LOGISTICA
. È quel ramo dell'arte militare che provvede in guerra a muovere l'esercito, in relazione alle esigenze delle operazioni, e a rifornirlo di quanto gli è necessario per manovrare nel campo strategico e per affrontare i combattimenti nelle migliori condizioni, fisiche e morali. La materia logistica comprende: operazioni logistiche, che sono marce e stazioni (v. alloggiamento); e servizî logistici (v. appresso).
Della logistica presso gli eserciti dei tempi antichi poco o nulla si sa. Gli eserciti medievali spesso, per rifornirsi, depredavano le regioni attraversate. Servizî logistici regolarmente organizzati si hanno all'epoca degli eserciti regi permanenti, specialmente con Carlo VIII (fine del sec. XV), con Maurizio di Nassau e col cardinale Richelieu (sec. XVII), il quale ultimo istituì con gl'intendenti e i commissarî un primo personale amministrativo militare. Nel sec. XVII, Gustavo Adolfo durante le guerre condotte in Germania, e il Louvois in Francia, organizzarono una "base di operazioni", complesso di magazzini dai quali l'esercito attingeva i rifornimenti, che dalla base erano poi avviati all'esercito lungo la "linea di operazioni". Maggiore impulso diede alla logistica nel secolo XVIII Federico II. Napoleone, poi, con l'accoppiare il sistema dei rifornimenti dei magazzini a quello dello sfruttamento delle risorse della regione in cui l'esercito combatteva, portò a grande perfezione la logistica, riuscendo così a condurre guerre vittoriose e rapide anche in lontani paesi. Ai progressi dell'epoca napoleonica seguì un lungo periodo di sosta; ma le grandi vittorie del'66 e del'70-71 dimostrarono come i Tedeschi avessero saputo far tesoro delle tradizioni napoleoniche, sviluppandole e perfezionandole sì che potessero rispondere alle necessità di eserciti che avevano mole ed esigenze notevolmente superiori a quelle degli eserciti dell'epoca di Napoleone. Nel corso della guerra mondiele la funzione logistica assunse importanza a volte addirittura preponderante nella condotta delle operazioni. Le colossali proporzioni raggiunte dagli eserciti belligeranti, le cresciute esigenze di vita delle masse, la lunga durata delle ostilità, lo straordinario consumo di munizioni, di armi, di materiali da equipaggiamento, di mezzi di difesa, non solo richiesero una perfetta organizzazione logistica quale condizione indispensabile del successo, ma talvolta impedirono lo svolgimento delle operazioni o ne arrestarono lo sviluppo per l'insufficienza o per l'esaurimento dei mezzi logistici. A compensare tali difficoltà crebbero e si svilupparono potentemente i mezzi a disposizione della logistica, specialmente quelli dei trasporti a trazione meccanica: ferrovie e automobilismo.
La complessa organizzazione logistica di un esercito comprende: organi direttivi, che presso il Comando supremo dell'esercito o presso i singoli comandi di grandi unità (armate, corpi di armata, divisioni) provvedono a organizzare e dirigere il funzionamento dei servizî logistici assegnati all'esercito; organi esecutivi che, sulla base delle disposizioni impartite dagli organi direttivi, provvedono a fornire alle truppe i mezzi che a esse occorrono per vivere e combattere; stabilimenti, che sono gli enti provvisti di adeguate dotazioni di tali mezzi. Negli organi direttivi bisogna distinguere: quelli che alla dipendenza del Comandante supremo dell'esercito o dei comandanti di grandi unità provvedono a organizzare e dirigere la funzione logistica nel suo complesso, e questi sono ufficiali di Stato Maggiore che costituiscono le intendenze (v. intendenza); quelli invece che alla dipendenza degl'intendenti provvedono ciascuno alla direzione di un particolare servizio e questi sono ufficiali tecnici dei varî servizî: di artiglieria, commissariato, genio civile, genio militare, dei trasporti, veterinarî, dei carabinieri, delle poste, ecc. Gli organi esecutivi sono rappresentati dal personale preposto alla direzione e al comando degli stabilimenti logistici. Questi sono di varie specie e in relazione alla loro dislocazione vengono classificati in: stabilimenti territoriali e stabilimenti di campagna, questi ultimi suddivisi in stabilimenti: di riserva, di 1ª linea, di 2ª linea.
Gli stabilimenti territoriali sono costituiti nell'interno del paese per cura e alla dipendenza delle autorità centrali. Provvedono a produrre o anche solo a raccogliere i mezzi occorrenti all'esercito e, dietro ordine delle autorità centrali, li inviano poi agli stabilimenti di campagna. Ricevono da questi i materiali che sono stati sgombrati dall'esercito, come non più suscettibili di efficace impiego, e provvedono al loro riattamento o alla loro migliore utilizzazione (servizio di ricupero). Data l'ingente e sempre crescente mole degli eserciti, si tende oggi a non più costituire veri e proprî stabilimenti territoriali per raccogliervi i mezzi occorrenti all'esercito in guerra, bensì a considerare stabilimenti territoriali tutti i centri di produzione industriale e agricola esistenti nel paese.
