un codice della Badia di Montecassino; e la vulgata. così detta perché è il testo adottato e studiato dalla scuola di Bologna, che è la redazione più nota.
Non mancò intorno alla Lombarda l'attività dei giuristi: così ricordiamo, oltre le glosse conservateci in alcuni codici, i commentarî di Ariprando e di Alberto, gli studî di Vaccella, la Summa legis Langobardorum e, più ampio di tutti, l'apparato di Carlo di Tocco, del sec. XIII, che costituì la glossa ordinaria al testo della Lombarda.
Ediz.: Lione 1512 (Boherius), 1562, 1600; Venezia 1537, 1591, 1621; Francoforte 1613 (Goldast); in genere nelle comuni edizioni del Corpus iuris civilis glossato; nei Mon. Germ. hist. (Leges, IV).
A. Anschütz ha edito i commentarî di Ariprando e di Alberto (Heidelberg 1855) e la Summa (Halle 1870), E. Besta l'opera di Vaccella (in Bibl. iurid. medii aevi, III).
Bibl.: Prefazione di F. Bluhme all'ediz. nei Mon. Germ. hist.; G. Merkel, Die Geschichte des Langobardenrechts, Berlino 1850 e in F. C. Savigny, Storia del diritto romano nel Medioevo (trad. Bollati), III, Torino 1857; Siegel, Die Lombardacommentäre, in Sitzungsberichte der Wiener Akademie, XI (1862); J. Ficker, Forschungen zur Reichs- und Rechtsgeschichte Italiens, III, Innsbruck 1868-74; K. Neumeyer, Notizen zur Literaturgeschichte des Langobardischen Rechts, in Zeit. d. Sav.-Stift. f. Rechtsg. (Germ. Abt.), XX (1899); E. Besta, L'opera di Vaccella e la scuola giuridica mantovana, in Riv. ital. p. le sc. giurid., XXXIV (1902); A. Gaudenzi, Lo svolgimento parallelo del diritto longobardo e del diritto romano a Ravenna, in Mem. dell'Acc. d. sc. di Bologna, sc. mor., I (1908); F. Patetta, Nuove ipotesi sulla patria della così detta Lombarda, in Festschrift H. Brunner, Weimar 1910; P. Novati, Il compilatore della Lombarda e gli influssi monastici sulla letter. giurid. prebolognese, in Rend. d. R. Ist. Lomb. di sc. e lett., XLV (1913); A. Solmi, St. del dir. ital., Milano 1930.