LITTORIA (XXI, p. 287)
La città, che è il primo in ordine di tempo e di importanza dei nuovi centri urbani creati nell'Agro Pontino bonificato (Lazio), fu elevata a capoluogo di provincia il 18 dicembre 1934, con la creazione della provincia omonima.
Mentre l'estensione del comune rimase inalterata, così come era stata determinata nel 1932 con la sua costituzione (kmq. 276,55), venne viceversa predisposto un nuovo piano regolatore che contemplasse le più vaste esigenze che le nuove funzioni comportavano. Mantenendo la sua caratteristica di comune rurale, tutti i coloni abitano nelle apposite case annesse a ogni singolo podere e uniformemente disseminate nella campagna (in numero di 1255 nel territorio di tutto il comune), mentre nel centro urbano, oltre la vasta chiesa parrocchiale, sono raccolti i servizî, gli uffici, le attività commerciali, professionali e dell'artigianato e la relativa popolazione di impiegati, commercianti, professionisti, operai. Il nuovo piano regolatore è previsto per una popolazione agglomerata di 50.000 abitanti, ha la totale estensione di 223 ha., con forma pressoché circolare, a sistema prevalentemente radiale ed è caratterizzato soprattutto da concetti di grande modernità: strade larghe e spaziose, ampie piazze, molti giardini, abbondanti alberature. Esso contempla una zona centrale a costruzioni intensive, una zona a palazzine, una a villini, la zona per le case popolari e quella per l'artigianato. Al primo nucleo di costruzioni eseguite nel 1932 si sono aggiunti, in questo primo periodo di realizzazione, i seguenti altri edifici pubblici: il Palazzo del governo (sede della prefettura e dell'amministrazione provinciale), il palazzo della Banca d'Italia, il palazzo degli uffici governativi (tecnici e finanziarî), il Palazzo di giustizia, il Regio Istituto tecnico, il distretto militare, la questura. Sono attualmente in corso di esecuzione importanti lavori per la costruzione delle strade di piano regolatore, per la nuova rete di fognatura e per un nuovo acquedotto (portata 100 litri al secondo) che convoglierà in città le acque della sorgente del Ninfa (ai piedi dei Monti Lepini, in prossimità del lago omonimo), sostituendo completamente l'attuale alimentazione idrica della città, ottenuta con 7 pozzi profondi (m. 60÷75).
La città è già dotata di quasi tutti gl'istituti medî di istruzione (scuola di avviamento al lavoro, istituto tecnico, liceo, ginnasio), ha una biblioteca comunale, una sezione dell'Istituto di cultura fascista e una galleria d' arte moderna, comunale, ricca di oltre 450 opere di pittura e scultura. Oltre al centro urbano esistono, sparse nel territorio del comune, 14 borgate, quasi tutte battezzate con nomi di località della grande guerra, ove sono accentrati i servizî di prima necessità per la popolazione rurale.
In prossimità della stazione ferroviaria di Littoria (sulla ferrovia Roma-Formia-Napoli, a km. 8,650 dal centro urbano), sorge la zona industriale, per la quale è previsto il relativo piano regolatore, destinata ad accentrare tutti gl'impianti per la lavorazione e la trasformazione dei prodotti agricoli. Funziona già uno zuccherificio (produzione nella campagna 1937: quintali di zucchero 50.000 circa) che lavora esclusivamente barbabietole prodotte nell'Agro, e una fabbrica di conserve alimentari (aperta nel 1937: lavora pomodori, frutta e legumi).
Dall'epoca della sua inaugurazione (18 dicembre 1932) la città ha visto di continuo aumentare la propria popolazione con un progresso veramente rapido. Al 21 aprile 1936 essa contava 20.615 abitanti nel comune (popolazione agglomerata: 3250 circa); al 31 ottobre 1937 ne contava 23.202 (popolazione agglomerata: 4000 circa), occupando uno dei primi posti nella graduatoria demografica dei comuni del regno con 33,40 nati e 0,78 morti su ogni mille abitanti (dati riferiti al primo semestre 1937).
Le condizioni sanitarie della zona, che erano prima della bonifica fra le peggiori d'Italia per l'infierire della malaria, sono ora ottime e lo stesso andamento dell'endemica malarica si delinea in progressivo e rapido miglioramento. Così, mentre nel 1933 si sono avuti 254 casi primitivi e 3239 recidivi, negli anni successivi si è scesi a 31 primitivi e 1387 recidivi nel 1934, a 5 primitivi e 516 recidivi nel 1935, a 25 primitivi e 523 recidivi nel 1936 e a 21 primitivi e 143 recidivi nei primi 10 mesi del 1937. E i decessi per malaria sono stati in numero di 6 nel 1934, nessuno nel 1935, i nel 1936 e 1 nei primi 10 mesi del 1937. Cifre, le precedenti, che si riferiscono all'intero ambito del comune.