Gli stabilimenti di riserva, altrimenti detti depositi cenrali, ricevono dagli stabilimemi territoriali i rifornimenti necessarî all'esercito e li immagazzinano per inviarli poi al momento opportuno agli stabilimenti di 2ª linea. Nella regolamentazione prebellica era prevista presso ogni armata la costituzione di tanti depositi centrali quanti erano i servizî dell'armata: uno per ciascun servizio e messo alla dipendenza delle rispettive direzioni di artiglieria, del genio, di sanità, di commissariato, ecc. La guerra dimostrò l'eccesso e anche il danno di tale organizzazione, che richiedeva l'occupazione di numerosi locali, dava luogo a complicate operazioni contabili di carico e scarico, immobilizzava forti quantitativi di materiali e di derrate, di cui non sempre si aveva disponibilità in paese. A ciò si aggiunga che nelle guerre avvenire l'arma aerea renderà assai pericoloso l'accumulare in spazî ristretti grandi dotazioni di mezzi, specialmente se trattasi di munizioni, esplosivi, materiali infiammabili. Si è pertanto venuti nella determinazione di rinunziare alla permanente organizzazione dei grandi depositi centrali di armata e di costituirli, soltanto in via temporanea e con limitate dotazioni, per il periodo iniziale della guerra, allorquando le ferrovie dovranno essere lasciate integralmente a disposizione dei trasporti di truppe. Cessati questi, quando il servizio ferroviario potrà garantire la regolarità dei trasporti di materiali dal paese all'esercito, i depositi centrali di armata verranno soppressi e si provvederà a inviare i mezzi direttamente dai centri di produzione, in paese, agli stabilimenti di 2ª linea, presso l'esercito mobilitato, come fu già esperimentato con ottimo risultato nel corso della passata guerra. Però, a titolo di riserva per casi imprevisti o accidentali (interruzioni ferroviarie, momentaneo esaurimento delle risorse in paese), si costituirà per ciascun servizio un solo deposito centrale, con dotazioni ridotte, alla dipendenza del Comando supremo dell'esercito.
Gli stabilimenti di 2ª linea, altiimenti detti magazzini avanzati, sono assegnati alle armate, in ragione di uno per ciascun servizio e alla dipendenza della corrispondente direzione del servizio di armata. Ricevono dai depositi centrali, sino quando esistano, poi direttamente dai centri di produzione in paese, i mezzi logistici (armi, munizioni, derrate, materiali da difesa, da equipaggiamento, sanitarî, ecc.) occorrenti all'esercito. Sono costituiti in vicinanza di una stazione ferroviaria, poiché ricevono i rifornimenti, dai depositi centrali o dal paese, sempre a mezzo di ferrovia. Sono stabilimenti a terra, cioè non mobili, non dotati di mezzi di trasporto. In caso che sia necessario il loro spostamento, vi si provvede per mezzo di ferrovia. Presso di essi la direzione dei trasporti per via ordinaria di ciascuno dei corpi di armata componenti l'armata, preleva, giornalmente o periodicamente o in seguito a richiesta dei comandi di grandi unità, i mezzi occorrenti alle truppe del corpo di armata e li trasporta agli stabilimenti di 1ª linea.
Gli stabilimenti di 1ª linea, sono quelli assegnati ai corpi di armata o alle divisioni, col compito di provvedere a distribuire alle truppe i mezzi che ricevono dai magazzini avanzati. Sono elementi mobili e sono quindi o organicamente dotati di mezzi di trasporto ovvero li ricevono volta a volta dal comando di grande unità dal quale dipendono. Nella regolamentazione prebellica, questi stabilimenti di 1ª linea avevano molto sviluppo e importanza, in quanto che, per la lentezza dei mezzi di trasporto - tutti a trazione animale - e per la lontananza dei magazzini avanzati dalle truppe (in media 40 o 45 km.) risultava indispensabile far seguire ogni grande unità di 1ª linea (corpo di armata o divisione) da una parte dei mezzi più necessarî alle truppe; viveri, munizioni, materiali da difesa, da equipaggiamento, ecc. Vi erano così: una colonna viveri di corpo di armata, un parco di artiglieria di corpo di armata, un parco del genio di corpo di armata, una colonna munizioni divisionale, ecc. Con l'adozione dei mezzi automobilistici, non soltanto si è potuto aumentare la distanza dei magazzini avanzati dalle truppe (km. 75 in media), ma si è ritenuto che le colonne di autocarri, essendo in grado di percorrere 150 km. in poche ore, possono nella giornata caricare presso i magazzini avanzati i rifornimenti occorrenti alle truppe, trasportarli in 1ª linea, ritornare alla sede propria; e perciò si sono soppressi quasi tutti gli stabilimenti di 1ª linea, lasciando solo quelli incaricati della distribuzione dei mezzi ricevuti dai magazzini (sezioni di sussistenza) o quelli incaricati di portare al seguito immediato di ciascuna piccola unità (reggimento di fanteria o cavalleria, gruppo di artiglieria, battaglione del genio) una dotazione di riserva di viveri e di munizioni.
Gli stabilimemi di riserva, quelli di 2ª linea e quelli di 1ª linea sono tutti denominati, come s'è detto, stabilimenti di campagna.
