LOANO (A. T., 24-25-26)
Paese della Liguria, nella provincia di Savona. È posto presso il mare alla foce del torrente Nimbalto, nel fertile piano omonimo, nel quale si coltivano ortaggi, fiori, alberi da frutta, ulivi e viti. È stazione balneare e climatica, con molti alberghi e pensioni. Il comune (16,58 kmq.) contava 4250 ab. nel 1921 (3228 nel capoluogo), 5134 nel 1931.
Monumenti. - Sotto i Doria, nella seconda metà del Cinquecento, nel fiorire dell'architettura alessiana, Loano ebbe il suo sviluppo. Il castello, il loro palazzo (ora municipio) con la torre pentagona, il convento degli agostiniani (1598) e quello dei carmelitani scalzi (1612), ove i Doria vollero anche il sepolcro, sono i monumenti della grande casata. In quelle chiese, e nella parrocchiale di S. Giovanni Battista (1589), sono notevoli pitture di artisti genovesi (G.B. Paggi, D. Fiasella, G.B. Gaulli, ecc.).
Storia. - Le più antiche notizie non risalgono oltre il sec. XI. Piccolo borgo elevato, distante 1 km. dal mare, apparteneva al vescovo di Albenga, dal quale Oberto Doria lo acquistò in feudo nel 1255. Suo figlio Raffo nel 1309 indusse gli abitanti a scendere sulla riva del mare, là dove ora sorge la città. Tolto un breve periodo del sec. XIV, Loano appartenne ai Doria sino al 1505, quando Corrado III la vendette a Gian Luigi Fieschi il vecchio, che ne ottenne conferma imperiale nel 1514. Ma per la congiura del nipote passò all'imperatore e da lui poi a Gian Andrea Doria che restaurò il castello e costruì le mura. Ai Doria rimase anche quando, nel 1736, Carlo VI in forza dei preliminari di pace col re di Francia l'assegnò al re di Sardegna; ma la signoria feudale cessò affatto nel 1770 allorché la città venne assoggettata interamente alla legge piemontese. Loano, ove si combatté il 24 novembre 1795 un'aspra battaglia tra Francesi e Austro-Sardi vinta per opera del Masséna, fu il punto più avanzato della conquista francese prima della campagna napoleonica. Appartenne poi alla repubblica ligure democratica e ne seguì le vicende dell'annessione all'impero francese nel 1806 e al Piemonte nel 1814.
Bibl.: A. Issel, Caverne ossifere del Loanese, in Boll. di paleont. ital., 1885; G. A. Silla, Importanti scoperte archeol. a Loano, in Il ligustico, 1912; G. Vignola, Loano e dintorni, Sampierdarena 1919; P. Enrico del SS. Sacramento, Cenni storici e memorie della città di Loano, Genova 1879; C. M. Brunetti, Castelli liguri, Genova 1932. V. pure albenga.
Battaglia di Loano. - (23-24 novembre 1795). - Fra le truppe della repubblica francese e gli eserciti austro-sardi la lotta nella regione alpina durava con vicende alterne dal 1792, quando i rinforzi venuti dai Pirenei consentirono ai Francesi (ridottisi negli ultimi tempi alla difensiva) un'azione più vigorosa, che il Direttorio commetteva a un nuovo generale in capo: J. Schérer. Consigliato dal Masséna, il nuovo capo decise di attaccare le posizioni nemiche, che si estendevano dalla regione di Finalmarina (Austriaci) alla piana di Cuneo (Piemontesi, agli ordini del generale M. Colli). Il disegno dell'attacco consisteva in azioni dimostrative contro i Piemontesi, affidate alla divisione Sérurier, e in azioni risolutive contro gli Austriaci, da svolgere dalle due divisioni Augereau e Masséna, la prima delle quali doveva attaccare frontalmente lungo la zona costiera in direzione di Loano, la seconda aggirare la destra austriaca per l'alto della montagna. Dato l'inverno già iniziato e le usanze del tempo, gli Austriaci avevano escluso che importanti operazioni potessero aver luogo avanti la primavera; essi furono perciò sorpresi dal vigoroso attacco francese pronunciatosi il 23 novembre. Quantunque le truppe avanzate austriache nella zona di Loano tenessero un contegno eroico (un'intera brigata accerchiata rifiutò di arrendersi e si aprì un varco con le armi in pugno), la sorpresa paralizzò l'azione dei comandi superiori e la situazione peggiorò rapidamente quando si pronunciò il minaccioso attacco del Massena per l'alto, contro il quale non resse l'austriaco E. Argenteau, sicché i Francesi giunsero al Melogno, dominando di qui la conca di Loano. In basso il generale in capo, Schérer, aveva rinforzato con notevoli riserve l'attacco di Augereau. La posizione di Loano non poteva più essere tenuta dagli Austriaci, tanto più che le truppe del Masséna s'incuneavano fra gli Austriaci e i Piemontesi. Una bufera di neve abbattutasi sulla regione della battaglia, se rese più tormentosa la ritirata austriaca, tolse lena all'inseguimento francese. Così la manovra di sfondamento non poté giungere alle sue estreme conseguenze.