DOGLIANI, Lodovico Solaro marchese di
Figlio secondogenito di Francesco, dei signori di Moretta, e di Lucrezia di Bongiovanni Costa conte di Polonghera, fu il primo marchese di Dogliani. Non ne sono noti luogo e data di nascita; quest'ultima appare tuttavia collocabile tra il 1560 ed il 1570.
Membro di un'antica e cospicua famiglia dell'aristocrazia piemontese, fu avviato alla carriera militare ed ebbe pure funzioni nell'ambito della corte sabauda, indubbiamente in ciò favorito dal prestigio godutovi dallo zio materno, Carlo Costa di Polonghera, e dal fratello maggiore, Carlo conte di Moretta, ambasciatore presso la corte di Francia e quindi gran scudiero del principe Maurizio di Savoia. Paggio del duca Carlo Emanuele I negli anni giovanili, ne divenne in seguito (1597) scudiero e gentiluomo di camera.
Tra il giugno 1590 ed il marzo 1592 partecipò alla spedizione sabauda in Provenza. Con il grado di cornetta generale della cavalleria, fece parte del contingente inviato in appoggio all'attacco contro Ginevra nel dicembre 1602. Nel 1603 fu nominato capitano degli archibugieri.
Con istruzione 9 giugno 1606 fu incaricato dal duca Carlo Emanuele I di recarsi a Madrid presso Filippo III di Spagna al fine di predisporre il rientro in Piemonte dei principi Vittorio Amedeo ed Emanuele Filiberto, la cui permanenza presso la corte spagnola, dopo la nascita di un erede diretto, aveva perduto rilevanza in rapporto alle mire sabaude di successione a quel trono. Tale incarico diplomatico, pur prestigioso, costituisce tuttavia un episodio sporadico nella carriera del D., prevalentemente caratterizzata dall'esercizio di cariche e funzioni di natura militare.
Nel 1614, nella fase più acuta di scontro con la Spagna conseguente alla spedizione sabauda nel Monferrato dell'aprile 1613, il D. fu designato quale comandante generale delle truppe "di là dal Po, nelle terre del Piemonte, Asteggiana e Marchesato di Ceva". Dopo aver contribuito al fallimento dell'assalto portato contro Asti dal governatore spagnolo di Milano, marchese de la Hinojosa, partecipò, tra il 17 ed il 22 nov. 1614, alla difesa di Oneglia e, dopo strenua resistenza, fu costretto a consegnare la piazzaforte agli Spagnoli. Passato quindi a Nizza, centro di rilevanza strategica essenziale per il ducato sabaudo, ne riorganizzò la difesa ed il 25 ott. 1615 assunse ufficialmente la carica di governatore militare della città, carica che mantenne poi per circa un decennio, sino alla morte.
Nel 1592 era stato creato conte di Macello e Torre San Giorgio. Tali feudi, detenuti dai Solaro fin dal 1418, vennero infatti eretti in contea per il D. e i suoi successori con patenti ducali 18 ag. 1592. Insignito nel 1606 del titolo di cavaliere di gran croce dell'Ordine dei Ss. Maurizio e Lazzaro, fu in quello stesso anno chiamato a ricoprire la carica di gran ciambellano dell'Ordine. Il 20 maggio 1613, a seguito della devoluzione al Fisco ducale del feudo di Dogliani per la morte senza eredi di Marco Claudio di Rié, conte di Rossillon e barone di Dessey, ne ottenne da Carlo Emanuele I l'investitura, con il titolo marchionale. Tale infeudazione era stata acquistata dal D. tramite l'esborso della somma di 9.000 ducatoni e la cessione al duca di Savoia dei diritti relativi al feudo valdostano di Saint-Vincent, portato in dote a Ludovico dalla consorte Paola, figlia di Claudio di Challant signore di Villarselle, Saint-Vincent e della Rivière de Montjouet. Il feudo di Saint-Vincent fu successivamente concesso, con patenti ducali 3 ag. 1613, a Carlo Perrone di San Martino, barone di Quart. Il 22 marzo 1621 il D. ricevette infine l'investitura ducale per il feudo di Villar del Varo, nella contea di Boglio, confiscata ad Annibale Grimaldi, strangolato per fellonia il 9 genn. 1621.
Morì a Nizza tra il maggio e l'agosto del 1625.
Contrariamente a quanto affermato dal Valori che ne fissa la data di morte al 1621, egli è ancora indicato come vivente nell'istruzione indirizzata l'8 maggio 1625 dal duca Carlo Emanuele I al priore di Giletta. Tuttavia già il 29 agosto dello stesso anno il principe di Piemonte, Vittorio Amedeo, disponeva, con lettere patenti dirette al "tesoriere generale nella città e contado di Nizza messer Honorato Lubones", il rimborso a favore dei figli ed eredi del D. della somma di 1.110 doppie di Spagna anticipate dal defunto per l'esecuzione di incarichi pertinenti al servizio ducale.
Dal matrimonio con Paola di Challant (6 maggio 1598) ebbe sette figli: Giovanni Francesco Emanuele fu marchese di Dogliani, consignore di Moretta, Macello e Torre San Giorgio e conte di Cavaglià (titolo quest'ultimo ereditato dallo zio paterno); Carlo, morto senza prole; Maurizio, destinato alla carriera ecclesiastica, divenne vescovo di Mondovì dal 1642; Carlo Gerolamo, primo marchese di Borgo San Dalmazzo, diede inizio alla linea dei Solaro del Borgo; Bona Lucrezia divenne consorte di Carlo Provana, conte di Collegno; Vittoria Margherita sposò Emanuele Solaro conte della Chiusa; Francesca fu data in moglie al conte Carlo Emanuele Scaglia di Verrua.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Torino, Arch. di Corte, Lettere di particolari, S m. 69; S m. 82; Materie politiche, Negoziazioni con la Spagna, m. 2, n. 17; Materie militari, Imprese, m. 1, nn. 16, 19; Regi Archivi, cat. 2, m. 3bis, n. 1; Arch. camerale, Patenti controllo Finanze, reg. 1594 in 1595, ff. 84, 218; 1612 in 1613, f. 230; 1614 in 1615, n. 2, f. 282; 1621, n. 1, f. 145; 1625, n. 3, f. 98; [V. Angius], Sulle famiglie nobili della monarchia di Savoia, I, 2, Torino 1841, pp. 947-949; E. Ricotti, Storia della monarchia piemontese, IV, Firenze 1865, p. 63; F. Guasco, Dizionario feudale degli antichi Stati sardi e della Lombardia, Pinerolo 1911, II, pp. 699, 939; III, p. 1428; IV, p. 1802; V. Spreti, Enc. storico nobiliare ital., IV, pp. 348 s.; A. Valori, Condottieri e generali del Seicento, Roma 1946, p. 379; V. Prunas Tola, L'Ordine dei Ss. Maurizio e Lazzaro, Milano 1966, p. 53.