Teoricamente, fino alla guerra mondiale, s' indicavano due sistemi di rifornimento: o mediante invio dal paese (rifornimento da tergo), o mediante requisizioni sul posto (utilizzazione delle risorse locali). I due sistemi potevano anche coesistere e completarsi. Nel corso della guerra, per l'enorme sviluppo raggiunti dagli eserciti, per la stabilità delle operazioni, per le cresciute esigenze di vita delle masse combattenti, si riconobbe il danno di requisizioni eseguite dalle truppe allo scopo di utilizzare le risorse locali, requisizioni che portavano al rapidissimo consumo delle risorse esistenti in zona di guerra con conseguente necessità di provvedere poi anche alle esigenze delle popolazioni. S'impose pertanto il sistema di addivenire, mediante appositi organi, competenti e specializzati, all'ordinata requisizione di tutte le risorse esistenti non solo nella zona di guerra ma in tutto il territorio nazionale, completata - se e in quanto sia possibile - da larghi acquisti sui mercati esteri. I mezzi così incettati venivano poi fatti affluire nei magazzini territoriali esistenti in paese o, per le requisizioni in zona di guerra, direttamente in quelli di campagna al seguito dell'esercito mobilitato. L'esperienza di quattro anni di guerra ha anche insegnato che, per un eventuale futuro conflitto, dovrà essere accuratamente studiata e preordinata la mobilitazione di tutte le attività del paese: agricola, industriale, commerciale, allo scopo di coordinare e intensificare la produzione ai fini delle necessità di guerra. E anche ha insegnato che, nell'incertezza della durata del conflitto, si debba, sin dall'inizio di esso, provvedere a razionare i consumi sia per l'esercito, sia per la nazione intera.
I servizî logistici organizzati presso l'esercito mobilitato sono i seguenti: servizio di artiglieria, servizio del genio militare, servizio di sanità, servizio di commissariato (vettovagliamento, vestiario ed equipaggiamento, cassa), servizio idrico, servizio dei trasporti per via ordinaria, servizio di veterinaria, servizio del genio civile, servizio delle poste, servizio delle retrovie. L'importanza della complessa organizzazione risulta evidente, quando si rifletta che nessuna azione di guerra può avere buon successo, se non si hanno in qualsiasi circostanza a portata dei combattenti i mezzi necessarî per vivere, muoversi e combattere e per assicurare lo sgombero di tutto ciò che diventa inservibile all'esercito e ostacola le operazioni. Una secolare esperienza di guerra ha dimostrato che piani strategici e operazioni tattiche, per quanto sapientemente concepiti ed abilmente attuati, non possono raggiungere risultati adeguati se il funzionamento dei servizî non risponda, per deficienza di mezzi o per difetto di direzione o di esecuzione, alle esigenze dei piani delle operazioni stesse. Nella guerra mondiale, poi cresciuta la mole e con essa le esigenze e la sensibilità delle masse, i servizî dimostrarono la loro grande importanza non solo materiale ma anche morale; provarono cioè che soltanto truppa bene armata, abbondantemente provvista di munizioni, bene nutrita, curata nelle malattie o nelle ferite, protetta dalle intemperie, fornita di mezzi di difesa, è in condizioni di corpo e di spirito che le permettono di affrontare la lotta con probabilità di successo.
Logistica aeronautica.
Per logistica aeronautica s'intende il complesso delle norme e delle organizzazioni che regolano in pace e in guerra i trasporti e i rifornimenti dell'arma aeronautica. L'aeronautica, per i suoi precipui compiti, i quali richiedono immediata azione e prontissimo impiego bellico, deve avere sin dal tempo di pace un'attrezzatura, debitamente inquadrata nel piano organico, tale da consentirle di passare facilmente al piede di guerra all'atto della mobilitazione. Il problema logistico aeronautico non esige il trasporto di considerevoli masse di uomini, ma di molti materiali occorrenti all'esecuzione delle operazioni di guerra, e specialmente di combustibili, di munizioni, di armi, di parti di ricambio per velivoli e per motori, ecc.
L'impiego dei mezzi aerei è vincolato strettamente all'efficienza qualitativa e quantitativa delle basi a terra, ossia degli aeroporti, poiché, mentre il numero delle basi determina minore o maggiore possibilità di manovra alle formazioni offensive (da bombardamento) e difensive (da caccia) che costituiscono le forze agenti dell'armata aerea, la loro attrezzatura (officine, autoparchi, depositi di combustibili, di lubrificanti, di armi, di munizioni, ecc.) determina il grado di utilizzazione che l'alto comando operante può fare delle proprie unità aeree. L'azione dell'arma aerea, che per la sua rapidità è completamente diversa nelle sue esplicazioni da quella delle altre forze armate, è subordinata alle possibilità che gli aeroporti hanno di garantire l'efficienza dei materiali e degli uomini, e che sono in relazione diretta con le organizzazioni logistiche realizzate dal paese.
