LITANIE (dal gr. λιτανείαι)
Invocazioni, in forma di supplica, alla divinità per averla favorevole, consistenti di solito in una formula o serie di formule pronunciate dall'officiante e ripetute, tutte o in parte, dal popolo, che può tuttavia pronunciare anche un'altra formula, responsiva. Si possono avere litanie cantate, oppure semplicemente parlate; processionali o stazionarie; generiche o per determinate occasioni, ecc.
Il nome deriva dal greco λιτή, preghiera, supplica. La mitologia greca personifica le suppliche o litaí le quali corrono dietro ad Ate, la dea dell'accecamento, per impedire le sue tristi conseguenze o rimediarvi. Ma litanie non sono sconosciute ad altre religioni: così in tavolette assire si trovano litanie per scongiuri, le quali sono però d'origine babilonese; nell'antico Egitto - come del resto anche in altre religioni - si credeva di poter influire magicamente sulla divinità recitando i suoi titoli di onore: esempî di litanie simili sono forniti, per l'epoca faraonica, da quelle in onore di Rîe; per l'epoca ellenistica e romana da quelle di Iside (v.), conservateci in iscrizioni, e da Apuleio (Metam., XI, 25). Un altro esempio di litanie (dette in latino rogationes "richieste") è fornito dalla preghiera fatta recitare da Licinio ai suoi soldati prima della battaglia e che, se è certamente monoteistica, non presenta però nulla di specificamente cristiano: "Summe Deus, te rogamus; Sancte Deus, te rogamus; omnem iustitiam tibi commendamus; salutem nostram tibi commendamus; imperium nostrum tibi commendamus". Nella Bibbia, eccellente esempio di litania laudativa è il Salmo CXXXVI.
Cristianesimo. - Nell'odierna liturgia cattolica son dette litanie talune preci, distinte per la loro forma caratteristica di brevissime, successive invocazioni (Sancta Maria; omnes Sancti et Sanctae Dei; ecc.) o supplicazioni (Ut nos adiuvare digneris; ecc.), raccolte e concluse in gruppi omogenei da identiche ricorrenti implorazioni (ora pro nobis; libera nos, Domine; te rogamus, audi nos, ecc.). Sono di due tipi: le une, ricevute nei libri liturgici maggiori; le altre, d'uso per lo più devozionale. Tra le prime possono annoverarsi le litaniae maiores delle rogazioni, delle ordinazioni e d'altre circostanze liturgiche; i Kyrie eleison (e forse le preces) del breviario e della messa; brani della messa dei presantificati, ecc.; tra le seconde, quelle della raccomandazione dell'anima nel Rituale romano; quelle di alcune "benedizioni" e soprattutto le cosiddette "litanie lauretane" (il cui testo, pur dotato d'una assai nota melodia tradizionale, è stato intonato musicalmente anche da maestri come il Palestrina e W. A. Mozart) in onore della Madonna, quelle del S. Cuore, del S. Nome di Gesù, di San Giuseppe, ecc. Il primo tipo, per il fatto stesso che appartiene per intero alla liturgia della Messa e del Breviario, non ha sofferto negli ultimi secoli particolari sviluppi e cambiamenti; il secondo, perché d'uso devozionale e privato, ha avuto una fioritura straordinaria, spesso stravagante, cosicché la Chiesa dovette regolarne il numero e l'uso con una legislazione severissima (cfr. Decreta authentica Congr. Sacrorum Rituum, Roma 1898, nel volume di indici, s. v.: Litaniae).
La storia della Preghiera litanica cristiana si può dividere in maniera approssimativa in quattro periodi: quello dell'antichità cristiana, quello medievale, quello dal 1300 al 1600, e infine il periodo contemporaneo. Per l'antichità cristiana, resta molto difficile precisare quali preghiere fossero indicate specificatamente con questo nome. Esistettero sin dai primi tempi cristiani preghiere del tipo litanico (cfr. I Tim., II, 2; 1ª Clemente, 59-61; la lettera di Policarpo; S. Giustino,....; Tertulliano,...., ecc.): constavano di successive invocazioni o suppliche, che procedono elencando i varî gradi di persone per cui si prega, e ripetono e moltiplicano le acclamazioni.
Nel secondo periodo, la preghiera litanica si precisa in un'usanza particolare, e si fissa e formula in un determinato luogo della liturgia, per determinate circostanze. Ne rimangono tracce rudimentali, e sono, precisamente, quelle parti nell'attuale messa e nel breviario sopra indicate (il Kyrie della messa, p. es., sta in luogo d'una estesa preghiera litanica, che poi veniva riassunta [collecta, onde le collectae] dal celebrante). Ma la forma più famosa invalsa nel Medioevo e straordinariamente diffusa fu quella delle litanie processionali, con carattere insieme di penitenza e d' invocazione per i proventi della campagna. Gregorio Magno e Gregorio di Tours ci hanno lasciato una documentazione ricchissima sullo svolgimento e sul percorso di tali processioni in Roma. Questa forma ricapitola in sé e in certo modo cristallizza i vari tipi di preghiera litanica: 1. semplice invocazione a Dio e ai santi; 2. supplica in cui il diacono annuncia la grazia che si domanda o il pericolo che si teme, e i fedeli rispondono volta a volta te rogamus audi nos, o libera nos Domine; 3. Le collectae sacerdotali, precedute da un salmo e altre invocazioni litaniche.
Il periodo più recente è quello che ha conosciuto il numero più vario di litanie, create ad arbitrio un po' da tutti. Gli studiosi che ricercano le origini delle cosiddette litanie lauretane" s'imbattono in una grande quantità di tali litanie. Peraltro si era compiuta, già sulla fine del Medioevo, un'evoluzione notevolissima, forse per via di certe forme dell'eucologia bizantina della decadenza e delle acclamationes dell'evo carolingio con cui venne a contaminarsi la prima forma litanica, vale a dire, le invocazioni si cambiarono in un'elencazione di titoli, in gloria di Dio, di Maria o dei santi. Di tutte codeste litanie, ben poche ebbero riconoscimento d'autorità ecclesiastica e d'uso liturgico, ma restarono sempre patrimonio privato. L'ultimo periodo è quello odierno, in cui la Chiesa ha stabilito leggi severissime contro l'abuso di tali forme, che per la loro stessa struttura si prestano a credenze superstiziose e a fantasticherie. La Chiesa non solo si riserva d'approvare forme nuove di litanie, ma anche qualsiasi nuova inserzione in litanie già approvate. Tra i riformatori, Lutero, dopo averle abolite, reintrodusse le litanie nel 1529, quando, impressionato dal pericolo turco, tradusse in tedesco una litania medievale latina. Esse furono conservate anche dalla comunione anglicana, mentre le respinse Calvino e, quindi, anche i puritani inglesi, ecc.
Bibl.: F. Cabrol, in Dict. d'archéol. chrét. et de lit., IX, coll. 1540-1571; E. Naville, La litanie du Soleil, trad. e commento, Lipsia 1875; Jacob H. Schütz, Die Geschichte der Rosenkranzes unter Berücksichtigung der Rosenkranz-Geheimnisse und Marien-Litaneien, Paderborn 1909; P. Drews, Beiträge zu Luthers liturg. Reformen, I: Luthers lat. und deutsche Litanei von 1529, in Studien z. Gesch. des Gottesdienstes, IV, v, 1910.