MEMMI, Lippo
Pittore, operoso nei sec. XIV, figlio di Memmo di Filippuccio e fratello di Federigo di Memmo, anch'essi pittori. Nel 1317 dipinse, insieme col padre, nella sala del consiglio del palazzo pubblico di San Gimignano. Nello stesso palazzo si conserva l'affresco, firmato e datato 1317, riproducente la Maestà che Simone Martini, il quale era cognato del M., aveva nel 1315 dipinto per il palazzo pubblico di Siena. La sua firma appare associata a quella di Simone nell'Annunciazione eseguita nel 1333 per il duomo di Siena, ora negli Uffizî di Firenze. Riceve pagamenti nel 1341 per il modello della cella campanaria della Torre del Mangia e, nel 1343, insieme col fratello Federigo, per una tavola ordinata da Mino, rettore della Scala. Nel 1347 è ad Avignone, dove dipinge, sempre in collaborazione con Federigo, un quadro con la Madonna per la chiesa dei francescani. Nel marzo dello stesso anno viene menzionato per l'ultima volta a Siena.
La firma di L. M. appare, oltre che nella Maestà di San Gimignano e nell'Annunciazione di Firenze, in tre tavole con la Madonna e il Bambino, che si conservano nella chiesa dei Servi a Siena (la cosiddetta Madonna del Popolo, circa 1320), nel Kaiser-Friedrich-Museum di Berlino (frammento di un dittico con l'angelo annunciante iscritto entro il medaglione della cuspide, forse databile intorno al 1330) e nel museo di Altenburg; inoltre nella Madonna della Misericordia, circondata da angeli, del duomo di Orvieto, e nell'affresco frammentario rappresentante la Madonna in trono con il Bambino e i. Ss. Pietro, Paolo e Domenico nel chiostro di S. Domenico di Siena. Si possono inoltre, per ragioni stilistiche, considerare opere certe di L. M. la Madonna con il Bambino con predella nel Museo Gardner di Boston, quella già nella collezione Benson a Londra, un'altra col Redentore a mezzo busto nella cuspide e, infine, la piccola Crocifissione nel Museo Vaticano che nella predella reca 6 mezze figure di santi. Controversa è l'attribuzione a L. M. di numerosi altri dipinti, sparsi in musei e collezioni d'Europa e d'America.
L'omaggio che con la Maestà di San Gimignano L. M. rese sino dall'inizio della sua attività pittorica all'arte di Simone Martini, si scorge, profondo e persistente, in tutte le sue opere che rivelano un' aderenza assoluta, strettissima alle forme usate dal cognato, per cui la critica, di fronte ad alcuni dipinti, è ancora discorde se assegnarli a Simone Martini o a Lippo Memmi. Generalmente le opere di questo hanno, in confronto a quelle del cognato, una minore intensità d'espressione, una maggiore durezza di segno e rigidità di atteggiamenti, e colori più opachi; caratteri che giustificano l'attribuzione a L. M. delle figure laterali dell'Annunciazione degli Uffizî, rappresentanti S. Ansano e S. Giuditta. Dall'uniformità immutabile di moduli e toni propri a L. M. si distacca lievemente la Madonna della misericordia di Orvieto, probabilmente, date certe analogie con la Maestà di San Gimignano, opera giovanile del maestro. In quelle che si possono con ogni probabilità considerare tarde (Madonne di Altenburg, della coll. Benson, di Siena) si avverte un lieve influsso dei Lorenzetti.
Il M. è stato uno squisito pittore di piccoli quadri di Madonne a mezza figura, dall'espressione dolce e trasognata affiorante da un delicato giuoco di linee e preziosi accordi di colori. E come tale occupa un posto non trascurabile nella pittura senese della prima metà del secolo XIV.
Bibl.: B. Berenson, Italian Pictures of the Renaissance, Oxford 1922; Weigelt, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXIII, Lipsia 1929.