Base del problema logistico per l'aeronautica è quindi l'organizzazione aeroportuale. L'aeroporto del tipo della guerra mondiale aveva peculiarmente carattere di stabilità, derivata dalla stessa stabilizzazione dei fronti; richiedeva molto tempo per l'allestimento, ma, una volta sistemato, era in grado di poter rendere utili servigi per mesi e mesi e anche per anni. In tali condizioni, dato il non intenso impiego di mezzi aerei e il limitato numero di questi, gli aeroporti erano pochi e potevano essere riforniti senza grandi difficoltà. Per le guerre avvenire, se, come è prevedibile, le operazioni aeree assumeranno importanza rilevante e se le grandi unità aeree verranno largamente impiegate e dovranno potersi rapidamente spostare, frazionare, concentrare su un fronte o su un altro, l'organizzazione aeroportuale assumerà importanza di prim'ordine per queste vere e proprie manovre per linee interne, concentrate nel tempo, come mai furono nelle passate guerre quelle delle altre forze armate. Ciò porterà a dover disporre di aeroporti capaci di ricoverare e rifornire le unità che vi affluiranno con carattere di temporaneità e in numero variabile. L'estrema rapidità con la quale dovranno svolgersi e succedersi le operazioni belliche aeree esigerà inoltre che siano semplificati al massimo i rifornimenti e i trasporti; gli aeroporti dovranno quindi essere da tergo riformti tempestivamente con estrema celerità, per poter essere sempre pronti ad accogliere e appoggiare le formazioni ivi destinate.
Le organizzazioni previste per il funzionamento dei servizî logistici comprendono, di massima: 1. la rete degli aeroporti: a) aeroporti di base, sede dei reparti di pace o di guerra, i quali sono aeroporti armati, dotati cioè di impianti fissi, depositi, officine, ecc.; b) aeroporti avanzati, sede delle unità di guerra, i quali sono aeroporti armati o armabili; c) aeroporti di appoggio, sede temporanea delle unità di guerra, provvisti di depositi di materiale bellico di pronto impiego e di depositi di carburante; gli aeroporti funzionano quindi come magazzini avanzati; 2. la rete dei magazzini di riserva, opportunamente dislocati in modo da poter celermente rifornire i magazzini aeroportuali; essi comprendono i magazzini motori, velivoli, parti di ricambio, combustibili, lubrificanti, materiale d'armamento, di casermaggio, ecc.; 3. la rete dei magazzini centrali, che ricevono dall'industria i materiali aeronautici per il successivo regolare smistamento ai magazzini di riserva; 4. la rete deglí stabilimenti industriali di produzione, per la quale si trovano cenni informativi alle voci relative ai singoli stati.
Logistica navale.
Anche nell'arte della guerra marittima è usata l'espressione "logistica", che ha significato convenzionale e si riferisce alle predisposizioni, ai servizî e alle operazioni occorrenti per alimentare e salvaguardare l'efficienza delle forze navali, e l'esecuzione dei trasporti per mare.
La capacità operativa delle forze navali è subordinata a necessità logistiche: l'attività navale deve infatti alternarsi con permanenze nei porti convenientemente situati e organizzati, affinché le navi possano mantenersi in vigile attesa ed eseguire rifornimenti e riparazioni (basi navali). Rientrano nella logistica le predisposizioni e i servizî per tutelare la sicurezza materiale delle forze navali durante le permanenze nelle basi e le navigazioni. La sicurezza d'azione ha prevalente carattere strategico, ma su essa hanno grande influenza fattori logistici, e particolarmente la trasmissione degli ordini e delle notizie (servizio delle comunicazioni).
Funzioni logistiche di una base navale. - Nel periodo velico le necessità logistiche erano molto limitate, tanto che la capacità operativa delle forze navali era quasi indipendente dalle basi. La successiva evoluzione dei mezzi di guerra marittima ha reso sempre crescente l'importanza delle basi navali; giova riassumere le principali forme delle necessità logistiche a cui le basi devono soddisfare nelle moderne condizioni.
Necessità di riparazioni. - Le navi da guerra sono organismi complessi e delicati, che per essere mantenuti in efficienza hanno frequentemente bisogno d'importanti lavori di entità superiore ai lavori cui provvede il personale di bordo, o a quelli che possono essere compiuti con i mezzi e col personale di navi-officina.
Necessità di rifornimento nelle basi. - Prima dello sviluppo dei mezzi insidiosi, esisteva largamente la possibilità che le navi si svincolassero dalle basi rifornendosi in mare. Una flotta più forte di quella avversaria poteva bloccarla stando in una base eventuale, atta a offrire soltanto un ridosso nautico in vantaggiosa posizione strategica, senza difese locali e senza apprestamenti logistici; oppure, in mancanza di tale ancoraggio, la flotta poteva mantenersi in posizione opportuna, incrociando a velocità ridottissima per consumare la minima quantità di carbone. Il problema del rifornimento poteva, in tal caso essere risolto mediante una catena logistica, cioè con navi rifornitrici che facessero capo, da una parte, a una base logistica, e dall'altra, alla flotta nella sua posizione di permanenza al largo. Ma le condizioni sono ora cambiate: nei mari ristretti l'azione del naviglio sottile, dei sommergibili e degli aerei determina situazioni proibitive per i rifornimenti in alto mare o in rade aperte e indifese; tale sistema di rifornimento, durante la guerra mondiale, poté talvolta essere usato dai sommergibili tedeschi, a cui però erano sufficienti piccole provviste di combustibile. Nei teatri di guerra oceanici, in mancanza di basi, le navi tedesche che facevano la guerra di corsa si rifornivano di carbone da navi catturate e da navi rifornitrici avviate a punti di riunione, mediante le stazioni di tappa organizzate nei porti neutrali. I cacciatorpediniere di scorta ai convogli di truppe americane poterono essere riforniti in mare. Il combustibile liquido ha reso più facili le operazioni di rifornimento; ma, d'altra parte, il iifornimento del combustibile liquido ha più probabilità di essere contrastato, perché le navi costruite per tale trasporto hanno un aspetto caratteristico.
