Ciulei, Liviu
Regista, attore e scenografo teatrale e cinematografico romeno, nato a Bucarest il 7 luglio 1923. Benché abbia diretto soltanto tre film, per le innovazioni della sintassi narrativa e la cura dell'analisi psicologica, è emerso nel panorama del cinema del suo Paese, divenendo uno dei simboli della breve stagione di rinnovamento degli anni Sessanta. Con il film Pãdurea spînzuraţilor (La foresta degli impiccati) ha vinto nel 1965 il premio per la regia al Festival di Cannes, uno dei primi riconoscimenti internazionali attribuiti a una cinematografia spesso in ombra come quella romena.
Diplomatosi nel 1946 in scenografia presso l'Accademia d'arte drammatica di Bucarest, si laureò nel 1949 in architettura. Dopo aver lavorato in teatro, si avvicinò al cinema nel 1951, dapprima come attore e scenografo ‒ nei film di Victor Iliu, allievo di Sergej M. Ejzenštejn ‒ e in seguito come regista. Nel 1957 girò il suo primo lungometraggio, Erupţia (1957, L'eruzione), ambientato in un paesaggio di pozzi petroliferi e dalla struttura decisamente poco convenzionale. Successivamente in Valurile Dunãrii (1959; La battaglia del Danubio), di cui è anche protagonista, raccontò la storia di un battelliere, coinvolto in un'azione dei partigiani antinazisti durante una traversata del Danubio. Ma soprattutto si affermò con Pãdurea spînzuraţilor nel quale, sullo sfondo della Prima guerra mondiale, portò in primo piano il conflitto interiore di un ufficiale austro-ungarico chiamato a giudicare un disertore.
Pur provenendo dal teatro, sin dal primo film si è interessato alle peculiarità del linguaggio cinematografico, alla ricerca di modalità espressive alternative alle rigide regole fissate dal regime. Nei suoi due film più famosi, Valurile Dunãrii e Pãdurea spînzuraţilor, ha lavorato in profondità sulla psicologia dei personaggi, mettendo in scena la difficoltà a vivere e a compiere delle scelte in un momento tragico come la guerra: dall'ambientazione alla fotografia, tutto contribuisce a definire una dimensione esterna di ostilità su cui si stagliano i drammi interiori vissuti dai protagonisti. Anche se i suoi film, assieme a quelli di Lucian Pintilie, hanno segnato il momento del rinnovamento del cinema romeno durante il periodo del 'disgelo', l'eco dell'opera di C. è rimasta limitata in patria a una ristretta cerchia intellettuale, marginale rispetto alla produzione ufficiale.La stretta repressiva successiva al 1968 gli fece abbandonare la regia cinematografica, anche se ha continuato a lavorare come attore fino al 1975. Ritornato al teatro, come regista e poi direttore del teatro Burlanda di Bucarest, ha realizzato una serie di importanti messe in scena di classici, formando un'intera generazione di attori. Destituito nel 1972 dalle sue funzioni, nel 1981 è stato costretto a emigrare negli Stati Uniti, dove ha proseguito la sua attività.
I. Cantacuzino, Momente din trecutul filmului românesc (Momenti del passato della cinematografia romena), Bucuresti 1965.
P. Haudiquet, Entretien avec Liviu Ciulei, in "Image et son", 196, juillet 1966.
Il cinema nell'Europa dell'Est, 1960-77, a cura di M. Liehm, Venezia 1977.
D. Nasta, Cinema rumeno, in Storia del cinema mondiale, a cura di G.P. Brunetta, 3° vol., L'Europa, t. 2, Torino 2000, pp. 1459-94.