LODIVECCHIO
Centro a 11 km ad E di Lodi corrisponde a Laus Pompeia, città della XI Regione augustea (Transpadana), posta fra Lambro e Adda, al punto di incontro delle due vie romane per Mediolanum, da Cremona e da Placentia (documentate da tre miliarî nella zona). Nulla si sa del precedente oppidum gallico (dei Galli Boi, secondo Plinio, Nat. hist., iii, 124); il suo nome è legato a Cn. Pompeo Strabone estensore, nell'89 a. C., del diritto latino alla Transpadana; fu municipio retto da quattuorviri, iscritto alla tribù Pupinia. Sede di vescovado nel IV sec. per iniziativa di S. Ambrogio che vi elesse il primo vescovo, S. Bassiano (cui è dedicata la bella chiesa romanica), fu prospero centro in età comunale in lotta - con i Milanesi, che lo distrussero nel 1110; nel 1158, ad opera del Barbarossa, sorgeva quindi la nuova Lodi nella posizione attuale.
Benché nessun rudere emerga fuori terra, il piano dell'antica città è riconoscibile in quanto L., con le sue case disposte lungo le due strade incrociantisi (cardo e decumanus), ricalca sostanzialmente la disposizione dell'antica Laus attraversata dalla "via romana". Dopo saltuarî scavi ottocenteschi a scopo di bottino, scavi della Soprintendenza alle Antichità della Lombardia nel 1955 e 1957 hanno constatato l'estrema distruzione della città; solo nella zona N-E sono stati trovati resti della cinta e fondazioni di una torre quadrata in conglomerato e laterizio, mentre scavi nell'area del supposto Foro in piazza S. Maria e in altri punti non hanno dato risultati topografici apprezzabili, ma reperti ceramici, campani e romani, bolli laterizi e monete. Una epigrafe menziona una porta monumentale eretta da Tiberio e Druso; le iscrizioni forniscono dati sulla costituzione della città e sui culti (Mercurio, Maia, Ercole, Mefite e Mitra); a poche miglia discosto, sull'Adda, numerose are testimoniano la presenza di un tempio di Ercole. L'arte romana è rappresentata da stele funerarie con busti-ritratto, da un cippo (che fa supporre l'esistenza di un teatro) del pantomimo Theocritus Pylades, specializzato nella recitazione di due mimi, lo Ione e le Troiane ricavati dalle omonime tragedie di Euripide, di cui sono raffigurati due personaggi, e soprattutto da un bel ritratto virile bronzeo (270-300 d. C.), ora al museo di Milano, oltre che da bronzetti e cose minori. A parte i reperti gallici nella zona, incerte sono le notizie su trovamenti archeologici locali più antichi, fra i quali stàmnoi bronzei del VI sec. a. C.
Bibl.: A. Caretta, Laus Pompeia, Milano 1954; A. Frova, Rapporto preliminare sui saggi di scavo a Lodivecchio, in Arch. Stor. Lod., 1955, p. i; 1958, p. i. Per il ritratto bronzeo: C. Albizzati, in Rassegna d'Arte, 1918, p. 58; id., in Historia, 1931, p. 27.