Requisiti delle basi in relazione alla diminuita attività navale. - Nei mari ristretti le possibilità d'azione dei mezzi insidiosi hanno imposto restrizioni all'attività del navigiio di superficie; in conseguenza è aumentata l'importanza delle basi; le difficoltà di scelta delle basi, oltre che per le condizioni di posizione strategica, sono cresciute anche sotto i seguenti aspetti di carattere logistico.
Primo requisito necessario per la sicurezza delle forze navali è quello della ristrettezza dei passi delle basi, in modo da facilitare le sistemazioni difensive contro i sommergibili e il servizio di vigilanza; evidentemente conviene disporre di doppia uscita affinché la libertà d'azione non sia facilmente insidiata. Contro le offese aeree, oltre che con lo sviluppo dei mezzi di difesa attivi e passivi, la forza navale all'ancoraggio deve premunirsi, disponendosi in modo da evitare uno stretto ammassamento. Una larga disponibilità di spazio è altresì necessaria per la rapidità con cui deve potersi svolgere la manovra di partenza di un complesso numeroso di navi da guerra. Da questo consegue che una base navale deve soddisfare a peculiari requisiti di conformazione interna. Un porto commerciale, costruito per le necessità del traffico mercantile, può quindi riuscire inadatto per le necessità della marina da guerra, pur essendo situato in buona posizione strategica, mentre può presentare gravi difficoltà per il passaggio critico dalle condizioni di pace a quelle di guerra.
Categorie di basi navali nei riguardi delle predisposizioni logistiche. - Da quanto precede emerge come i problemi relativi alle predisposizioni nelle basi abbiano carattere essenziale per l'efficienza marittima; si devono però graduare le varie necessità, certando di evitare un troppo gravoso impianto a terra che andrebbe a detrimento della possibilità di sviluppo delle forze navali; esistonti quindi diverse specie di basi.
I centri vitali della marina da guerra sono costituiti dalle principali basi di raddobbo, ossia da quelle che, per l'esistenza di un arsenale, offrono alle navi la possibilità di grandi lavori di riparazioni. Tali basi sono potentemente difese, e perciò in esse si concentrano i grandi depositi di combustibili, munizioni, viveri e materiali di ricambio. Ogni marina cerca di ridurre al minimo indispensabile il numero dei suoi arsenali; così l'Italia ha limitato i suoi arsenali a due (La Spezia e Taranto), sopprimendo quelli di Napoli, di Venezia e di Pola. Per la ristrettezza del numero delle principali basi di raddobbo le necessità operative impongono che le forze navali possano appoggiarsi anche ad altre basi, di carattere permanente o eventuale.
Le "basi permanenti" ossia quelle che hanno difese e apprestamenti logistici fin dal tempo di pace, sono costituite dalle principali basi di raddobbo e da quelle altre basi dove esistono apprestamenti logistici corrispondenti a previsioni sulla dislocazione e sull'impiego delle forze navali; secondo il loro sviluppo, le basi permanenti hanno variabile importanza, dalle basi propriamente dette ai semplici punti d'appoggio. Così, nel Mediterraneo, la marina francese ha Biserta, con grandi apprestamenti logistici, Algeri, Orano, Aiaccio e Sfax. Nelle colonie: Saigon (Indocina), Diego Suarez (Madagascar), Dakar (Africa occidentale), Fort-de-France (Antille). In rapporto alle previsioni sull'utilizzazione di ciascuna base per le necessità operative è opportuno che oltre ai rifornimenti siano approntati i mezzi per qualche sommario lavoro di riparazione; tanto più ciò è necessario se la base è lontana da un arsenale.
Nel corso delle ostilità, se le basi permanenti non rispondono alle esigenze della situazione strategica, sorge la necessità di costituire una "base eventuale"; la scelta di tale base di carattere temporaneo è strettamente subordinata all'andamento delle operazioni; la permanenza di una flotta in una base eventuale implica difficoltà logistiche per la vulnerabilità delle comunicazioni fra la base eventuale e quelle permanenti. In particolar modo, se detta base è molto lontana da un principale centro di raddobbo, possono trovarsi in situazione critica le navi avariate.
