LIU SHAO-CHI
. Uomo politico cinese, nato nella provincia dello Hunan nel 1898, da famiglia contadina di media condizione. Avendo aderito nel 1920 all'Unione della gioventù socialista, nel 1921, costituitosi il Partito comunista cinese entrò a farne parte e assunse subito compiti direttivi nello Hunan, sotto la guida diretta di Mao Tse-tung. Passato poi a Shanghai, per occuparsi dell'organizzazione del proletariato operaio, nel 1925 fu nominato vicepresidente della federazione sindacale cinese. Durante la rivoluzione del 1925-27 diresse la lotta degli operai nelle città; nel 1927 organizzò con Chou En-lai la rivolta di Shanghai. Dopo la repressione del Kuomintang, continuò nella clandestinità a lavorare nel settore urbano e operaio. Nell'agosto 1927 entrò a far parte del Comitato centrale del partito, ma la sua ascesa cominciò più tardi, verso il 1935, quando diresse nelle città l'agitazione per il fronte popolare antigiapponese. Dal 1938 al 1942 fu a capo degli organi di collegamento politico fra i partigiani antigiapponesi nella Cina settentrionale, poi in quella centrale. In questi anni L. si affermò anche quale teorico del partito, il più seguito dopo Mao Tse-tung, nel formulare l'ideologia del partito come risultante dall'interpretazione e specificazione del marxismo-leninismo alla luce e in rispondenza alle particolarità dell'esperienza rivoluzionaria del comunismo cinese. Nel 1943 L. venne a trovarsi al vertice del partito, quale uno dei tre segretarî con Mao Tse-tung e Chou En-ai, la sua posizione ideologica essendo caratterizzata dalla fermezza dei suoi richiami all'ortodossia marxista-leninista. Nel 1949 L. venne eletto vicepresidente della Repubblica, nel 1954 presidente del Comitato permanente del Congresso nazionale del popolo (e pertanto a capo del potere legislativo). Il 27 aprile 1959, dopo le dimissioni di Mao Tse-tung, è stato eletto presidente della Repubblica.