Scott, Lizabeth
Nome d'arte di Emma Matzo, attrice cinematografica statunitense, di origine slovacca, nata a Scranton (Pennsylvania) il 29 settembre 1922. A partire dalla fine degli anni Quaranta e per tutto il decennio successivo fu una delle presenze femminili più intense e rappresentative del noir hollywoodiano; affascinante ma volutamente lontana dallo stereotipo della vamp bionda, la S. ‒ nella sua breve carriera costellata di successi, ma offuscata da un improvviso allontanamento da Hollywood ‒ arricchì di un sottile senso di sofferenza e di androgine durezze le conturbanti figure femminili interpretate all'apice della fama.
Dopo un fugace tirocinio teatrale in cui lavorò come sostituta di Tallulah Bankhead, fu scritturata dal produttore Hal B. Wallis che le affidò il ruolo principale in You came along (1945; Incontro nei cieli) di John Farrow, e il pubblico le decretò subito tali consensi che, già al secondo film, fu chiamata a sostenere un difficile confronto con Barbara Stanwyck in un noir di grande impegno produttivo, The strange love of Martha Ivers (1946; Lo strano amore di Marta Ivers) di Lewis Milestone. Nel 1947 affiancò Humphrey Bogart nel film che ne farà un'indimenticabile icona del noir, Dead reckoning (Solo chi cade può risorgere) di John Cromwell, in cui è una cantante che uccide un reduce di guerra e perisce a sua volta in un incidente, figlia traviata di quell'America amara che tardava a riprendersi dai traumi del secondo conflitto mondiale. Sullo stesso registro interpretò una bionda irrequieta in Desert fury (1947; Furia nel deserto) di Lewis Allen, accanto a Burt Lancaster, che affiancò anche in I walk alone (1948; Le vie della città) di Byron Haskin. Tra gli altri numerosi noir di ottima fattura che la videro protagonista, da ricordare il notevole Pitfall (1948; Tragedia a Santa Monica) di André de Toth, in cui è una giovane legata da una relazione adulterina a un agente assicurativo (Dick Powell), ed Easy living (1949; Il gigante di New York) di Jacques Tourneur, ove è la fatua moglie di un campione sportivo (Victor Mature). Affiancò quindi Charlton Heston in Dark city (1950; La città nera) di William Dieterle, e fu particolarmente efficace come ragazza equivoca, accanto a Robert Mitchum, nel cupo The racket (1951; La gang) ancora di Cromwell. Malgrado le sue ottime prove, fu di colpo e inspiegabilmente messa da parte: cercò lavoro in Gran Bretagna, dove recitò nel thriller Stolen face (1952; Volto rubato) di Terence Fisher, ma rimpatriò delusa per affrontare un ruolo comico accanto a Jerry Lewis e Dean Martin in Scared stiff (1953; Morti di paura) diretto da George Marshall. Apparve successivamente in un ottimo western, Silver Lode (1954; La campana ha suonato) di Allan Dwan, vibrante parabola antimaccartista, ma non si vide offrire altre occasioni di rilievo e finì con l'affiancare Elvis Presley in Loving you (1957; Amami teneramente) di Hal Kanter. Oggetto di un tardivo omaggio critico, rinverdì brevemente i suoi antichi fasti di femme fatale, tornando a sorpresa sullo schermo in un incisivo noir di produzione inglese, Pulp (1972; Colpiscono senza pietà) di Mike Hodges, accanto a Michael Caine.
I. e E. Cameron, Broads, London 1969, pp. 119-20.