Servizi. - Rifornimenti principali. - Già in tempo di pace, oltre al fabbisogno per il servizio corrente, i depositi di combustibili per la marina da guerra devono contenere il quantitativo di riserva, ossia la dotazione-base per fronteggiare i bisogni di guerra. Quando la propulsione delle navi era esclusivamente ottenuta bruciando carbone, le riserve di carbone, oltre che per ragioni economiche, dovevano essere limitate per ragioni tecniche. L'impiego del combustihile liquido ha eliminato tal genere di difficoltà; però i depositi che per esso occorrono sono assai costosi, particolarmente quando sono costruiti in modo da risultare sicuri contro le offese aeree (serbatoi interrati). La predisposizione dei rifornimenti richiede anzitutto di prevedere di che ordine potrà essere l'entità del consumo nel tempo di guerra. In un mare ristretto, le esigenze guerresche richiedono che la nave sia pronta a sviluppare nel minimo tempo la velocità massima. Le operazioni in un mare ristretto impongono quindi un cospicuo consumo di combustibile, poiché tale consumo per ogni tipo di nave aumenta in proporzione del cubo della velocità; e a maggior ragione un grande consumo si verifica nelle operazioni in un vasto scacchiere. Il problema dell'importazione del combustibile per alimentare le riserve della marina da guerra rientra nel quadro generale delle necessità dei rifornimenti del paese; la marina, per assicurare la sua capacità operativa, deve particolarmente provvedersi di riserve adeguate a fronteggiare le difficoltà dei rifornimenti secondo la situazione geografica, la relatività delle forze tra i belligeranti e il presumibile carattere delle operazioni navali. Stabilita l'entità complessiva dei depositi di combustibili per la marina da guerra, il successivo aspetto del problema consiste nella ripartizione del fabbisogno, cioè nel valutare, per ciascuna base:1. la capacità necessaria per i suoi depositi; 2. per quali categorie di unità navali e per quante uniti la base dev'essere in grado di consentire la simultaneità del rifornimento.
Dopo il rifornimento di combustibile, il più importante servizio di rifornimento navale è quello del munizionamento. Col progredire delle artiglierie è cresciuta la rapidità di tiro e quindi il consumo di munizioni, ma non è del pari cresciuta l'autonomia del fuoco delle navi, e quindi si è accentuata la necessità delle riserve di munizioni nei depositi a terra. A tale riguardo, lo statuto navale della marina francese prescrive: "I depositi a terra di munizioni di guerra per le artiglierie navali devono comprendere almeno una volta e mezzo il totale delle dotazioni imbarcate per il tiro navale e il triplo delle dotazioni di bordo per il tiro antiaereo". Per i siluri lo stesso statuto dispone che, oltre alla dotazione spettante a ogni unità navale, sia costituito un deposito di siluri comprendenti 2/3 di dotazione per ogni corazzata e incrociatore; una dotazione completa per gli esploratori, i cacciatorpediniere e i sommergibili. In aggiunta, per far fronte alle perdite, le disposizioni regolamentari nella marina francese stabiliscono una riserva di siluri uguale al 10% del numero totale di siluri occorrenti per formare le dotazioni anzidette.
Treno navale. - La marina da guerra dev'essere coadiuvata da naviglio sussidiario (composto di una minoranza di navi militari costruite per speciali compiti logistici e di una grande maggioranza di naviglio mercantile requisito). Gli scopi del naviglio sussidiaiio si possono così raggruppare: 1. servire nelle basi; 2. eseguire il traffico per alimentare le dotazioni delle basi, 3. costituire una disponibilità mobile di risorse logistiche. Esiste quindi una grande varietà di navì sussidiarie: navi di uso locale (galleggianti per carico e scarico; rimorchiatori, dragamine per rastrellare le mine affondate dal nemico); navi per trasporto di combustibili liquidi, carbone, munizioni, acqua. viveri; posamine; navi per trasporti di ostruzioni retali e del parco per la sistemazione difensiva di basi eventuali; navi-officina; navi per salvataggi; rimorchiatoli d'alto mare; navi-appoggio di sommergibili; navi-appoggio di aerei.
Il naviglio sussidiario occorrente agli scopi menzionati ha funzioni distinte da quello che va sotto la denominazione di naviglio ausiliario, costituito da naviglio mercantile requisito per cooperare con la marina da guerra in servizî di crociera e di scorta a convogli. Al complesso del naviglio sussidiario assegnato a una flotta si dà il nome di treno navale. Esso dev'essere predisposto in modo da risultare prontamente disponibile, con larghezza tale da soddisfare alle più difficili contingenze.
Sicurezza nelle proprie acque. - Affinché le foize navali siano sicuie nelle basi e quando devono uscire o rientrarvi, occorrono complessi servizî oltre all'organizzazione costiera. Ai passi d'entrata dei porti, le ostruzioni munite di reti impediscono ai mezzi insidiosi di penetrare neil'ancoraggio; esternamente, per mezzo di sbarramenti di mine, viene creata una zona interdetta, lasciando libere le vie necessarie per il transito delle navi amiche (rotte di sTcurezza); su tali rotte si esercita la vigilanza mediante unità navali e mezzi aerei per impedire, scoprire ed eliminare le insidie avversarie, riconoscere le unità avvistate (servizio di riconoscimento), pilotare le navi amiche fra gli sbarramenti. Per sventare l'azione dei posamine avversarî, necessita un intenso servizio di dragaggio sotto la protezione delle unità navali di vigilanza.