I servizî sanitarî sono completati da un piccolo ospedale, dal centro materno dell'Opera nazionale maternità e infanzia, dal dispensario anticeltico, dal centro di igiene sociale e dai gabinetti di igiene e profilassi (sezione chimica e sezione batteriologica).
Ottima è la rete di strade che da Littoria si irradiano in tutto l'Agro Pontino; di esse le principali sono tutte bitumate.
I principali collegamenti sono: la ferrovia Roma-Formia-Napoli e i servizî automobilistici per Anzio, Velletri, Cori, Sezze, Frosinone, Terracina, Fondi, Formia, Sabaudia.
La provincia di Littoria.
Inaugurata il 18 dicembre 1934, essa comprende la parte sudorientale del Lazio, col litorale tirrenico da Foce Verde alla foce del Garigliano, tutta intera la regione della Bonifica Pontina, la pianura di Fondi, il versante sud-orientale e meridionale dei monti Lepini, Ausonî e Aurunci e il Circeo; in tutto 2057 kmq. La popolazione era di 190.678 ab. nel 1931 (censimento), di circa 231.000 al 30 giugno 1934 e di 224.099 al 21 aprile 1936, distribuita in 27 comuni. Posteriormente a tale data furono trasferiti alla provincia di Littoria, da quella di Napoli, i comuni di Ventotene e Ponza (in origine già appartenenti ad essa, insieme con gli altri della provincia di Roma), e aggiunto quello di Aprilia. La densità è di ab. 108,8 per kmq. Così costituita, la provincia comprende zone di diverso carattere e capacità economica. La regione pontina, dove si trova il capoluogo, è un territorio di recente popolamento, produttore di grano in misura sempre crescente (v. pontina, regione, XXVII, p. 897 segg.); la pianura di Fondi è in corso di bonifica; nella regione tra il Circeo e il Garigliano prevalgono le colture arboree, vite (pregiato il moscato di Terracina), alberi da frutto, agrumi (Formia); inoltre ortaggi (pomodori, ecc.). La zona montuosa ha importanza per l'allevamento (ovini e anche suini). Vanno anche assumendo importanza nell'Agro Pontino le colture industriali (barbabietola da zucchero, canapa, lino, ecc.) e sono degne di rilievo quelle di oliveti alle falde dei Lepini.
Le principali industrie sono: lo zuccherificio di Littoria, fabbriche di conserve alimentari (Littoria, Fondi, Terracina), di laterizî (Formia e Scauri), industria molitoria e pastificio (Formia), vetraria (Gaeta), del sughero (Itri). Gaeta è notevole centro di pesca. Alcune località costiere, soprattutto Terracina, Formia, Serapo (Gaeta), Scauri e la Marina di Sabaudia sono centri balneari assai frequentati d'estate. Il Circeo viene acquistando importanza turistica, essendo stato eretto a Parco nazionale, insieme con la zona boscosa ai suoi piedi. Degni di ricordo anche gli stabilimenti termali di Suio (Castelforte).
Situata fra quelle di Roma e di Napoli, la provincia di Littoria ha per spina dorsale delle comunicazioni la ferrovia direttissima Roma-Napoli, sulla quale Littoria ha una stazione (distante dal centro circa km. 8); importanza locale hanno le linee Velletri-Terracina e Gaeta-Sparanise.
Una rete di servizî automobilistici collega tutti i capoluoghi di comune alle ferrovie, nonché Terracina a Gaeta e Formia; molti dei servizî irradiano da Littoria. Fra i comuni più popolati, oltre il capoluogo, si possono ricordare: Gaeta-Elena (19.297 ab.), Formia (16.710 ab.), Terracina (22.773 ab.), Fondi (15.058 ab.), Sezze (16.029 ab.).
Una diramazione dell'Acquedotto consorziale del Simbrivio, e precisamente una delle due linee che hanno origine dal partitore di Roiate (diramazione est), traversa la provincia di Littoria alimentando di acqua il comune di Cori.
Bibl.: A. De Santis, Bibl. della prov. di Littoria, Roma 1938.