Ulickaja, Ljudmila Evgen'evna
Ulickaja, Ljudmila Evgen'evna. – Scrittrice e autrice teatrale russa (n. Davlekanovo 1943). Cresciuta a Mosca, dove si è laureata in genetica, ha esordito come scrittrice nel 1995 con il romanzo breve Sonečka (trad. it. 1997). Sono seguiti, tra gli altri: Medeja i ce deti (1996; trad. it. Medea 2000) e Funeral party (1997; trad. it. 2004). L'attenzione rivolta all'essere umano nella sua interezza, con il suo coagulo di passioni, paure, sogni e debolezze e con la sua capacità creativa, è uno degli elementi chiave della poetica della scrittrice. Dell’ultimo decennio sono i romanzi: Skvoznaja linija (2002; trad. it. Le bugie delle donne, 2004), delicata e curiosa incursione nella complessa morfologia della bugia femminile, tema centrale raccontato attraverso la vita di Enja, la protagonista, che con sensibilità e ironia accoglie e attrae le confidenze delle altre donne in una Mosca serena e borghese. Ha vinto il Russian booker prize con Kazus Kukockogo (2001; trad. it. Il dono del dottor Kukockij 2006) maestoso romanzo in cui la scrittrice ripercorre, attraverso i destini dei suoi personaggi, uno dei periodi più drammatici della storia russa, dall’epoca staliniana fino agli anni Sessanta del Novecento; l’ironico e amaro Iskrenne vas Surik (2003; trad. it. Sinceramente vostro, Surik 2007) ribalta l'immagine dell’homo sovieticus, disegnando la figura di un Don Giovanni al contrario. Infine Daniel Stajn, perevodcik (2006; trad. it. Daniel Stein, traduttore 2010), è un romanzo storico-filosofico costruito attraverso il montaggio di svariate testimonianze, in parte autentiche in parte inventate: lettere, brani di diario, registrazioni di conversazioni, interviste, articoli di giornale e persino alcuni rapporti dei servizi segreti. Il protagonista è un ragazzo ebreo che, lavorando come traduttore per la Gestapo, riesce a far fuggire trecento ebrei dal ghetto di Emsk, ma numerose sono le questioni di natura storica e religiosa, nonché le tematiche esistenziali, affrontate.