liquidazionista
s. m. e f. e agg. Chi o che liquida, toglie di torno, si sbarazza di qualcuno o di qualcosa.
• Il nostro comunismo dovrebbe nutrirsi di auto narrazioni prima che di auto-enunciazioni. Ecco perché oggi suonano parole vuote, gli echi di guerra che ci hanno attraversato che contrapponevano i presunti partitisti contro i liquidazionisti. Io, che non mi sono mai riconosciuto in questa forzata classificazione, mi chiedo dove stia oggi il senso della nostra rifondazione. Quella che si nutre di dubbi, di ricerca, di sogni e anche, se non soprattutto, di vertenze e di lotte. (Roberto Pietrobon, Liberazione, 10 settembre 2008, p. 16, Partito) • Dopo aver scoperto con difficoltà il codice linguistico da loro [i giornalisti del quotidiano «Europa»] usato ‒ «il mainstream liquidazionista di gran parte dell’opinione pubblica progressista» ‒ abbiamo capito che ce l’avevano col «Fatto» perché abbiamo ricordato al Pd le parole di Enrico Berlinguer sulla questione morale. (Fatto Quotidiano, 9 luglio 2011, p. 7).
- Derivato dal s. f. liquidazione con l’aggiunta del suffisso -ista.
- Già attestato nella Stampa del 24 ottobre 1981, p. 7, Dall’Interno (Giuliano Marchesini).