Condotta della navigazione. Servizî di scorta. - Sulle forze navali in navigazione grava in modo continuo la minaccia del sommergibile durante il giorno e quella dell'attacco di siluranti di superficie durante la notte. A causa di questa continuità, le disposizioni contro il nemico invisibile fanno parte della logistica, pur dovendosi tenere il debito conto delle possibilità tattiche dei mezzi di attacco e di difesa, aerei e navali.
Il sommergibiie, che ha piccola velocità in immersione, per avere possibilità di successo, deve trovarsi nei settori prodieri della nave fin da quando l'avvista. La velocità della nave è dunque un mezzo di difesa importante contro il sommergibile; infatti col crescere della velocità si restringe il settore (zona pericolosa) in cui un sommergibile può attaccare. Per obbligare il sommergibile a lanciare il siluro da lontano (ossia con poca probabilità di colpire), è essenziale che la nave sia accompagnata da unità sottili in servizio di scorta ravvicinata, cioè opportunamente disposte rispetto alla nave, in modo da occupare la zona pericolosa e far gravare sul sommergibile la minaccia del contrattacco; a tale servizio può assai efficacemente contribuire la scorta aerea per la facilità con cui dall'alto può essere visto il sommergibile in immersione a profondità non superiore ai 20 metri.
Per ridurre le probabilità di successo dell'attacco del sommergibile, la formazione di marcia diurna di un complesso di navi deve soddisfare alle condizioni seguenti: 1. rendere difficile al sommergibile l'apprezzamento della rotta della forza navale; 2. obbligare il sommergibile a incontrare le massime difficoltà per arrivare in posizione per il lancio di siluro. Conviene perciò adottare una formazione composta di linee di fila affiancate, ossia una formazione ammassata, la quale risponde bene alla seconda condizione, perché le zone pericolose delle varie navi vengono a compenetrarsi, e quindi risulta massimo il rendimento delle unità navali di scorta, ossia un ristretto numero di unità può assicurare protezione efficace. A ciò si deve aggiungere che un sommergibile, cercando di penetrare internamente alla formazione di un complesso di navi, si espone a essere urtato; per non correre tale rischio esso è obbligato a lanciare da lontano. Queste ragioni consigliarono il ritorno al sistema dei convogli per il naviglio mercantile, con formazione del tipo di quella indicata quella figura, cioè: fronte ampia, coda ristretta e poca profondità. Oltre ai cacciatorpediniere in servizio di scorta ravvicinata, altri furono messi molto più di prora al convoglio, ossia in sevizio di scorta avanzata, disponendo fra essi e il convoglio un'unità intermedia, su cui era generalmente imbarcato il capo del convoglio, che ordinava per segnali le deviazioni di rotta, secondo gli avvistamenti fatti dalla scorta avanzata e le notizie ricevute per radiotelegrafia. I cacciatorpediniere, avendo velocità superiore al convoglio, navigavano ad alta velocità con rotte a zig-zag. Per aumentare l'incertezza del sommergibile circa la manovra di avvicinamento e di attacco, fu adottato il sistema di far navigare a zig-zag tutta la forza navale, con rotta frequentemente variabile.
Il problema delle formazioni di marcia viene a complicarsi quando si aggiunga la possibilità di attacchi aerei, tanto più nel caso di un complesso di navi da guerra che debba tenersi pronto ad affrontare una forza navale avversaria; in tal caso occorre una formazione non troppo ammassata, in modo che l'intervallo fra le colonne consenta la necessaria iibertà di manovra e la possibilità di rapido spiegamento per l'azione tattica.
Servizio delle comunicazioni. - Nelle moderne condizioni della guerra marittima le situazioni sono rapidamente mutevoli; l'impiego delle forze navali dev'essere prontamente coordinato a seconda delle contingenze; la rapidità di trasmissione delle notizie e degli ordini è divenuta necessaria nel campo strategico come nel campo tattico. Il perfetto funzionamento del servizio delle comunicazioni, e principalmente di quello radiotelegrafico, costituisce quindi un fattore essenziale di successo; la condotta della guerra marittima richiede una rete di stazioni radiotelegrafiche terrestri con funzioni diverse, per assicurare in qualunque scacchiere il collegamento con le unità navali operanti. Oltre che per le proprie stazioni, ogni belligerante, da terra e da bordo, è in continuo ascolto per le radiotrasmissioni del nemico.
L'organizzazione del servizio delle comunicazioni richiede che siano oggetto di continuo studio e di frequenti esperienze: a) i codici di segnalazione appropriati alle necessità guerresche; i sistemi di cifratura, il loro rinnovamento (in modo da assicurare con continuità la segretezza); b) l'assegnazione delle onde di radiotrasmissione; le norme per il cambiamento di onda durante una stessa trasmissione (cosicché soltanto una parte possa essere intercettata o disturbata); c) le norme per conseguire brevità e chiarezza dei telegrammi, prontezza di trasmissione e sicurezza d'interpretazione.
