LISSO (Λίξ e Λίγξ, Λίξος, Λίξα; Lixos e Lix)
Città della Mauritania Tingitana, sulla costa dell'Atlantico, presso la riva destra di un fiume dello stesso nome (oggi Río Luccus), a circa sessanta miglia da Tingi. Fu fondata dai Fenici in età molto antica, come provano sia le molte leggende che correvano intorno ad essa (che ivi fossero la reggia di Anteo e gli orti delle Esperidi, e ivi Ercole avesse combattuto con il gigante) sia la presenza di avanzi fenici: i resti a grossi blocchi di una muraglia, immessi in una cinta più recente, e un'iscrizione del secolo II a. C. in caratteri molto simili a quelli delle epigrafi fenicie di Siria. Un'erronea tradizione, raccolta da Cornelio Nepote, diceva che Lisso era più grande di Cartagine; secondo un'altra tradizione, in un'isola, posta nell'estuario del fiume, era un tempio di Ercole più antico del tempio di Gades: Ercole è qui certamente la trasformazione del Melqart fenicio. Sulla riva opposta del fiume, secondo il periplo dello pseudo-Scilace, era una seconda città, formata da Libî: quest'ultima va con ogni probabilità cercata a Larache. Gli avanzi della città fenicia si stendono invece sulla destra del fiume, su un pianoro lontano dal mare circa 4 km.: essi portano ora il nome di Chemmich, il che ha fatto da qualcuno avanzare l'ipotesi che alla stessa Lisso vadano attribuite, oltre alle monete che recano il suo nome e che hanno come tipi più frequenti la spiga di grano, il grappolo d'uva e il pesce (tonno), anche altre monete, coniate dai re di Mauritania Bocco il Giovane e Giuba II e da magistrati cittadini, con la leggenda Shemesh o Maqom Shemesh, che deve intendersi Città del sole.
Lisso ebbe grado di colonia da Claudio, e come tale è ricordata nell'itinerario di Antonino; più tardi non se ne ha più memoria: pochissime sono le iscrizioni latine rinvenutevi.
Lo stesso nome Lisso era dato nel Periplo di Annone a un secondo fiume, sboccante pure nell'Atlantico, ma assai più a mezzogiorno del primo: sembra debba identificarsi con l'uadi Draa.
Bibl.: St., Gsell, Hist. anc. Afrique du Nord, II, 2ª ed., Parigi 1921, p. 172; L. Müller, Numismat. Afrique ancienne, Copenaghen 1862, III, pp. 155 segg., 164 segg.; Ch. Tissot, in Mém. Acad. Inscript., IX, 1 (1878), p. 205.