BEGARELLI, Lodovico
Nacque a Modena tra il 1515 e il 1524 da Giacomo Alberto, fratello di Antonio Begarelli. La data approssimativa della nascita si ricava da un rogito del 15 ott. 1539 riguardante la suddivisione della proprietà di una casa attigua al monastero benedettino di Modena tra Antonio Begarelli, il fratello Francesco e i nipoti Geminiano e Lodovico: quest'ultimo risulta di età, inferiore di anni 25 e maggiore di anni 14. Certamente il B. fu iniziato ben presto alla scultura dallo zio Antonio che poté trovare in lui un solerte collaboratore; nel 1548 egli - è ricordato, con Antonio in un documento relativo alla costituzione della, dote della sorella Giovanna -, come assente da Modena: la notizia permette di sapere con certezza che a quella data il giovane artista collaborava già con lo zio, mentre fornisce un indizio per una possibile datazione del viaggio ad Aversa, che il Vedriani dice compiuto, senza indicarne l'epoca, da Antonio e Lodovico, su invito dell'abate Alfonso da Napoli, priore del convento di S. Lorenzo, per eseguire un gruppo di tredici statue. Bisogna ammettere che i documenti non permettono di stabilire in che misura debba essere intesa la collaborazione prestata dal B. all'attività dello zio. Sembra tuttavia significativo che le testimonianze che riguardano il solo B. si riferiscano ad incarichi modesti e appaiano smentire le asserzioni delle fonti che ci propongono l'immagine di un 'artista di qualità non inferiore a quella di Antonio ("... anch'esso eccellente in quest'arte... haverebbe superato il zio se fosse vissuto molto..."; cfr. Vedriani). Nel 1550 il B. è incaricato di adornare un tabernacolo per la processione della festa di S. Giovanni; nel 1555, insieme con Tommaso Sudenti, lavora attomo a un carro trionfale allestito in occasione della festa del Corpus Domini. Nel 1553 è associato allo zio nel contratto di allogazione dell'"altare delle statue" in S. Pietro a Modena del documento - già smarrito al tempo del Tiraboschi - il Vedriani riporta il contenuto, riferendo che l'accordo tra il convento e "i nostri scultori" prevedeva che l'opera fosse compiuta entro due anni, per un compenso, di 640 lire. oltre alle spese per il materiale. L'altare - tuttora visibile nel transetto della chiesa - fu compiuto invece molto tardi e quando nel 1565 Antonio morì, il B. continuò i lavori da solo: non è chiaro però in quali parti debba essere identificato il suo intervento che potrebbe riguardarei-prevalentemente la ricca decorazione della struttura architettonica. Nel 1555 risulta che l'artista comperò una casa, valendosi della dote della moglie Ginevra, figlia del pittore di prospettive Girolamo Comi. A partire dal 1560 numerose testimonianze documentano i rapporti tra il B. e la confraternita di S. Giovanni Battista, detta della Morte: dapprima l'artista è ricordato come "ordinario" della compagnia; in seguito, in più occasioni - nel 1562, '63, '65 e '66 - come "massaro", ovvero amministratore. Il 3 nov. 1563 "m.° Lodovicho Begarelo" riceve lire due per un modello di candeliere in terracotta che doveva essere spedito a Ferrara per trame sei candelieri d'argento. Le ultime testimonianze che riguardano il B. si riferiscono ancora ad incarichi affidatigli dalla compagnia di S. Giovanni: al principio del 1574 egli deve sorvegliare i lavori del nuovo oratorio e si impegna ad elargire uno scudo d'oro per concorrere al pagamento dei dipinti di Domenico Carnevale che dovevano ornarlo; il 19 maggio 1576 riceve 10 lire "per festoni da far relevi". Nel luglio 1577 il B. è già morto: la figlia Laura, mancata in questa data a soli 5 anni, è detta "figlia del già Lodovico Begarello". Questo il modesto quadro della vita dell'artista che si ricava dalle notizie sicure.
È necessario accennare alle due diverse soluzioni critiche che si è cercato di dare al problema dell'attività del B.: la priina, rifacendosi allo spirito delle testimonianze più tarde, tende ad enucleare nel corpus begarelliano una serie di opere in cui sembra affiorare una robusta personalità, diversamente orientata rispetto à quella di Antonio: per esempio i quattro Santi dell'altare di S. Pietro, il gruppo del Cristo in casa di Marta e Maria (Modena, S. Domenico), cose caratterizzate da una fattura impetuosa e da una inconsueta larghezza di masse (Bariola, in Thieme-Becker); la seconda, sulla traccia della lezione che si ricava dai documenti, è invece incline a riconoscere la presenza del B. nelle opere o nei brani begarelliani in cui si avverte un deciso scadere deRa qualità: per es. nelle statue della chiesa abbaziale di, San BeInedetto di Polirone (od. San Benedetto Po, Mantova), nella Vergine in gloria dell'altare di S. Pietro (Magnani, Venturi). Nell'ambito della seconda ipotesi possono essere riferite al B. anche una Madonna nella coll. Barsanti (Roma) e un busto di Giovanni di Castelvetro nella coll. Lazzaroni (Roma). L'intervento critico più recente sul problema della collaborazione Antonio-Lodovico Begarelli è quello di U. Schlegel (1961)che, oltre a pubblicare un Busto di Cristo dei Musei di Berlino-Dahlem, riferibile a Lodovico e accostabile ad altri due Busti di Cristo della Galleria Estense di Modena e di proprietà Kann (Parigi), propone una distinzione delle mani nel complesso di San Benedetto Po e nell'altare di S. Pietro.
Fonti e Bibl.: L. Vedriani, Raccata de' pittori scultori... modonesi, Modena 1662, pp. 51, 52, 53; P. A. Orlandi, Abcedario pittorico, Bologna 1704, p. 258; G. F. Pagani, Le pitture e sculture di Modena, Modena 1770, pp. 56 s.; G. Tiraboschi, Notizie de' pittori, scultori... di Modena, Modena 17861 pp. 111, 1-12, 113; M. Vadrighi, Della vita e delle opere di Antonio Begarelli, Modena 1824, pp. 3, 21, 22, 23, 24, 27, 43-48; C. Malmusi, Notizie storicheed artistiche di S. Pietro in Modena, Modena 1859, pp. 10-23; A. Venturi, L'Oratorio dell'Ospedale della Morte, in Atti e Mem. d. R. Deputaz. di storia patria per le prov. modenesi e parmensi, s. 3, III (1885), pp. 245-76; L. Magnani, Antonio Begarelli, Roma 1930, pp. 13, 14, 15 s., 18, 37 s., 41 s., 53, 56, 57; A. Venturi, Storia dell'arte italiana, X, I, Milano 1935, pp. 612, 640; U. Schlegel, Eine neuerworbene Christusbüste des L. B., in Berliner Museum, XI(1961), pp. 44-51; U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon, III, pp. 179 s.; Encicl. Ital., VI, p. 485.