Operazioni logistiche. - Impianto di una base eventuale. - Il caso più semplice è quello in cui l'impianto di una base eventuale possa limitarsi a improvvisare la difesa di un ancoraggio contro gli attacchi da mare, cioè una base in territorio amico, dove non occorre sbarcare truppe. Tale operazione progressivamente richiede: 1. affondamento di campi minati; 2. difesa mobile e vigilanza a mezzo di aerei e di unità navali (occorre perciò una nave appoggio-aerei, sommergibili, naviglio sottile e dragamine); 3. sistemazione di difese fisse (ostruzioni retali, artiglierie leggiere, stazioni di vedetta, fotoelettriche; occorrono perciò navi sussidiarie portanti le ostruzioni e il parco-base); 4. arrivo del treno navale; 5. sistemazione di servizî a terra. Poiché l'avversario può esercitare un forte contrasto durante la fase di assestamento della base, conviene che, oltre alle basi permanenti, i proprî ancoraggi, su cui una flotta fa assegnamento come punto di appoggio nel tempo di guerra, siano già parzialmente preparati dal tempo di pace.
Trasporti marittimi. - La preparazione dei trasporti militari richiede: 1. la requisizione delle navi che devono effettuare il trasporto; 2. l'esecuzione dei lavori necessarî per adattare tali navi al loro speciale compito; 3. la dislocazione delle navi nei porti prescelti per l'imbarco.
Tutti i piroscafi della marina mercantile fin dal tempo di pace sono sottoposti a visite periodiche, allo scopo di raccogliere gli elementi per la loro utilizzazione a servizî di guerra e per accertarne la capacità logistica.
La ripartizione del naviglio rispetto alla specie del carico può essere fatta con i seguenti criterî di massima: 1. i piroscafi da passeggeri si prestano a essere adibiti al trasporto di grandi comandi e di truppe a piedi (generalmente possono essere utilizzati senza richiedere lavori di grande importanza); 2. i piroscafi misti, atti cioè al trasporto di passeggeri e di merci, si prestano al trasporto di armi a cavallo, di reparti delle diverse specialità di artiglieria, di servizî e materiali; tali navi hanno bisogno di adattamenti; 3. i piroscafi da carico si prestano bene al trasporto di materiali e anche di quadrupedi, però in essi bisogna provvedere alla costruzione delle sistemazioni per i quadrupedi e per il personale di accompagnamento.
La scelta dei porti di partenza della spedizione deve conciliare molteplici esigenze: a) facilità d'imbarco (condizioni logistiche propizie per l'afflusso delle truppe e dei materiali; attrezzatura portuale atta a garantire la celerità delle operazioni d'imbarco); b) sicurezza (nei riguardi della possibilità di azione del nemico per contrastare l'imbarco e la partenza della spedizione con offese aeree o navali); c) posizione vantaggiosa per la traversata.
Le disposizioni per proteggere la spedizione durante la traversata devono essere determinate in base alla probabilità che il nemico, data l'importanza dell'obiettivo, cerchi di sviluppare l'azione di contrasto con la massima intensità.
Da questi cenni emerge come una grande spedizione marittima implichi problemi assai complessi, anche se l'obiettivo è limitato al trasporto di truppe in porti amici; la complessità e le difficoltà aumentano molto se la spedizione ha per obiettivo lo sbarco in territorio nemico.
Le navi che ancorino per eseguire uno sbarco su spiaggia aperta corrono gravissimi pericoli; particolarmente questa gravità esiste qualora la profondità delle acque consenta ai sommergibili di arrivare in immersione a distanza per il lancio di siluro. È quindi necessario che l'esecuzione dello sbarco, oltre a richiedere circostanze propizie di tempo e di luogo, s'inspiri ai seguenti criterî:1. realizzare al massimo grado la sorpresa e la rapidità per la formazione della testa di sbarco. A questo scopo può riuscire sommamente vantaggioso di mettere a terra le prime truppe mediante mezzi nautici speciali, di poca pescagíone, a fondo piatto, che non abbiano da temere insidie subacquee e che siano opportunamente costruiti per le particolari condizioni in cui lo sbarco deve effettuarsi (con possibilità d'incagliare sulla spiaggia, affinche le truppe possano sbarcare senza trasbordo); 2. impossessarsi rapidamente di porti o di rade facilmente difendibili contro le offese dal mare per potere sbarcare il grosso della spedizione, imbarcato sui piroscafi. I suaccennati mezzi nautici speciali hanno necessariamente poca navigabilità e poca velocità; per questo, e perché risulti possibile realizzare la sorpresa, tali mezzi devono muovere da un territorio molto ravvicinato alla zona di sbarco. Se dunque l'invasore non dispone di un punto di appoggio suffieientemente avanzato, deve procurarselo, considerando come obiettivo preliminare il possesso di un'isola o di una località isolata, dove esistano insenature in cui il convoglio destinato la formare la testa di sbarco possa tenersi concentrato in condizioni di sicurezza.
Per il grosso della spedizione le modalità del transito sono subordinate al piano di sbarco; la spedizione dev'essere opportunamente frazionata in scaglioni, in rapporto al presumibile andamento dello sbarco, affinché le navi da trasporto arrivino all'obiettivo evitando ritardi, ma senza produrre congestioni pericolose nella zona di sbarco.