LOGROÑO (A. T., 41-42)
Città della Spagna, capoluogo della provincia omonima, all'estremità nord-orientale della Vecchia Castiglia, fra la meseta vera e propria e l'antico regno di Navarra.
Il centro si distende in una ferace campiña prossima all'Ebro, dove questo riceve l'Iregua, fra alta e bassa Rioja, a 384 m. s. m. Un centro abitato sorse qui fin da epoca preromana, continuando a vivere sotto Arabi e cristiani; tuttavia la città manca di quel carattere monumentale che ancora si conserva nella maggior parte delle vecchie capitali castigliane, perché il suo fiorire fu relativamente tardo. Oggi Logroño è in sostanza un grosso mercato agricolo, che si anima soprattutto del commercio dei vini della Rioja e in parte, e più di recente, per le industrie alimentari (conserve). La popolazione ha segnato negli ultimi anni un certo aumento (da 22 mila abitanti nel 1900 a 35 mila nel 1931).
Il territorio della provincia è costituito da un piano inclinato ab, bastanza mosso che dalle alte sierre degl'Iberici (de Urbión 2238 m Cebollera 2141 m.) scende alla gronda dell'Ebro. Il clima, pur mantenendosi continentale, è assai meno aspro che nella vicina Castiglia, con inverni più miti e piogge più abbondanti. I corsi d'acqua che provengono da SO. e finiscono all'Ebro, convogliando un tributo Copioso e regolare, si prestano all'irrigazione, che consente una notevole varietà di colture, fra le quali predominano il vigneto, i cereali, gli ortaggi e gli alberi da frutta. La provincia di Logroño, (5041 kmq.; 207 mila ab., 41 per kmq.), corrisponde alla regione naturale della Rioja, nome derivato da uno degli affluenti dell'Ebro, una delle più ridenti della Spagna interna. L'aumento della popolazione (175 mila ab. nel 1877; 190 mila nel 1900) è in rapporto con un discreto sviluppo dell'agricoltura (specialmente viticoltura e frutticoltura) e delle industrie alimentari che le sono connesse. I centri principali si sono formati lungo l'Ebro e allo sbocco delle valli laterali che vi affluiscono, mercati agricoli e in pari tempo nodi di strade, o teste di ponte. Dopo il capoluogo, la città più popolosa è Calahorra (11.000 ab.) nella bassa Rioja, l'antica Calagurris Massica degl'Iberi, patria di Quintiliano, e oggi nota per le sue fabbriche di conserve alimentari. Una certa importanza hanno anche Haro (8000 ab.), il principale mercato di vini della regione, alla confluenza dell'Oja (Tirón) nell'Ebro; Nàjera (3000 ab.), antica residenza dei re di Navarra, Alfaro (7000 ab.) e Cervera del Río Alhama (7000 ab.).
I suoi edifici più notevoli sono: la collegiata di S. Maria la Redonda (fine del sec. XV) a tre navate della stessa altezza su pilastri sveltissimi; S. Bartolomeo, con un portale molto ornato, della scuola di Navarra (sec. XIV); S. Maria del Palazzo, edificata nel sec. XII, con stalli intagliati e affreschi del sec. XVIII.
Storia. - Conquistata, nel sec. XII, alternativamente dai re di Castiglia e da quelli di Navarra, fu annessa definitivamente nel 1173 al regno di Castiglia, a cui rimase da allora nonostante i tentativi fatti nei secoli XIV e XV dai re di Navarra per impadronirsene. Logroño merita particolare menzione per le sue franchigie o fueros, a lei concesse alla fine del sec. XI da Alfonso VI di Castiglia, e confermate successivamente da Alfonso VII e da Saverio III; poiché sul loro modello furono compilati i fueros delle altre città vicine.
Bibl.: P. de Madrazo, España; Navarra y Logroño, Barcellona 1886; A. Calzada, Historia de la Arquitectura en España, Barcellona 1928.