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litio

Dizionario di Medicina (2010)
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litio


Farmaco attivo, sotto forma di carbonato, nel trattamento del disturbo bipolare (➔ maniaco-depressiva, sindrome), nella depressione e in alcune forme di cefalea. La sua prerogativa farmacologica è quella di equilibrare l’emotività; non è un sedativo, né un euforizzante, ed è ancora sconosciuto l’esatto meccanismo d’azione con cui agisce come stabilizzante dell’umore. Vi sono tuttavia alcune evidenze farmacologiche: il l. aumenta i livelli di triptofano, di serotonina e del suo principale metabolita, l’acido 5-idrossiindolacetico (5-HIAA), riduce l’attività di adrenalina e noradrenalina (aumentandone la ricaptazione e inibendone il rilascio). A livello della neurotrasmissione, per quanto riguarda i primi messaggeri implicati nelle sinapsi, a concentrazioni terapeutiche il gradiente di distribuzione del l. attraverso le membrane neuronali è basso rispetto al sodio e al potassio e non costituisce un substrato adeguato per la pompa del sodio; entra invece in competizione con il magnesio inibendo la sintesi dell’AMP ciclico; esercita effetti sulle ammine biogene implicate, come secondi messaggeri, nella fisiopatologia del tono dell’umore: inibendo l’inositolomonofosfatasi diminuisce l’inositolo a livello cerebrale e la funzione della proteinchinasi C; interagisce inoltre a livello nucleare con fattori che regolano l’espressione genica per la sintesi delle proteine implicate nella neurotrasmissione. In sintesi, si ritiene che la deplezione dell’inositolo possa essere la modalità d’azione del l. nel disturbo bipolare; alcuni autori invece suggeriscono che il bersaglio sia rappresentato dalla glicogenosintetasichinasi. Recenti evidenze basate su neuroimaging funzionale (2005) suggeriscono che il l. agisca positivamente su fattori di protezione neuronale. Nella terapia con il l., l’interruzione del farmaco, sia brusca sia graduale, causa recidive maniacali e rischio di suicidio. Caratteristica del l. è che la sua assunzione in terapia di mantenimento, anche senza altri farmaci, diminuisce drasticamente il numero delle recidive. Il l. ha effetti collaterali non trascurabili, che esigono un monitoraggio frequente della litiemia e della funzionalità renale.

Vedi anche
cefalea Sensazione molesta o dolorosa, circoscritta o diffusa, continua, intermittente o sporadica che interessa il capo. Le cefalea si suddividono in due gruppi: cefalea primarie e cefalea secondarie. Nelle cefalea primarie (o idiopatiche) il dolore, sintomo d’obbligo per la diagnosi, si manifesta senza cause ... proteine Macromolecole costituite da una, o più, lunghe catene polipeptidiche (dette anche protidi). Le proteine costituiscono la classe di molecole organiche più abbondanti in tutti gli organismi viventi; si trovano in tutte le cellule e costituiscono il 50% o più del loro peso secco. Le proteine sono essenziali ... rubidio Elemento chimico del gruppo dei metalli alcalini, simbolo Rb, numero atomico 37, peso atomico 85,47. Sono noti 2 isotopi naturali del rubidio, 8537Rb (72,2%) e 8737Rb (27,8%), quest’ultimo debolmente radio­attivo. L’elemento fu scoperto per via spettroscopica da R.W. Bunsen e G.R. Kirch­hoff nel 1861; ... lega Materiale composto da due o più elementi chimici di cui quello presente in maggiore quantità deve essere un metallo. Fra i metalli, soltanto rame e piombo possono essere utilizzati non legati, tutti gli altri sono utilizzati in lega. 1. Generalità Una lega, per essere considerata tale, deve possedere ...
Altri risultati per litio
  • litio
    Enciclopedia on line
    Elemento chimico del gruppo dei metalli alcalini, scoperto da J.A. Arfwedson (1817) nel minerale petrolite, ma isolato nel 1855 da R.W. Bunsen e collaboratori. Simbolo Li, numero atomico 3, peso atomico 6,94. È moderatamente diffuso in natura (65 parti per milione nella crosta terrestre): è contenuto ...
  • litio
    Dizionario delle Scienze Fisiche (1996)
    lìtio [Der. del lat. Lithium, dal gr. lítheios "di pietra"] [CHF] Elemento chimico monovalente, di simb. Li, numero atomico 3, peso atomico 6.941 e raggio atomico 1.23 Å, scoperto da J.A. Arfwedson (1817) nel minerale petrolite e isolato nel 1855 da R.W. Bunsen; se ne conoscono due isotopi stabili con ...
  • LITIO
    Enciclopedia Italiana - V Appendice (1993)
    Dante Buttinelli (XXI, p. 276) Le prime importanti applicazioni commerciali del l. risalgono agli anni del primo dopoguerra (1918-20), quando l'elemento venne impiegato in alcune leghe di alluminio destinate, grazie al loro minor peso specifico, agli impieghi aeronautici e in leghe di piombo per materiali ...
  • LITIO
    Enciclopedia Italiana (1934)
    Carlo SANDONNINI * . Elemento chimico con simbolo Li, peso atomico 6,94; numero atomico 3. Fu scoperto nel 1817 da J. A. Arfvedson, del laboratorio di Berzelius, analizzando alcune petaliti di Utö. Berzelius stesso impose al nuovo elemento il nome di litio (λίϑος "pietra"). In seguito venne poi riscontrato ...
Vocabolario
lìtio
litio lìtio s. m. [lat. scient. Lithium, der. di precedenti termini chimici, oggi disusati, che risalgono al gr. λίϑειος, λίϑιος «di pietra»]. – Elemento chimico del gruppo dei metalli alcalini, di simbolo Li, numero atomico 3, peso atomico...
wagon-lit
wagon-lit 〈vaġõ′ li〉 locuz. m., fr. [comp. di wagon «vagone, vettura» e lit «letto», traduz. dell’ingl. sleeping car] (pl. wagons-lits). – Equivalente della locuz. ital. carrozza letto (o vettura letto, meno com. vagone letto).
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