In biochimica, ogni complesso macromolecolare costituito da quantità variabili di proteine e lipidi (lipidi neutri e fosfolipidi), solubili in soluzioni acquose. La solubilità in soluzioni acquose differenzia le lipoproteine dai proteolipidi.
L. plasmatiche Famiglia di l. presenti nel plasma e distinguibili, sulla base della loro mobilità elettroforetica e della loro densità, in 4 categorie (v. tab.): chilomicroni, le meno dense che trasportano i trigliceridi e il colesterolo dall’intestino tenue al tessuto muscolare; VLDL (very low density lipoproteins), l. a bassissima densità che trasportano il triacilglicerolo dal fegato al tessuto adiposo; LDL (low density lipoproteins), l. a bassa densità che trasportano il colesterolo dal fegato alle cellule del corpo; HDL (high density lipoproteins), l. ad alta densità che ritrasportano il colesterolo al fegato; il catabolismo delle HDL avviene, almeno in parte, nel fegato dove probabilmente il colesterolo associato alle HDL è utilizzato per la sintesi dei sali biliari.
Le IDL (intermediate density lipoproteins) sono l. a densità intermedia tra le VLDL e le LDL, costituite da apolipoproteine delle classi ApoB, ApoC-III e ApoE (15-20% complessivamente), fosfolipidi (22% circa), esteri del colesterolo (22% circa), colesterolo non esterificato (8% circa) e triacilgliceroli (30% circa); negli individui normali, circa metà delle IDL che derivano dalle VLDL rientra nel fegato per endocitosi mediata dal recettore per le LDL; invece, le IDL rimanenti sono convertite in LDL. La concentrazione plasmatica di LDL è correlata alla velocità con cui il fegato rimuove le IDL dalla circolazione sanguigna, velocità che dipende dal numero di recettori per le LDL funzionanti sulla superficie delle cellule epatiche.
L’enzima coinvolto nel metabolismo dei chilomicroni e delle VLDL è la lipoproteinlipasi, presente sulla superficie delle cellule endoteliali e nelle cellule adipose.
Statisticamente è stata accertata una significativa correlazione tra condizione aterosclerotica e incremento della colesterolemia e del rapporto β/α-lipoproteine. La determinazione elettroforetica del rapporto β/α -l. trova la sua principale indicazione nell’accertamento dell’esistenza di una malattia aterosclerotica in atto o delle sue premesse ematochimiche; questo rapporto, negli individui normali, ha un valore compreso tra 2 e 4.