lionizzazione
Fenomeno genetico (cosiddetto dal nome dalla genetista M. F. Lyon) che consiste nell’inattivazione di un cromosoma, o di una serie di cromosomi, che diventano eterocromatici (➔ cromatina). Nella specie umana, durante lo sviluppo embrionale precoce delle femmine, viene inattivato uno dei cromosomi X (il cui residuo costituisce il cd. corpo di Barr). All’inizio dello sviluppo di uno zigote femminile, entrambi i cromosomi X sono eucromatici e attivi. Allo stadio di blastula, ogni cellula che reca i due cromosomi X ne inattiva uno a caso, di origine paterna o di origine materna, e l’inattività viene trasmessa alle successive generazioni cellulari. Si formano quindi due linee cellulari, una recante il cromosoma X paterno attivo e l’altra recante attivo quello materno. Una delle prove a favore dell’esistenza di questo fenomeno è rappresentata dal fatto che donne eterozigoti per la presenza/assenza dell’enzima glucosio-6-fosfatodeidrogenasi, carattere localizzato sul cromosoma X, presentano due popolazioni di globuli rossi, egualmente numerose, una provvista e l’altra priva dell’enzima. Si ritiene che scopo della l. sia quello di ridurre la dose di cromosomi X attivi nella cellula, in modo che maschi (che hanno un solo cromosoma X) e femmine (che ne hanno due) abbiano lo stesso equilibrio genico.